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24 S ettembre Incontro regionale degli Assistenti OFS e Gifra con gli Assistenti nazionali nel convento dei Frati Minori Conventuali a S.Miniato dalle ore 9:30 fino a pranzo. Riuniti intorno alla Parola... ME MO L’angolo del Definitorio Saluto del Vicario Provinciale a tradizione biblica afferma con evidente continuità come sia la Parola di Dio il luogo teologico dove si forma ogni comunità di fede. Ricordiamo tutti come l’esperienza del popolo d’Israele sia segnata dall’ascolto della Parola che Dio gli rivolgeva. Nei libri che accompagnano il cammino verso la terra promes- sa, risuona periodicamente l’invito a formare una santa convo- cazione. Israele è la qahal di Dio, la comunità riunita per ascol- tare quanto il Signore vuole comunicarle per vivere in pienezza il dono dell’Alleanza. Nella logica del compimento, attraverso continuità e discontinuità, la logica del passaggio dal Primo al Nuovo e definitivo Patto, l’esperienza dei discepoli di Gesù ri- percorre il medesimo percorso. In modo singolare i Dodici sono chiamati a stare con Gesù, a condividere la sua vita, nell’ascolto delle sue parole. Consiste in questo rapporto il costituirsi di una relazione profonda che fa diventare i discepoli di Gesù suoi fra- telli, sorelle e madri, che l’evangelista Marco distingue bene da coloro che ‘stanno fuori’: i discepoli, riuniti intorno al Signore, formano una cosa sola con lui, nell’ascolto della sua parola per compiere insieme la volontà dal Padre. Rileggiamo questi versetti così indicativi per il discorso che stiamo sviluppando: [Gesù] “salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni”. Costituì dunque i Dodici… Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito que- sto, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». … Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Mc 3,13-21.31-35). Spero che perdonerete questa lunga citazione. Ai miei occhi rappresenta in maniera limpida il carattere cristiano di ogni co- munità, anche delle nostre fraternità, chiamate a esprimere in modo radicale il senso evangelico della vita. Il riunirsi intorno alla Parola di Dio è il luogo teologico dove si forma ogni co- munità evangelica. Il padre S.Francesco aveva una devozione quasi esasperata nei confronti delle stesse singole parole nelle quali risuona l’unica Parola che il Padre pronuncia dall’eternità, il suo Figlio Unigenito. Credo che l’ascolto sincero e profondo inizi L proprio dalla cura e dal rispetto verso queste singole parole che sono raccolte in quei libri che noi proclamiamo Parola di Dio. Di per sé, tuttavia, ogni Parola di Dio si compie nella sua acco- glienza come tale. E’ quanto accade nella liturgia con evidenza simbolica: il ministro proclama quanto letto «Parola di Dio»; la comunità risponde con un’acclamazione al tempo stesso di lode e di conferma. Allora, siamo invitati a compiere un passo ulte- riore, perché la riflessione teologica nasce dall’esperienza vitale di fede e deve ricondurvi. Se le nostre comunità hanno la propria origine teologica in questo radunarsi intorno alla Parola, se questo fatto non è altro che un’esperienza vitale di fede, dovremmo rinnovarla con una certa cadenza, mettendo in gioco la nostra mente e il nostro cuore. Certamente modi e tempi dovranno essere adattati alle singole fraternità, ma non possiamo venir meno a questa iden- tità: stare insieme intorno alla Parola, che è il Signore Gesù, ascoltandolo sinceramente, condividendo pensieri e la nostra stessa vita di fede, per compiere insieme la volontà del Padre. Questa condivisione di tempo e di parole, di pensieri e di cuore avrebbe la forza di trasformare in modo evangelico, senza avve- nimenti straordinari ma nell’ordinarietà della vita quotidiana, le nostre comunità e i nostri rapporti personali. S.Francesco ebbe rivelata la sua vita evangelica quando il Signore gli dette dei fra- telli: con i suoi primi compagni ascoltò quelle famose pagine e iniziò l’avventura evangelica, che ancora oggi coinvolge ognuno di noi frati: cosa ci impedisce di continuare a percorrerla con rinnovato entusiasmo? fr.Valerio Mauro 25 Settembre AssembleA ProvinciAle - FestA dellA ProvinciA nella sala-teatro della Parrocchia di Montughi dalle ore 9:30 fino a pranzo.

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Pagine informative dei Cappuccini Toscani

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24 Settembre Incontro regionale degli Assistenti OFS e Gifra con gli Assistenti nazionali

nel convento dei Frati Minori Conventuali a S.Miniato dalle ore 9:30 fino a pranzo.

Riuniti intorno alla Parola...

ME MO

L ’ a n g o l o d e l D e f i n i t o r i oSaluto del Vicario Provinciale

a tradizione biblica afferma con evidente continuità come sia la Parola di Dio il luogo teologico dove si forma ogni comunità di fede. Ricordiamo tutti come l’esperienza del popolo d’Israele sia segnata dall’ascolto della Parola che Dio gli rivolgeva. Nei libri che accompagnano il cammino verso la terra promes-sa, risuona periodicamente l’invito a formare una santa convo-cazione. Israele è la qahal di Dio, la comunità riunita per ascol-tare quanto il Signore vuole comunicarle per vivere in pienezza il dono dell’Alleanza. Nella logica del compimento, attraverso continuità e discontinuità, la logica del passaggio dal Primo al Nuovo e definitivo Patto, l’esperienza dei discepoli di Gesù ri-percorre il medesimo percorso. In modo singolare i Dodici sono chiamati a stare con Gesù, a condividere la sua vita, nell’ascolto delle sue parole. Consiste in questo rapporto il costituirsi di una relazione profonda che fa diventare i discepoli di Gesù suoi fra-telli, sorelle e madri, che l’evangelista Marco distingue bene da coloro che ‘stanno fuori’: i discepoli, riuniti intorno al Signore, formano una cosa sola con lui, nell’ascolto della sua parola per compiere insieme la volontà dal Padre. Rileggiamo questi versetti così indicativi per il discorso che stiamo sviluppando: [Gesù] “salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni”. Costituì dunque i Dodici… Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito que-sto, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». … Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Mc 3,13-21.31-35). Spero che perdonerete questa lunga citazione. Ai miei occhi rappresenta in maniera limpida il carattere cristiano di ogni co-munità, anche delle nostre fraternità, chiamate a esprimere in modo radicale il senso evangelico della vita. Il riunirsi intorno alla Parola di Dio è il luogo teologico dove si forma ogni co-munità evangelica. Il padre S.Francesco aveva una devozione quasi esasperata nei confronti delle stesse singole parole nelle quali risuona l’unica Parola che il Padre pronuncia dall’eternità, il suo Figlio Unigenito. Credo che l’ascolto sincero e profondo inizi

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proprio dalla cura e dal rispetto verso queste singole parole che sono raccolte in quei libri che noi proclamiamo Parola di Dio. Di per sé, tuttavia, ogni Parola di Dio si compie nella sua acco-glienza come tale. E’ quanto accade nella liturgia con evidenza simbolica: il ministro proclama quanto letto «Parola di Dio»; la comunità risponde con un’acclamazione al tempo stesso di lode e di conferma. Allora, siamo invitati a compiere un passo ulte-riore, perché la riflessione teologica nasce dall’esperienza vitale di fede e deve ricondurvi. Se le nostre comunità hanno la propria origine teologica in questo radunarsi intorno alla Parola, se questo fatto non è altro che un’esperienza vitale di fede, dovremmo rinnovarla con una certa cadenza, mettendo in gioco la nostra mente e il nostro cuore. Certamente modi e tempi dovranno essere adattati alle singole fraternità, ma non possiamo venir meno a questa iden-tità: stare insieme intorno alla Parola, che è il Signore Gesù, ascoltandolo sinceramente, condividendo pensieri e la nostra stessa vita di fede, per compiere insieme la volontà del Padre. Questa condivisione di tempo e di parole, di pensieri e di cuore avrebbe la forza di trasformare in modo evangelico, senza avve-nimenti straordinari ma nell’ordinarietà della vita quotidiana, le nostre comunità e i nostri rapporti personali. S.Francesco ebbe rivelata la sua vita evangelica quando il Signore gli dette dei fra-telli: con i suoi primi compagni ascoltò quelle famose pagine e iniziò l’avventura evangelica, che ancora oggi coinvolge ognuno di noi frati: cosa ci impedisce di continuare a percorrerla con rinnovato entusiasmo? fr.Valerio Mauro

25 Settembre A s s e m b l e A P r o v i n c i A l e - F e s t A d e l l A P r o v i n c i A n e l l a s a l a - t e a t r o d e l l a P a r r o c c h i a d i M o n t u g h i d a l l e o r e 9 : 3 0 f i n o a p r a n z o .

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ONOMASTICI Di AGOSTO

A n n i v e r S A r i 70° di Professione15 fr.Bernardo Mons. G.Gremoli

14 fr.Stanislao Livi, fr.Massimiliano Tamburini20 fr.Bernardo Mons. Gremoli22 fr.Fabrizio Pallotti, fr.Fabrizio Civili25 fr.Lodovico Fornesi

03 fr.Nicola Cappella05 fr.Emidio Pasquini08 fr.Domenico Perrotti, fr.Domenico Remaggi14 fr.Alfredo M. Paladini -

Tornati al Padre...

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s i t u a z i o n e s a n i t a r i a Fr.Amedeo Senesi, è stato ricovera-to all’Ospedale fiorentino di Careggi, per sostenere un delicato intervento chirurgico alle coronarie e alla valvola aortica. Difficoltà respiratorie accusate nella seconda metà del mese di Giu-gno, lo hanno costretto a visite medi-che accurate, che, oltre a edema pol-monare, hanno messo in evidenza più complessi problemi cardio-vascolari. Fr.Giovanni Feliciani, da qualche giorno è ospite dell’Infer-meria Provinciale. Dopo una vita intera trascorsa a Le Celle di Cortona, divenendone un icona significativa, ha mestamente desiderato questo trasferimento perché non gravassero sulla fraternità locale le sue precarie condizioni generali di salute.

CALenDAriO DeL miniSTrO in LuGLiO

07 fr.Claudio Bianchi08 fr.Adriano Minucci11 fr.Benedetto Mencucci

90 anni 12 fr.Emidio Pasquini 75° di Professione 14 fr.Atanasio Andreini 50° di Professione16 fr.Lino Brocchi, fr.Amedeo Ferretti, fr.Adriano Minucci 50° di Sacerdozio18 fr.Luigi Savi, fr.Oneglio Bacci, fr.Giovanni Lazzaroni

08 Montecatini: Visita fraterna15-16 Frascati: Incontro dei Definitòri del Centro Italia con il Ministro Generale.18 Roma: Via Cairoli: Incontro per la revisione dei Segretariati 19 S.Miniato: cena con il Vescovo e partecipazione alla ‘prima’ del Teatro dello Spirito.20-27 Val Badia (BZ): Vacanze estive.

CALenDAriO DeL miniSTrO in AGOSTO12 Ag. - 04 Sett. Visita pastorale nella Custodia di Nigeria con Fr.Francesco Borri, per il Capitolo della Custodia (26-30 Ag.)

O N O M A S T I C I D i L u G L i O13 fr.Enrico Valdambrini21 fr.Lorenzo Pasquini25 fr.Giacomo Carlini

A n n i v e r S A r i 70° di Sacerdozio18 fr.Stanislao Livi 60° di Professione23 fr.Artemio Boschi 70° di Professione24 fr.Michele Cafaggini, fr.Angelo Fiumicelli 30° di Professione25 fr.Valerio Mauro, fr.Paolo Balloni 70° di Professione27 fr.Giacomo Carlini 50° di Sacerdozio28 fr.Nicola Cappella

N el mese di Giugno la Fraternità Provinciale dei Cappuccini toscani ha salutato il ritorno al Padre di due confratelli:

P.Giu l io Ga la s s i Il 05 Giugno, a sera, ha concluso la sua vicenda ter-

rena P.Giulio Galassi. Dopo alcuni giorni di degenza ospedaliera, considerata l’inefficacia di ogni intervento sanitario, è stato riportato nell’Infermeria Provinciale, dove, poco dopo, è deceduto.

Aveva 88 anni, dal 1950 era sacerdote. La sua gior-nata umana è stata piena. Molti confratelli lo hanno conosciuto ed hanno apprezzato il suo servizio negli anni del collegio e poi, per 20 anni, nella storia delle pri e fondazioni cappuccine nigeriane (1984-2004).

P.Domenico Smar r in i Il 27 Giugno, di primo mattino, è deceduto

P.Domenico Smarrini da Cortona (1927-2013). Aveva 86 anni, dal 1951 era sacerdote. Ormai dal

2005 ospite nell’Infermeria Provinciale, per il progres-sivo aggravarsi della malattia (morbo di Parkinson), ha vissuto la dolorosa vicenda con coraggio francescano, senza il minimo lamento e con grande serenità.

Frate molto attivo, ha lasciato, specialmente a Prato e in numerosi Istituti religiosi femminili a raggio na-zionale, un caro ricordo della sua premurosa e gioiosa presenza francescana. Fu Guardiano e Predicatore.

Lux perpetua luceat eis!

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A cura di Pier Alfonso, ospite de ‘Le Celle’

P a s t o r a l e G i o v a n i l e V o c a z i o n a l e

C

Ho visitato un albergo di lusso.. .

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S e g u e n d o C h i a r a … A cura di Sr.Veronica, cappuccina del Monastero di Firenze

i sono giorni in cui il ricordo di Chiara si fa più intenso e sembra quasi un richiamo ad andare con la memo-ria in quella terra, in quella valle, ed entrare, lì, a San Damiano, luogo che ha visto il sorgere della forma di vita che Chiara, accompagnata da Francesco ha ricevu-to per ispirazione dall’Alto e giorno dopo giorno ne ha fatto l’impegno costante che ha dato senso al suo esi-stere di donna nuova della valle Spoletana… così, nel giorno della sua festa, il prossimo 11 Agosto, desidero condividere con voi qualche pensiero, da figlia, che cerca di seguire il suo esempio qui, tra queste mura del Monastero, dove il Signore mi ha chiamato… La prima immagine che mi viene davanti, quando penso a Chiara, è una intensa luce, che dall’interno del chiostro si propaga all’intorno fino a raggiungere tutta la vallata di Assisi…, luce forte come quella del tramon-to, ma che non ferisce lo sguardo e che, proprio per questo, rimanda alla vera LUCE, il Signore Gesù, in cui Chiara si è immersa fino a divenirne parte… Lo sapevano bene le sue sorelle, come testimonia-no nel Processo di canonizzazione, quando la vedeva-no uscire dalla preghiera e sul suo volto c’era riflesso quel bagliore che gli era rimasto, dopo il colloquio con lo Sposo, ed era quella stessa luce che Lei emanava quando le istruiva sulle cose dello Spirito… come aqui-la, che fissava il Sole, riportando dall’altezza del Miste-ro gustato, il nutrimento spirituale per le sue figlie. Poi, nel pensare a Lei, vedo una fonte di acqua zampillante, umile e casta…segno del suo ‘amore ma-terno’ con il quale si chinava a servire le figlie, cer-cando per sé i lavori più umili e con le sue mani, che portavano la ‘benedizione’ di Dio, moltiplicava il pane e l’olio, arrivando fino a guarirne qualcuna, facendo su di loro un segno di croce: quasi a conferma divina che l’amore vero genera sempre vita nuova. Una terza immagine è quella di Lei, con il volto rivolto al suo cuore, per cercare di esprimere l’ascol-to contemplativo che viveva. Un suo biografo così si esprime: “Chiara si custodiva dentro“: credo non po-teva trovare espressione più eloquente per dire quel suo quotidiano essere immersa nel mistero di Dio, per cui tutto di Lei era concentrato nella sua interiorità, quale altera Maria che diviene vergine fatta Chiesa. Ed infine, l’ultima immagine la riprendo proprio da Lei, mentre lascia questa terra dicendo: “Tu, Signore, sii be-nedetto che mi hai creata!”. La vita di Chiara è stata una continua lode a Dio, un vivere nello stupore, nella gratitudine e nel canto, ri-conoscendo tutti i Suoi benefici e l’amore provvidente del Padre che sempre l’ha custodita, guidata, sorretta e sappiamo che le difficoltà e le sofferenze non sono man-cate…ma queste, grazie alla sua fede, ed al suo amore puro per Lui, non hanno mai scalfito o interrotto il canto del cuore, che quale soave profumo, salendo al cielo, si espandeva all’intorno tra le mura di San Damiano. Nella memoria liturgica della nostra Madre S.Chiara, conceda il Signore a tutte coloro che sono state chiamate a seguire il suo esempio, di camminare sulle sue orme, per testimoniare oggi la vita nuova che Lei, come Francesco, ha mostrato in modo meraviglioso ai suoi contemporanei.

C a l e n d a r i o p e r l ’a t t i v i t à g i o v a n i l e e s t i v aPer ragazzi e ragazze dai 18 ai 35 anni

Convento di Borgo S.Lorenzo Da n z e rò f i n o a l l’ a l ba 16 -21 Luglio Una esperienza singolare di danza e di ballo, attraverso la Bibbia, per imparare a vivere e pregare con il proprio corpo.

E r e m o d i M o n t e c a s a l e ( A R ) L a v i t a a l r o v e s c i o 4-10 Agosto Esercizi Spirituali sui passi di Francesco alla scoperta di una vita controcorrente... Eremo di Montepulciano (SI ) Nel deserto, il Signore! 25-31 Agosto Scuola di silenzio itinerario alla riscoperta di se stessi e di Dio per riappropriarsi del gusto di vivere. Per informazioni Centro Pastorale Giovanile Vocazionale (PGV) di Borgo San Lorenzo (Fi): Tel. 055.8459385, e-mail:[email protected], oppure fr.Marco Bernardi al cell. 346.6242401. sito: www.suisuoipassi.org (su Facebook e su Twitter)

A n i m a z i o n e M i s s i o n a r i a C.A.M - Prato Il 28 Luglio: Giornata Missionaria presso la Parrocchia di S.Francesco, nell’atmosfera estiva e marina di Vittoria Apuana.Bambino Gesù. 31 Luglio-03 Agosto: Campo-Lavoro presso il Centro di Riabilita-zione per i bambini motolesi di Mlali in Tanzania. 12 Agosto-04 Settem-bre: Fr.Francesco Borri, si reca in Visita alla Custodia dei Frati Cappuccini di Nigeria, con il Ministro Provinciale, in occasione del loro Capitolo.

Ho visitato un albergo di lusso, con camere ampie e dota-te di ogni genere di confort possibili ed immaginabili (TV satellitare, telefono, sedie foderate di stoffa pregiata, balcone con vista, ascensore…) eppure in nessuna stanza mi sono sentito a mio agio. Il proprietario, dispiaciuto per le mie lamentele, si era dichiarato disposto a farmi pagare la metà del prezzo pattuito, ma ancora una volta non mi sono sen-tito soddisfatto. Così me ne sono andato.

Il 9 Giugno scorso ho visitato il Santuario de ‘Le CeLLe’di Cortona per la prima volta. Sono stato accolto in una celletta di 2 metri quadrati, con un letto incassato al muro su tre lati, una piccolissima finestrella per il ricambio dell’aria, una scrivania in legno delle dimensioni di un comodino, una porta bassa un metro e sessanta con so-pra l’immagine di Cristo in croce. Per arrivarvi ho dovuto percorrere cunicoli molto stretti e tortuosi che salivano e scendevano, giravano a destra e a sinistra. C’erano ritmi di preghiera sostenuti, da rispettare... sentivo la durezza del legno massacrarmi le ginocchia e le natiche quando mi prostravo dinanzi al Signore Iddio; ho dato una mano ai frati nella cura degli orti e a sparecchiare la tavola dopo i pasti; ho voluto digiunare a colazione e a cena per tre giorni, come gesto di penitenza, nonostante i frati mi in-vitassero a mangiare qualche pezzo di pane. E, alla fine, come se ciò non bastasse, mi sono sentito in dovere di dare più di quanto generalmente si paga in un albergo a 5 stelle. Una specie di carcere? Tutt’altro! Non mi sono mai sen-tito tanto libero e comodo in vita mia, manco fossi a casa.

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Per contattare la Redazione Fra Noi Telefono: 055 -46 . 24774 E-mail: [email protected] AttendiAmo notizie dAlle frAternità

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A cura di Fr.Giacomo Carlini

nche se l’ Anno Feliciano è, ormai, concluso, abbiamo pensato che sia gesto gentile, ricordare, sospinti dalla storia, un amico di S.Felice: s.Filippo neri (1515-1595). Il suggerimento nasce da un quadro, recentemente restaurato, del fa-moso Santo toscano, trasmigrato e vissuto a Roma negli anni di S.Felice.

Il quadro non ha particolari pretese artistiche, ma il trovarsi in un convento cappuccino toscano fa pensare all’antica amicizia del santo con il coetaneo Felice. Il ritratto è pervenuto nella raccolta di opere d’arte dalla Chie-sa del Romito (Firenze), forse regalato all’allora parroco cappuc-cino P.Filippo da Tavola (1903-1985). Nella tela S.Filippo è rap-presentato nella gloria, in vesti sacerdotali, lo sguardo contem-plativo. Il volto un po’angoloso, ma sorridente, sembra tuttavia trasmettere quell’aria toscanamente burlesca, che caratterizzò la sua presenza a Roma e di cui fece esperienza anche S.Felice.

U n a m i c o d i S . Fe l i c e . . .

L’arte nei conventi dei cappuccini toscani

A

lle ore 15 di Mercoledì 27 marzo 2013, è stata collocata nel corridoiodella Portineria del convento dei Frati Cappuccini di Massa (vedi foto in basso) accanto a S.Francesco e S.Antonio, una statua in marmo a grandezza naturale, del Missionario P.Damiano Giannot-ti (nato a Bozzano (LU) il 5 novembre 1898 e deceduto a Recife il 31 maggio 1997). La realizzazione di questa pre-gevole opera in onore e memoria di questo nostro glorioso quanto umile confratello è stata possibile per l’inte-ressamento di P.Gianfranco Lazzari, refe-rente provinciale per la Causa di beatifica-zione e per la mediazione di Don Cesare Cappè, parroco di S.Francesco in Carrara. La premura nel divulgare la co-noscenza e la devozione verso “Frei Dami�o” nella parrocchia di S.Francesco e nella città, ha fatto na-scere l’idea di celebrare e immortalare nel marmo un santo missionario che ha speso tutta la sua vita in Brasile pre-dicando per ben 60 anni le Missioni al popolo del Nordeste brasiliano. Tramite le conoscenze di don Cesa-re ci si è rivolti alla prestigiosa ditta “Cave Michelangelo” di Carrara, gestita

in proprio da un insigne benefattore Franco Barattini per avere in dono un blocco di marmo statuario del peso di circa due tonnellate. La lavorazione è stata affidata all’an-cor giovane illustre scultore prof. Lu-ciano Massari che sapientemente ha estratto dal marmo la giusta e perfetta fisionomia del Missionario Cappuccino nel pieno della sua attività con le perti-nenti insegne del crocifisso, della coro-na del rosario, dei sandali e dell’abito con cordone e cappuccio. La figura spira modestia, mansue-tudine e serenità di chi è giustamente compreso della propria identità mis-sionaria debitrice verso tutti delle fra-granti parole del suo Signore. Nel ringraziare le suddette persone che insieme a noi hanno seguito passo passo lo svolgimento dell’opera con op-portuni suggerimenti e incoraggiamen-ti, ci permettiamo di esprimere il nostro parere: meglio di così non si poteva fare! Pertanto con i confratelli della fraterni-tà di Massa ci permettiamo di invitare i nostri benefattori alla nostra mensa in un giorno di loro gradimento. La Fraternità di Massa

Una statua in marmo per Frei Dami�o missionario cappuccinoA