area marina protetta di capo carbonara

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Area Marina Protetta di Capo Carbonara

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Area Marina Protetta di Capo Carbonara

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Page 1: Area Marina Protetta di Capo Carbonara

Area Marina Protettadi Capo Carbonara

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Area Marina ProtettaCapo CarbonaraIsola dei Cavoli

Comune di Villasimius

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Nel 1823 il capitano W.H.Smyth era statoinviato in Sardegna al comandodell'Adventure, vascello di Sua Maestà

d'Inghilterra, per tracciare le carte delle costedell'isola. Un anno di navigazione ed il sog-giorno in varie località si tradussero nel 1828in un libro che offre non solo una descrizionedella geografia della Sardegna, ma anche un'o-riginale spaccato sulla sua vita sociale e suicostumi dell'epoca. Così Smyth descrive leisole della costa di Villasimius e la vita deisoldati che vivevano nelle torri, unici luoghiallora abitati:

Ad un quarto di miglio dal Capo Carbonaravi è l'antica Ficaria, un'isola oblunga,alta circa 80-90 piedi sul mare, ora chia-

mata dei Cavoli perché vi crescono i cavoli sel-vatici. La sovrasta una torretta in rovina condue cannoni, in cui una guarnigione di cinqueuomini resta come prigioniera per sei mesi, equalche volta, quando non si dà loro il cambio,per più di dodici mesi sebbene non ci sia altraacqua che quella di una cattiva cisterna e nonsia permesso loro di tenere una barca. Più diuna volta i Turchi si sono impossessati di que-sto scoglio, per nascondere le loro navi nellasua piccola insenatura e di lì attaccare qualun-que preda si trovasse a passare a tiro. A circacinque miglia e mezzo a nord est dei Cavoli euno e tre quarti dalla riva, vi sono le isole diSerpentaria [Serpentara], le Insulae Belerides

Dalle torrial turismo

In alto, la torredi Cala Pira, al limite

settentrionale dell’AMP.In basso, la Fortezza Vecchia

a Villasimus.

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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di Tolomeo, di cui la più meridionale, che èanche la più vasta, è probabilmente l'anticaCollodes. È una massa di granito lunga e piat-ta, con i lati scoscesi ed in cima una torre, incui sono come murati vivi i sei "torrari", sotto-posti allo stesso regime di privazioni di quellidella Torre dei Cavoli.

Altrettanto sorprendente appare oggi latestimonianza contenuta nel volumedella Geografia d’Italia di Strafforello

sulla Provincia di Cagliari edito nel 1895,quando Villasimius contava 977 abitanti: ANord del Capo Carbonara, e detta perciòanche Carbonara, a poco più di 2 km dalmare, a 36 da Quartu Sant’Elena, in aria salu-berrima, là dove la catena centrale dellaSardegna immergesi nel Tirreno. Piccola chie-s a d i p e n d e n t e d a l l a p a r r o c c h i a d iMaracalagonis. Nel suo litorale sono alcuniseni poco sicuri e due isolette, una detta dei

Cavoli, vicina al promontorio o penisoletta diCarbonara, con faro di 1ª classe, l’altra deno-minata Serpentara, pure con faro. Cereali,vino, ortaglie, patate, frutta. Era un desertoin addietro con residui di antichità. Nel 1821-22 il marchese di Chirra, o Quirra, fece alcu-ne concessioni a varii signori cagliaritani, eduno di essi, il cav. Jucani, sotto gli auspicidel conte Roero, presidente della Sardegna,fabbricatavi una chiesetta, vi chiamava alcu-ni coloni, che vi costruirono case e masserie,sì che in capo a 12 anni vi si annoveravanogià 130 famiglie con 550 anime.

In alto, la torre di San Luigisull’Isola di Serpentara.In basso, Capo Boi,limite occidentale dell’AMPe nell’entroterra la torre.

Dalle torri al turismo

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La torre di Porto Giuncodomina la Spiaggia del Giunco,lo stagno di Notteri e, sull’altroversante del promontorio,il porto di Villasimius.

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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Dalle torri al turismo

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S t o r ia r e c e n t e du n q u e q u e l l a d iVillasimius che assunse questo nomenel 1862, abbandonando quello di

Carbonara, che derivava dall’attività di pro-duzione del carbone da legna. Dei tempiantichi fuori dall’acqua rimangono contro-verse testimonianze sulle colline diCampulongu che per alcuni studiosi vannofatte risalire ad un insediamento fenicio-punico. Molto più ricco il “museo” sommer-so, che conserva le tracce di una frequenta-zione ininterrotta dal periodo punico ai gior-ni nostri. Nei fondali attorno a CapoCarbonara sono stati rinvenuti i resti delnaufragio di un’imbarcazione romana avve-nuto intorno al 250 a.C., l’intero relitto diun galeone spagnolo, solo in parte indagatodagli archeologi, ed un importante carico divasellame medievale.

Fatto sta che come molte località costieredella Sardegna questo tratto di costa subìfino all’Ottocento inoltrato le incursioni

dei pirati saraceni e per un lungo periodo solole torri furono luoghi stabilmente abitati. E letorri, un’efficiente rete di comunicazione,segnano il paesaggio dell’Area Protetta.

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In alto, gli edifici dellaCava Usai ed una parte dellezone di cavatura del granito.

In basso, i resti di cavalevigati dall’azione della

risacca sul litoraledi Cava Usai.

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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La Villasimius di oggi rimane una piccolacomunità con meno di 3000 abitanti, maa differenza di un tempo, la maggior

parte dei suoi interessi sono proiettati sullacosta, quella stessa costa dalla quale untempo conveniva stare lontani. Rimangonoancora legami con la tradizione, come lafesta della tosatura, che si tiene in maggio,ma oggi è il turismo il motore dell’economialocale. Un felice connubio tra le grandispiagge, lo scenario delle isole, un mare dafavola ed una notevole ricettività alberghierahanno fatto di Villasimius una delle capitalidel turismo in Sardegna.

Aquesta vocazione consolidata si èaffiancata la felice intuizione di proteg-gere il mare e l’ambiente circostante

come valore aggiunto indispensabile permantenere lo sviluppo turistico. Villasimiusinfatti è stato uno dei pochi comuni italiani

a volere l’istituzione di un’Area Protetta ed ascommettere sull’equazione: qualità dei ser-vizi + qualità dell’ambiente = sviluppo. C’èancora molto da fare, ma la strada giustasembra imboccata.

In alto, la tradizionale festadella tosatura a Villasimius.Al centro, la spiaggia e l’HotelCormoran a Campulongu.In basso, la vecchia torredell’Isola dei Cavoli sullaquale è stato eretto il faro.

Dalle torri al turismo

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Èil granito a segnare il paesaggio dell’en-troterra e della costa di Villasimius. Ungranito chiaro, tendente al bianco, diver-

so da quello della Gallura, per fare un esem-pio. Diverso nell’aspetto perchè diversi sono iminerali che lo compongono: nel granito diVillasimius, infatti, prevale il plagioclasiobianco, un feldspato microgranulare. Un gra-nito che a lungo è stato oggetto di sfrutta-mento come dimostrano le molte cave, alcuneantichissime, ancora ben visibili in vari puntidella Costa: a Cava Usai, tra Capo Carbonara e

la Torre del Giunco, ma anche a PuntaMolentis. In entrambi i casi il risultato dellacavatura veniva poi trasportato per mare.

Ma a Cava Usai lungo la spiaggia che rac-corda con Capo Carbonara c’è anchequello che resta della cosiddetta pan-

china tirreniana, una caratteristica formazio-ne geologica del periodo quaternario, formatada conglomerati e argille di origine organica ericca di fossili. Tipica di ambienti costieri eformata da depositi marini, essa risale all’ulti-ma glaciazione.

Nel segnodel granito

In alto, la spiaggia e ilpromontorio di Punta Molentis.

In basso, panchina tirrenianafossilifera a Cava Usai.

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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L’asprezza del granito è addolcita dallamacchia mediterranea, con le sue tipicheessenze tenute basse dal vento. Attorno

alla Torre del Giunco è molto diffusa l’euforbiaarborea che dopo la fioritura vira dal giallo alrosso per poi tornare al verde nei mesi inver-nali, quasi a scandire il trascorrere delle sta-gioni. Solo sui 45 ettari dell'isola dei Cavolisono state censite più di 250 piante diverse ela flora di tutta l’area è impreziosita da moltepiante endemiche che hanno maggiore svilup-po sulle piccole isole. Tra gli endemismi, sonodiffuse varie specie di Limonium.

Sull’Isola dei Cavoli cresce l'acchiappamo-sche o gigaro gigante (Dracunculus musci-vorus). È una pianta endemica di Sardegna,

Corsica e Baleari dall'aspetto inconfondibileche si rinviene soprattutto nelle piccole isole:le foglie sono grandi, lanceolate ed il fiore hala forma di un grande imbuto color rosso mat-tone, peloso, con al centro una lunga protube-ranza pelosa, chiamata spadice, con i fiori fem-minili alla base e quelli maschili nella zona ter-minale. Quando viene a maturità emette unodore di carne andata a male, che attrae parti-colari insetti che favoriscono l'impollinazione.Questa strana pianta ha anche un'altra caratteri-stica per attirare gli insetti.

L’infiorescenza a forma di imbuto, come unpannello solare, assorbe le radiazioniluminose riscaldandosi: si generano così

correnti di convezione termica verso l'internodel fiore, dove sono appunto collocati gliorgani della riproduzione. Gli insetti sonospinti verso questa zona e restano impregnatidel polline: la pianta è sempre coperta dimosche (Sarcophaga carnaria) che diventanoparte integrante del meccanismo riproduttivo,trasferendo il polline da fiore a fiore.

In alto, l’acchiappamosche. Al centro limonio endemico(Limonium retirameum). In basso fiori di cavolo diSardegna (Brassica insularis).

Nel segno del granito

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Erosioni nel granitodi Punta Molentis

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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Fioritura di giglio marittimosulle dune della Spiaggiadel Giunco

Adulti e giovani dimarangone dal ciuffo sui

Variglioni dei Cavoli.

Nel segno del granito

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Sull’isola dei Cavoli si trova anche il cavolodi Sardegna (Brassica insularis), un ende-mismo tirrenico, presente anche in Corsica

e Pantelleria. In Sardegna è diffusa ancheall’Isola Rossa di Teulada, a Tavolara, aFigarolo, lungo la costa di Capo Caccia ed inalcune zone dell'interno. Si tratta di una pian-ta perenne, con fusto legnoso alla base, confoglie voluminose, che può raggiungere nor-malmente gli 80 cm di altezza: sull'Isola deiCavoli sono state rinvenute piante con porta-mento arboreo, alte fino a 2,70 m e con il fustodi 13 cm di diametro. La fioritura avviene tra lafine dell'inverno e la primavera, con numeroseinfiorescenze bianche, che in particolare nellepiccole isole caratterizzano la vegetazione pri-maverile.

Èuna pianta tipica di ambienti esposti erocciosi, infatti cresce su rocce sparseoppure su pareti verticali. Appartiene ad

un gruppo composto da numerose specie, pro-genitrici del cavolo che viene coltivato e che simangia normalmente. La somiglianza più evi-dente con il cavolo coltivato è nella forma enella dimensione delle foglie.

In alto, berta minore.In basso, la Spiaggia del

Giunco separa lo Stagno diNotteri dal mare. Sullo Stagno

a volte nel periodo invernalesostano gruppi di fenicotteri.

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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Anche le grandi spiagge bianche concorro-no alla formazione del paesaggio e lungodi esse si incontrano notevoli complessi

di dune con una ricca vegetazione pioniera ched’estate si abbelliscono con la fioritura deicandidi gigli di mare.

Sulle piccole isole la fanno da padroni igabbiani reali, che nel periodo riprodutti-vo si riuniscono in centinaia di coppie. A

Serpentara sono così tanti che i nidi sonodovunque ed il terreno è cosparso dei resti diquanto trafugano dalle discariche per crescerela prole. Il gabbiano corso è un ospite occa-sionale, mentre il marangone dal ciuffo iniziala sua stagione riproduttiva nei mesi inverna-li ed all’inizio della primavera gli scogli siriempiono dei nati dell’anno facilmente distin-guibili per il ventre chiaro a differenza degliadulti interamente neri. La presenza faunisti-ca più significativa è quella delle berte, mino-re e maggiore (Calonectris diomedea e Puffinusyelkouan), che utilizzano la grande disponibi-lità di anfratti per nidificare. Nel mare che cir-conda le isole vive una piccola popolazione ditursiopi (Tursiops truncatus), mentre nel 2001vi sono stati avvistamenti certi di foca monaca.

In alto, un gruppo di tursiopinuota nelle acque di CapoCarbonara. In basso, fiorituradi Spergularia rubra.

Nel segno del granito

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In alto, sarago maggiore. In basso, macchie di

posidonia tra gli scoglidi granito ai Variglioni

dei Cavoli.

Anche gli scenari sommersi sono caratte-rizzati dal paesaggio delle rocce graniti-che che, come fuori dall'acqua, formano

pinnacoli, enormi bastioni, avvallamenti,spaccature, tafoni, colonizzati dal giallo dellemargherite di mare e dal rosso delle gorgonie.I fondali sono infatti percorsi da correnti cheoltre a favorire la presenza di filtratori come lespugne e sospensivori come le gorgonie, sonoanche l'ambiente ideale per i grandi predato-ri. Si osservano cosi dentici e ricciole ed inalcune località, come nei pressi dei Variglionidei Cavoli, è normale incontrare un grandesciame di barracuda che pattuglia in conti-nuazione le rocce.

Sul lato esterno dei Variglioni si incontra-no pareti cariche di colore. Prima unasorprendente concentrazione di spugne

rosse a calice (Haliclona mediterranea) e dimargherite di mare, poi le gorgonie bianche,gialle ed infine le pareti si riempiono di gor-gonie rosse (Paramuricea clavata). Grandiventagli si staccano dalla roccia e formanoun’attrazione irresistibile, anche se la profon-dità non è per tutti.

Lo scrignosommerso

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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Alla ricchezza della fauna si aggiunge unanotevole trasparenza dell'acqua, al puntoche sulle secche è necessario consultare

gli strumenti per conoscere l'esatta profonditàe non lasciarsi ingannare dalla forte luminosi-tà. Accade così alla Secca di Mezzo dove l'im-mersione si snoda a 30 metri di profondità, masembra di essere molto più vicini alla superfi-cie e si rischia di allungare troppo il tempo difondo, ammaliati dal rosso delle gorgonie odalle evoluzioni delle castagnole rosse.

Sono decine i punti di immersione fre-quentati dai subacquei attorno all’Isoladei Cavoli, allo scoglio dei Berni e attor-

no a Serpentara. Ma se si vuole avere un’ideadi come l’istituzione dell’Area Marina Protettacominci a dare i primi frutti, bisogna immer-gersi alla Secca di Santa Caterina. Si scendelungo la grande meda d’acciaio e già meravi-glia la limpidezza dell’acqua che consente dileggere il paesaggio dei grandi blocchi di gra-nito fin dalla superficie. Poi quando ci si avvi-cina al fondo ci si stupisce subito per la quan-tità e la confidenza del pesce che gira sullasecca. Saraghi di tutti i tipi, corvine, ma

In alto, margherite di mare.In basso, la parete deiVariglioni dei Cavoli,ricoperta di spugne rosse emargherite di mare.

Lo scrigno sommerso

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La suggestiva erosione delgranito imita la forma diun’antica imbarcazione,ai Variglioni dei Cavoli

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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L’ambiente coralligenocon gorgonie nel lato

più esterno e più profondodei Variglioni dei Cavoli.

Lo scrigno sommerso

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anche grosse orate sembrano accogliere dibuon grado i subaquei e si lasciano avvicinaresenza paura. Alti sulle rocce anche qui nuota-no i barracuda e può capitare che passi unbranco fitto di palamite. Ma lo spettacolo lofanno i grandi dentici che si lasciano osserva-re con inusitata confidenza e che all'improvvi-so guizzano nei branchi di castagnole, di zerrio di occhiate per cercare una preda. Ma nonsono solo gli organismi a riempire lo scrignodei fondali della Secca di S.Caterina e di tuttal’area protetta: quasi tutta la zona è di grandeinteresse archeologico per la notevole quanti-tà di reperti sparsi sul fondo. Le più appari-scenti sono le ancore antiche, come i grandiceppi di piombo di età romana.

Ci sono anche navi moderne sui fondali.Era il 1943 quando al traverso di CalaCaterina, lungo il promontorio di Capo

Carbonara, andò a picco l'Egle, un piroscafo dacarico affondato da un sommergibile olande-se, il Dolfijn. Era il 29 marzo e quella dell’Eglefu solo una delle tante tragedie che sconvol-sero il mare a sud della Sardegna e che sonodocumentate da decine di relitti. L'Egle tra-sportava carbone e parte del carico si puòosservare attualmente in immersione. Lo scafogiace su un fondale di 35 metri ed è in catti-ve condizioni, ma tra le lamiere si trova anco-ra il libro di bordo saponificato e molto fragi-le: i centri di immersione che guidano i sub-acquei alla visita del relitto fanno buonaattenzione che non venga manomesso.

Se i relitti sono tracce evidenti della presen-za dell'uomo, nei fondali di queste costecompaiono nuovi segnali di come le attivi-

tà umane stanno trasformando gli ambientisommersi del Mediterraneo. Infatti ha fatto lasua comparsa anche qui una nuova specie di

In alto, una gorgonia biancaalla Secca di S.Caterina.

In basso, un nudibranchiodepone le uova

su una colonia di idrozoi.

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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In alto, la Madonna delNaufrago all’Isola dei Cavoli.In basso, ceppo d’ancoraromana alla Secca di S.Caterina

alga, già conosciuta per la Sicilia, che provienedal Mar Rosso, probabilmente trasportata dallachiglia di qualche nave. Si tratta della Caulerparacemosa, un'alga verde le cui fronde sonocaratterizzate da piccole protuberanze roton-degginati. È una specie appartenente ad ungenere, diffuso soprattutto in ambienti tropica-li, che in Mediterraneo fino a poco tempo faaveva un solo rappresentante nella Caulerpa pro-lifera, comune in molte zone detritiche dell’AMP.

C’è un altro segno dell’uomo nelle acquedell’Area Marina Protetta. Nel fondale aridosso dell'isola dei Cavoli, nei pressi di

un Variglione, l'8 luglio del 1979 venne posatauna grande scultura in trachite rosa di Ozieriraffigurante la Madonna del Naufrago. Alta piùdi 3 metri e del peso di oltre 5 tonnellate, lastatua è opera di Pinuccio Sciola, importantescultore sardo, e rappresenta l'amore maternonel gesto di sottrarre il bambino alle profondi-tà del mare. Collocata ad 11 metri di profondi-tà, la statua è il centro della cerimonia religio-sa che si svolge ogni anno e che coinvolge oltreai locali anche i turisti che partecipano con leimbarcazioni, mentre molti si immergono perportare corone di fiori alla Vergine.

Lo scrigno sommerso

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Dall’entroterra, un’immagine dei duemari che bagnano Capo Carbonara esullo sfondo l’Isola dei Cavoli

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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L'Area Marina Protetta "Capo Carbonara-Isoladei Cavol i" , aff idata al Comune diVillasimius, come Ente gestore, è stata isti-tuita con D.M. il 15.09.1998 interamentesostituito dal D.M. del 03.08.1999. Occupaun’area di mare di 8.900 ha circa, suddivisain zone a diverso grado di tutela in cui leattività consentite sono:Zona A Riserva integraleL'accesso al personale dell'Ente gestore, perattività di servizio, e a quello scientifico, perlo svolgimento di ricerche autorizzate; leimmersioni autorizzate a fini scientifici e larealizzazione di visite guidate subacquee,regolamentate in aree limitate e secondo per-corsi prefissati, tenendo comunque conto delleesigenze di elevata tutela ambientale.Zona B Riserva generale La navigazione regolamentata di natanti eimbarcazioni, a bassa velocità (non oltre i 10nodi); la pesca, professionale e sportiva previaautorizzazione; la balneazione; l'ancoraggioalle apposite struttura predisposte dall'Entegestore; le immersioni subacquee, previamen-te autorizzate.Zona C Riserva parziale Oltre a quanto indicato per la zona B, la navi-gazione a natanti e imbarcazioni e l'ancorag-gio, come regolamentato dall'Ente gestore; leimmersioni subacquee; la pesca professionaleai pescator i residenti nel Comune diVillasimius e a quelli non residenti, autorizza-ti dall'Ente gestore sulla base di appositadisciplina.In tutta l'Area Marina Protetta è comunquevietato: l'ancoraggio, salvo che nelle areeattrezzate allo scopo e opportunamentesegnalate; la pesca subacquea, la cattura, laraccolta e il danneggiamento delle specieanimali e vegetali, nonchè l'asportazione diminerali e di reperti archeologici.

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Cartografia e regolamento

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Nell'Area Marina Protetta vengono erogatitutti i servizi turistici. 34 strutture ricet-tive tra Hotel, Residence e Villaggi

Turistici, offrono circa 7000 posti letto. Si arri-va ad una ricettività di 7500, contando le CaseVacanze e i Bed and Breakfast. Il PorticcioloTuristico di Villasimius è il più grande e moder-no punto d'attracco di tutta la costa sudorien-tale della Sardegna e offre servizi di alto livel-lo per i diportisti e per le imbarcazioni, il rifor-nimento di carburante, l'erogazione di acquapotabile ed elettricità direttamente al posto

Per unosvilupposostenibile

Capo Carbonara Isola dei Cavoli

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barca. Dispone di 750 posti barca ed è in gradodi accogliere barche lunghe fino a 25 m. Dalporticciolo inoltre partono tutte le escursioninell'Area Marina Protetta e le imbarcazioni deicentri d'immersione per le visite guidate subac-quee. Uffici Informazioni e servizio di rimes-saggio barche, nonchè il servizio di monitorag-gio ed un ufficio staccato dell'AMP, si trovano apochi passi dal molo.

Il Comune di Villasimius ha intrapreso nume-rose iniziative per uno sviluppo localesostenibile, ritenendo che la continuità

nella crescita turistica potrà essere duraturasolo se verrà data priorità d'azione alla tutela evalorizzazione del suo notevole patrimonionaturale. L ' i st i tuzione del l 'AMP “CapoCarbonara” è uno dei principali risultati, nonchélo strumento per la promozione di uno sviluppoturistico sostenibile. L'attivazione dell'Agenda21 Locale, l'introduzione del Sistema diGestione Ambientale e la diffusione di unMarchio Ambientale dell'AMP sono un necessa-rio sviluppo di queste inziative, nonché unimportante strumento di coordinamento edintegrazione delle politiche di sviluppo sosteni-bile a livello locale.

Pagina a fianco, il portodi Villasimius. In alto, Cala Giunco edil promontorio con la torre.In basso, Porto sa Ruxi.

Per uno sviluppo compatibile

Page 26: Area Marina Protetta di Capo Carbonara

Comune di VillasimiusArea Marina Protetta di Capo CarbonaraP.zza A. Gramsci09049 Villasimius (CA) Tel. 070 79301 - Fax 070 792004

Uffici AMPViale Colombo 2, 09049Villasimius (CA)Tel. 070 790234 - Fax 070 790314

[email protected]

Capitaneria di Porto di CagliariP. Deffenu 18, 09123Tel. 070 605171Fax 070 60517218

Altri numeri utiliPorto Turistico 070 7978128Uff. Turistico Comune 070 7930208Guardia Medica 070 791374Ambulanza (118) 070 790222Protezione Civile 070 790421Carabinieri 070 791222Numero blu 1530

In alto, educazioneambientale nell’AMPdi Capo Carbonara.In basso, turismo nauticoall’Isola dei Cavoli

Edizione a cura dell’Editrice TaphrosImmagini e testi: Egidio Trainito;

Stampa e allestimento: Poligrafica Solinas, Nuoro

Capo Carbonara Indirizzi utili

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Page 28: Area Marina Protetta di Capo Carbonara

Questo opuscolo intende illustrare le caratteristiche delterritorio compreso nel perimetro dell’Area MarinaProtetta di Capo Carbonara ed i contenuti culturali che siintegrano nel progetto di sviluppo sostenibile al quale èfinalizzata l’istituzione dell’AMP, negli intendimentidell’Ente Gestore, il Comune di Villasimius.

Capo Carbonara

Comune di Villasimius

Progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del TerritorioDirezione Protezione Natura - Intervento Prioritario B1