fra noi 5 maggio 2014 a4

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ME MO L’angolo del Messaggio Saluto del III Consigliere Provinciale 11 Maggio : IV Domenica di Pasqua “Io sono la porta delle pecore...” 51 a Giornata di PreGhiera Per le Vocazioni 27 Maggio: Montughi incontro dei Guardiani e Vicari nella Sala Capitolare con puntualità alle ore 9:30 o sono la Risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà...(Gv 11, 25). Siamo in pieno tempo pasquale e sono tante le volte che ascoltiamo e viviamo insieme a tutta la Chiesa queste parole di Gesù, scritte nel Vangelo di Giovanni. Più volte anche noi, nelle vicende più oscure della nostra storia personale, abbiamo incontrato la morte e più volte anche noi abbiamo desiderato sperimentare nel nostro corpo la Risurrezione: era finita la voglia di impegnarci, era finita la voglia di amare, era finita la voglia di vivere... qualcosa dentro ci diceva “non mi interessa più niente né Dio né gli altri, non c’è nulla per cui vale la pena vivere.” Ma un semino dentro ha iniziato a germogliare non so perché non so da dove, ma ...quella pietra si è ribaltata. Le parole di un amico, le lacrime di una persona cara che ci segue e ci ama, nel silenzio e nel segreto hanno illuminato le nostre tenebre. Nel buio della notte, l’amore, il coraggio e la speranza di Maria di Magdala, hanno ridonato la forza per cercare là dove prima era solo pianto e delusione. Ancora una volta il Signore, all’alba del nuovo giorno, si rivela ad una donna e pronuncia delle parole che sono al centro della nostra fede. Sono le lacrime delle persone che hanno amato e amano il Signore che diventano una preghiera potente che Dio non può non ascoltare. E il dolore di chi ha visto Gesù crocifisso, nell’incontro col Risorto si muta in gioia profonda. Il Signore risorto appare e si mostra con le ferite. Forse pensavamo che la Pasqua avrebbe rimarginato per sempre le sue piaghe e invece non è così. L’Amore ha scritto il suo racconto sul Corpo di Gesù con le ferite che non si cancellano e restano per sempre a testimoniare il dono supremo della vita. Ma dalle piaghe aperte del Signore Risorto ora non sgorga più sangue ma luce e Misericordia. Anche le nostre ferite a volte segni d’amore a volte segni di errori fatti nel passato diventano delle porte attraverso le quali il Signore entra misteriosamente per donare la sua grazia, il suo perdono, la vita nuova. I Mi piace pensare che se la porta del nostro cuore è ancora chiusa, il Signore non se ne andrà, ma otto giorni dopo sarà ancora lì a dirci guarda, vedi, tocca con la tua mano, proprio come ha fatto con Tommaso. Beati quelli che senza aver visto crederanno” dice il Signore a ciascuno di noi. Per i credenti non esiste una vita più facile ma una vita più intensa e appassionata proprio come quella di Gesù, buona e bella che non conosce la fine. Chi ama vive per sempre. Fr.Mario Testa Le ferite che non si cancellano ...

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Pagine informative dei Frati Cappuccini Italiani

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Page 1: Fra noi 5 maggio 2014 a4

ME MO

L ’ a n g o l o d e l M e s s a g g i oSaluto del III Consigliere Provinciale

11 Maggio : IV Domenica di Pasqua “Io sono la porta delle pecore...” 5 1 a G i o r n a t a d i P r e G h i e r a P e r l e V o c a z i o n i27 Maggio: Montughi incontro dei Guardiani e Vicari

nella Sala Capitolare con puntualità al le ore 9:30

o sono la Risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà...(Gv 11, 25). Siamo in pieno tempo pasquale e sono tante le volte che ascoltiamo e viviamo insieme a tutta la Chiesa queste parole di Gesù, scritte nel Vangelo di Giovanni.

Più volte anche noi, nelle vicende più oscure della nostra storia personale, abbiamo incontrato la morte e più volte anche noi abbiamo desiderato sperimentare nel nostro corpo la Risurrezione: era finita la voglia di impegnarci, era finita la voglia di amare, era finita la voglia di vivere... qualcosa dentro ci diceva “non mi interessa più niente né Dio né gli altri, non c’è nulla per cui vale la pena vivere.”

Ma un semino dentro ha iniziato a germogliare non so perché non so da dove, ma ...quella pietra si è ribaltata.

Le parole di un amico, le lacrime di una persona cara che ci segue e ci ama, nel silenzio e nel segreto hanno illuminato le nostre tenebre. Nel buio della notte, l’amore, il coraggio e la speranza di Maria di Magdala, hanno ridonato la forza per cercare là dove prima era solo pianto e delusione. Ancora una volta il Signore, all’alba del nuovo giorno, si rivela ad una donna e pronuncia delle parole che sono al centro della nostra fede.

Sono le lacrime delle persone che hanno amato e amano il Signore che diventano una preghiera potente che Dio non può non ascoltare. E il dolore di chi ha visto Gesù crocifisso, nell’incontro col Risorto si muta in gioia profonda.

Il Signore risorto appare e si mostra con le ferite. Forse pensavamo che la Pasqua avrebbe rimarginato per

sempre le sue piaghe e invece non è così. L’Amore ha scritto il suo racconto sul Corpo di Gesù con le

ferite che non si cancellano e restano per sempre a testimoniare il dono supremo della vita. Ma dalle piaghe aperte del Signore Risorto ora non sgorga più sangue ma luce e Misericordia.

Anche le nostre ferite a volte segni d’amore a volte segni di errori fatti nel passato diventano delle porte attraverso le quali il Signore entra misteriosamente per donare la sua grazia, il suo perdono, la vita nuova.

I

Mi piace pensare che se la porta del nostro cuore è ancora chiusa, il Signore non se ne andrà, ma otto giorni dopo sarà ancora lì a dirci guarda, vedi, tocca con la tua mano, proprio come ha fatto con Tommaso.

“Beati quelli che senza aver visto crederanno” dice il Signore a ciascuno di noi. Per i credenti non esiste una vita più facile ma una vita più intensa e appassionata proprio come quella di Gesù, buona e bella che non conosce la fine. Chi ama vive per sempre.

Fr.Mario Testa

Le ferite che non si cancellano...

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Vita di Fraternità nella condivisione di vita e di idealiAderire a Cristo... da discepoli... nella chiesa i è svolta dal 25 al 27 aprile a Napoli, in un clima di preghiera, pace e serenità, la seconda Assemblea pre-capitolare OFS, in preparazione al Capitolo Elettivo Na-zionale che sarà celebrato a Giugno ad Assisi. Con la sua relazione, il Ministro Nazionale Remo Di Pinto ha esortato ad essere disponibili ai cambiamenti, ad acquisire una dimensione di povertà e di distacco, ad essere pronti ad accettare le sollecitazioni che proven-gono dall’esterno proponendo di lavorare su due punti essenziali: aderire alla persona di Cristo, che deve es-sere al centro del nostro essere e portarci ad agire da discepoli, ed essere in comunione con la Chiesa, una Chiesa che oggi sta cambiando geografia e politica, nel senso che ha scelto di abitare la strada e di relazionarsi in modo diverso dal passato. Il prossimo Consiglio dovrà lavorare quindi su queste sollecitazioni, cercando di essere ancora più vicino alle Fraternità Regionali con una presenza fraterna qualifi-cata e capace di realizzare incontri utili ad acquisire la consapevolezza della nostra missione, del nostro ruolo. Da non dimenticare l’impegno di essere vicini ai giova-ni della Gioventù Francescana accompagnandoli nel loro cammino formativo e non ultimo quello di favorire con la nostra collaborazione la realizzazione delle Fraternità degli

a cura di Matteo, Ministro Reg. OFSS

a cura di Gabriele Zetto, gifrino

Araldini e la loro integrazione nelle singole Fraternità. Tre giorni quindi di riflessione, di confronto, di momenti di preghiera e di discernimento sul futuro dell’OFS nel prossimo triennio. I tempi sono cambiati ed è quindi arrivato il mo-mento di fare una scelta sul futuro da dare all’OFS d’Italia. E’ stato questo il pensiero unanime di con-divisione della Assemblea, formata da tutti i Con-sigli Regionali in un clima davvero molto fraterno. Non meno fraterna, l’atmosfera creatasi nel dopo cena di sabato grazie al tour by night offerto dal Consiglio Regionale della Campania, con Alfonso Petrone che ci ha regalato due ore di visita ai luo-ghi più belli e suggestivi di Napoli, tra cui il noto Monastero di Santa Chiara. ‘Aria nuova’ nell’OFS Nazionale e, di conseguenza, aria nuova anche a livello Regionale e Locale, con la speranza che porti presto un cambiamento in ogni nostra singola realtà. Mi piace chiudere con le parole che Ilaria Bucelli, del nostro Consiglio Regionale, ha inviato alle Fraternità della Toscana: “Il nostro com-pito è quello di portare questa aria nuova alle Frater-nità, sempre nel rispetto di quelle che per anzianità o altro non sono preparate a cambiare... Il nostro compito, come Consiglio Regionale, è quello di ren-dervi tutti partecipi di questo momento e di invitar-vi ogni giorno a pregare per il Capitolo di Giugno”.

Semi destinati a germogliare...

26-27 Aprile, insieme a Castellina Marittima on ci sono più i giovani di una volta!...’ È vero! Non ci sono più! In pochi decenni si sono rivoluzionate le caratteristiche di tutte le generazioni, specialmente di quella adolescenziale.

nati, ho visto il loro stupore nel descrivere ciò che hanno provato nella condivisione finale. Non so dire bene da cosa derivasse quello stupore: forse hanno visto che non è tutto noioso quello che facciamo alla Gioventù Francescana, forse non sono così noiose quelle preghierone piene di espressio-ni strane... se le recitiamo come se fossero scritte per noi, o forse erano semplicemente stupiti dal potersi divertire an-che con dei giochi semplici, fatti in cerchio, come facevano quei famosi ragazzi di una volta. Non so cosa ci sia nei loro cuori, spero tanto però che l’esperienza di questi due giorni sia stata un piccolo seme dentro di loro, e soprattutto che colui che invece il loro cuo-re lo conosce bene, possa far germogliare quel seme. Grazie ai ragazzi, grazie a chi si è speso, agli animatori, alla commissione formazione regionale, agli assistenti regionali e a tutti coloro che hanno partecipato. Grazie al Signore che ci fa vivere tutto questo.

Ce lo dice la sociologia, ce lo ricordano i fatti di cronaca, lo vi-viamo ogni giorno. Anche noi gifrini, da anima-tori possiamo toccare con mano tutto questo. Oggi è difficile in-teressare i ragazzi, è difficile coinvolgerli, è difficile trovare il giusto canale di comunicazione per trasmettere loro la bellezza della fraternità che viviamo. A Castellina Marittima,

nei giorni 26 e 27 Aprile ci abbiamo provato.

Abbiamo parlato delle emozioni. Di come le viviamo, come dargli un nome e soprattutto come indirizzarle, come trasformarle in azioni e per orientarle al bene. Il tempo non è stato molto, ma è stato vissuto appieno, tra attività, giochi, chiacchiere e due calci al pallone. In tutto questo non sono ovviamente mancati i momenti di preghie-ra: la liturgia delle Ore, la bellissima veglia molto sentita dai ragazzi, e la santa Messa a conclusione del Campo. “Non ci sono più i giovani di una volta!” è vero, e se vogliamo conti-nuare con gli stereotipi, oggi i giovani sono sempre a digi-tare con i loro smartphone, sono sempre con la testa tra le nuvole e spesso sono disinteressati. Io però in questi giorni ho visto anche degli adolescenti interessati a ciò che gli veniva detto, che hanno partecipato e portato il loro contributo alle attività.Ragazzi che hanno detto dei piccoli ‘no’ ai loro impegni per essere presenti. Credo davvero che questo non sia scontato. Ho visto anche i loro sguardi che spesso si sono illumi-

N

OFS E GiFraguardano avantI

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Pa s t o r a l e G i o va n i l e Vo c a z i o n a l e

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C o n t a i n e r s p e r l ’ A f r i c a Passione Per la Missione a cura di Alberto Berti, OFS Prato

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CaLENDaRIO DI MaggIO Dal Diario del Ministro Provinciale

05-08 Livorno: Visita pastorale12-16 Careggi: Visita pastorale19-23 Montughi (FI) Visita pastorale24 Castelbellino (AN): Professione perpetua di Fr.Fabio Chiodi.27 (matt.) Montughi: 4° Incontro dei Guardiani e Vicari.27 (pom.) Montughi: 25ma Riunione del Consiglio Prov. (1a parte).

CaLENDaRIO DI gIugNO02-05 Frascati: Assemblea CIMPCap06 Montughi: 25ma Riunione del Consiglio Provinciale (2a parte).09-11 Frascati: Incontro dei Consigli Provinciali del Centro Italia.

omenica 27 Aprile i fedeli convenuti per la SS. Messa ai Cap-puccini di Prato hanno trovato nel piccolo piazzale antistante la chiesa due grossi container chiusi. Molti di loro sono ormai abi-tuati: questa è solo l’ultima di una lunga serie di spedizioni inizia-ta quasi 20 anni fa. Prato infatti è sede logistica del nostro Cen-tro di Animazione Missionaria e negli ampi locali sotto la chiesa viene raccolto, scelto e impacchettato tutto il materiale diretto verso le nostre missioni in terra d’Africa. Questi ultimi due con-tainer sono diretti in Tanzania, all’ospedale per bambini motolesi di Mlali (vedi foto), edificato dal P.Angelo Simonetti e affidato, ormai da qualche anno, ai nostri fratelli Cappuccini tanzaniani. Riempiti in modo da sfruttare ogni spazio, contengono materiale ortopedico, generi di prima necessità, attrezzature per la sala ra-diologica, medicinali, materiale per le sale operatorie; ma anche attrezzature didattiche per i bambini che frequentano il centro,

effetti personali per i frati missionari, pezzi meccanici per il trat-tore, materiale per le altre missioni e per le nostre chiese, mol-to vestiario e scarpe, alimenti e rotoli di stoffa con le quali le donne tanzaniane possono confezionare vestiti e suppellettili da rivendere al mercato. Il centro di Mlali ha magazzini molto ampi e fa da base logi-stica anche per le altre stazioni, presenti nell’area e portate avanti da frati tanzaniani e da frati toscani ancora presenti in terra di missione. Questi container sono il risultato dello sforzo e della generosità di molti volontari e collaboratori, di molti affezionati benefattori e dell’amore per la missione dei frati Cappuccini.

Il Centro ha anche un mercatino missionario permanente ed un laboratorio nel quale si confezionano i vestiti per il bambini africani, ma l’attività non si limita solo alla confezione, raccolta e spedizione di questi aiuti che arrivano anche da ogni parte del-la Toscana ma è anche incentrata nell’animazione missionaria con incontri periodici nelle scuole, con la formazione di giovani, con eventi presso associazioni, con l’organizzazione di convegni missionari, con la presenza nei tanti mercati cittadini, attra-verso la stampa del giornalino Eco delle Missioni e con l’au-silio dei nuovi sistemi di comunicazione: il sito internet www.ecodellemissioni.it e la pagina facebook www.facebook.com/CentroAnimazioneMissionariaPrato. Un’altra parte importante di questa animazione è l’organizzazione annuale dei campi lavoro che attira molte persone che avvicinandosi al mondo missionario quasi per caso, una volta tornati dal campo, restano legate da un’esperienza indimenticabile che le porta ad impegnarsi sempre più per i poveri del mondo vicini e lontani. L’intento del Centro è proprio quello di trasmettere l’amore per il prossimo, la consape-volezza che non si può amare il Padre se non si amano i fratelli e che essere missionari è l’unico modo per essere cristiani. Questa consapevolezza ci fa sentire chiesa e ci scalda il cuore. La modali-tà francescana, che nasce dal Vangelo, attira ancora molte perso-ne alla vigna del Signore perché si può sperimentare ogni giorno quella provvidenza che non fa mai mancare nulla.

Per conoscere meglio le molte altre attività dell’animazione mis-sionaria dei Cappuccini Toscani, si può contattare il responsabile Fr.Francesco Borri, che per svolgere questo servizio, è tornato dopo quasi 30 anni dalla Tanzania, oppure Fr.Luca Maria de Felice che agli inizi del suo apostolato sacerdotale si è offerto per il servizio di ani-mazione missionaria o far visita a Fr.Flavio Evangelisti e i volontari del Centro Animazione Missionaria che ogni giorno sono presenti nei locali sotto la chiesa del convento di Prato a lavorare per le missioni.

Nel l’appuntamento del 24-25 Maggio

si conclude il percorso dei weekend vocazionali

I n c e r c a d i T e . . .presso il Convento

di Borgo S.Lorenzo Dal 29 Maggio al 2 Giugno la PGV dei Cappuccini italiani organizza l’evento nazionale

“Giovani e Frati”, a cui parteciperemo anche noi con alcuni dei ragazzi che hanno concluso il percorso vocazionale. Segnaliamo che è in distribu-zione il nuovo numero di

PRoPoSTA TAUPer più copie, richiedera a fr.Marco Bernardi cell. 346.6242401

cell. 346.6242401Sul sito:www.suisuoipassi.orgè presente un video-commento

Treminutidi...di un frate cappuccino sul Vangelo della Domenica.

s i t u a z i o n e s a n i t a r i a Fr.Marco Fantappié dopo un lungo periodo di fastidiosi distubi per ipertro-

fia prostatica, a fine Aprile è stato ricoverato presso l’ospedale di Careggi ed ha finalmente potuto affron-tare un importante intervento chirurgico di tipo tradi-zionale che lo costringe ad un periodo di opportuno riposo. La grinta sportiva e l’amore per la bici, oltre il desiderio di riprendere con entusiasmo il suo lavoro pastorale come Cappellano, proprio in Careggi gli daranno voglia ed energia per un rapido recupero.

ONOMASTICI DI MaggIO

A u g u r i03 Fr. Alessandro Rosadini10 Fr.Antonino Fortuna 11 Fr.Fabio Piccini Fr.Fabio Nuvoli12 Fr.Leopoldo Costi

3 Fr.Natale Cocci 16 Fr.Ubaldo Allorini17 Fr. Pasquale Martini19 Fr.Ivo Bartolozzi20 Fr.Bernardino Faralli

ANNIverSArI 01 Fr.Giorgio Picchi 50° di Professione

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Per contattare la Redazione Fra Noi Telefono: 055 -46 . 24774 E-mail: [email protected] AttendiAmo notizie dAlle frAternità

Il percorso di lectio divina sul ‘Discorso della montagna’ prosegue .Gli incontri con inizio alle ore 15:00 mantengono il seguente schema: presentazione esegetica del brano da parte di un confratello; un’ora di riflessione personale; condivisione fraterna e celebrazione eucaristica alle ore 18:00. I rimanenti appuntamenti:

14 Maggio (su Mt 6,25-7,12), - 11 Giugno (su Mt 7,13-29) .

l e c t i o d i v i n a a m o n t u g h i E s E r c i z i s p i r i t u a l i P . r a n i e r o C a n t a l a M e s s a

“Tutti furono Pieni di Spirito Santo” come sperimentare la grazia di una nuova Pentecoste

08-13 Settembre - doMus laetitiae Viale Giovanni XXIII, 2 - 06081 Assisi (PG)

Tel . 075 822792 - [email protected]

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A cura di Fr. Giacomo CarliniE tutti i frati si vestano di abiti vili e possono rattopparli con sacco e altre pezze con la benedizione di Dio ...(Regola Francescana). … Erano contenti di una sola tonaca, rappezzata di dentro e di fuo-ri , del cingolo e delle brache. E non volevano avere di più... (Testamento di S. Francesco). Le due citazioni ispirarono, per lungo tempo, la legislazione cappuccina in merito, soprattutto, al saio. Esso fu oggetto di una particolare attenzione in seno all’Ordine; divenne come l’em-blema della fedeltà alla propria professione francescana. Il saio cappuccino doveva portare impressi i segni di quel-la fedeltà ed uno di questi era testimoniato proprio da quel “rappezzamento”. E così fu! Il pezzo di sacco, cucito all’esterno, divenne la testimonianza eloquente della povertà e della austerità cappuccina. Il messaggio fu raccolto soprattutto dai pittori vicini ai cap-puccini; essi hanno immortalato nei loro quadri l’antica dispo-sizione cappuccina sul saio: esso doveva essere rattoppato! Abbiamo numerosi esempi: chi non ha visto il S. Felice da Cantalice nella chiesa dei Cappuccini di Montughi, del pittore G.Battista Vanni (1599-1660)? Una vistosa toppa biancastra de-cora bruttamente il fianco del santo (vedi FRA NOI marzo 2011). Il pittore certamente si ispirò al saio ‘rattoppato’, che si vede nel quadro di S.Felice nella chiesa della Concezione (primo sito dei Cappuccini a Firenze), autore Francesco Lupicini (+1652), da-tato 1630. Del medesimo periodo è il S.Francesco che riceve le Stimmate di Giovanni Francesco Barbieri (1590-1666), detto Il Guercino, che oggi si trova nella Cattedrale di Novara: una vi-stosa toppa decora il saio cappuccinesco. Non poteva mancare un pittore molto vicino ai Cappuccini: Jacopo Ligozzi (1547-1627). Questi, nel 1618, firmava e data-va una tela la visione di S.Francesco, in cui appare il santo in ginocchio davanti alla Vergine col Bambino. Il tema dell’ap-parizione della Vergine a Francesco, molto diffuso tra i pittori dell’epoca, fa pensare alla storia dell’apparizione della Vergine, che porge il Bambino al cappuccino S.Felice da Cantalice. E cap-puccinesco è il saio che porta la vistosa e poco elegante toppa biancastra nella parte posteriore. L’opera si trova alla Galleria Palatina di palazzo Pitti in Firenze (vedi immagine). I Cappuccini, possiamo dire, avevano, con quella toppa, susci-tato un modo nuovo di vedere l’austero abbigliamento francesca-no. L’austera e strana usanza, tuttavia, non poteva andare avanti. Tra i cappuccini toscani terminò nel 1744, quando il Ministro Provinciale, P.Alessandro Chigi da Siena (1690-1747), vietò la sto-rica toppa. La decisione fu poi approvata dal Ministro Generale. Si continuò, ad ogni modo, a ricordare ai frati l’ascetico principio del-la santa rozzezza, ‘che ridondava di tanta edificazione nel popolo’.

Anche se è difficile ammettere il discorso di una rozzezza santa e edificante, resta il fatto che il principio fu, triennal-mente, riaffermato nella legislazione cappuccina toscana. Rimossa, nel 1744, la toppa, venne sostituita, in qual-che modo, da due pezzi di stoffa del colore del saio, cuciti, a destra e a sinistra, nei fianchi. Si chiamarono ’fiancali’, che, oltre a ricordare le antiche toppe, servi-rono al cappuccino da capienti ‘tasche’. Poi anche queste ‘toppe’ più aggraziate, che rendevano il saio più robusto e pesante, passarono di moda. Il saio si arricchì di tasche proprie e soprattutto di apertura, che permetteva di arrivare direttamente a quelle dei pantalo-ni, che nel frattempo avevano sostituite le antiche ‘brache’ francescane, e in molte occasioni, lo stesso saio! Tuttavia, ancora oggi il saio mantiene il suo fascino. La perdita di pezzi superflui lo ha reso più essenziale e meno complicato da indossare, anche se, sempre più spesso non più riconosciuto come divisa dei frati del po-polo. Ma il cappuccino sembra non rinnegare la propria storia ed è sempre capace di ostentare una serafica roz-zezza anche nella modernità... abbinando al saio fogge di calzature, sciarpe, colletti, giacconi e colori che hanno poco a che fare con l’austero abbigliamento francescano!

Il saio ‘rattoppato’ nella tradizione dei frati cappuccini...