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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - € 3,50* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Punto e virgola Novanta secondi per mettere a fuoco l’evento politico del giorno Notariato - Srl, il socio al registro imprese per la di- chiarazione di recesso Feriozzi-De Angelis a pag. 20 Fisco - Bonus tessile calcolato solo sull’imposta risparmiata Poggiani a pag. 23 Sportello unico - Oggi si parte. Ma c’è ancora spa- zio per la documentazione cartacea Bombi a pag. 27 Documenti/1 - La senten- za della Corte d’appello di Parigi sulla Lista Falciani Documenti/2 - La circo- lare sugli Sportelli unici attività produttive Documenti/3 - Droga, la sentenza della Cassa- zione sull’ingente quantità Documenti/4 - La sentenza della Cas- sazione sulle notifiche degli accertamenti www.italiaoggi.it Un mare di risorse comunitarie buttate al vento. Lasciate inutilizzate perché uti- lizzarle richiederebbe programmazione ed efficiente gestione amministrativa. Sul banco degli imputati ci sono le regioni del Sud (ex Obiettivo 1), che su una dotazione di 233,8 miliardi della programmazione 2007-2013 ne hanno impegnati poco meno di 3, pari all’1,3% del totale. E quasi tutti per merito della Basilicata. Calabria, Puglia e Sicilia sono ferme al palo. È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Ue della Ra- gioneria generale dello stato. La Corte d’appello di Parigi ha dichiarato illegittimo l’utilizzo dei dati da parte del fisco francese La lista Falciani è carta straccia Doccia fredda per il fisco francese. La Corte d’appello di Parigi ha dichiarato illegittimo l’utilizzo dei dati contenuti nella lista Fal- ciani perché ottenuti illegalmente da parte delle autorità tributa- rie. La Corte ha accolto le istanze presentate dagli avvocati di uno dei 3 mila presunti evasori il cui nome figura nello stralcio della lista consegnata il 9 luglio 2009 dal procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier, agli agenti del fisco. Il giudice ha anche condannato la direzione generale delle Finanze a pagare la somma forfettaria di 3 mila euro al presunto evasore come risarcimento danni. Frontoni a pag. 24 sen z s saz Il dissidente politico Liu Xiau- bing, al termine di un processo sbrigativo, durato poche ore, è stato condannato a 10 anni di carcere. La sua colpa è relativa al fatto di aver scritto dei libri in difesa dei diritti umani e della democrazia in Cina. Que- sta sentenza è l’ultima di una lunga serie. In Cina, le prote- ste non prendono piede perché chi protesta (anche se solo con degli scritti) viene subito fatto scomparire, a seguito, per di più, di un regolare (?) processo. I «volenterosi» impegnati a di- fendere, bombardando, i diritti civili in Libia, non hanno fatto una piega sulla Cina perché non difendono dei principi ma degli interessi. DIRITTO & ROVESCIO F t s ris Pog IL Giornale dei professionisti * * * Fondi europei sprecati Della dotazione di 233 miliardi per il periodo 2007-2013 ne sono stati usati finora meno di 3. Nessuno in Calabria, Sicilia e Puglia Cerisano a pagina 19 COMPROMETTE IL TURISMO Il candidato del Pd a sindaco di Rimini si oppone ad accogliere i migranti Ponziano a pag. 6 dh ll l’ l d d d dlf f Angela Merkel sulla gratico- la. Perde la roccaforte del Ba- den-Württemberg, da 58 anni feudo cristianodemocratico. In Renania Palatinato, patria del suo padrino Helmut Kohl, i socialdemocratici resistono, e crollano gli alleati liberali. La settimana scorsa era andata male in Sassonia-Anhalt, e a fine febbraio la sua Cdu aveva perduto Amburgo. Da nord a sud, da est a ovest, a metà legi- slatura tutti i test sono negati- vi. E all’estero non si nasconde la maligna gioia per i guai della donna più potente d’Europa. Se si votasse domani, perderebbe la poltrona. Ma nel 2013 vince- rà ancora lei. Per mancanza di avversari. Giardina a pag. 7 La Merkel ha preso una sberla elettorale ma resterà dov’è per carenza di avversari MEDIA Radio, la mappa Gfk Eurisko sugli ascolti Plazzotta a pag. 15 TV FRANCESE Canal+, in arrivo la rete generalista Canal 20 Galeone a pag. 16 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA SCUOLA da pag. 33 d p 3 TEMPO RESISTERE NEL ITALIANO TALENTO INCONTRI PASSIONI ECO-LUSSO # 0*44- +/13- )' 2(*,.-*1* ')*22/ "201 ($3' 45 !','/',1-*$ &5$00$*1- !$& !"!$% #33'/- %-+' 1/-3$/' ' ),%$,1$/' )* ./),%).' $442//- OGGI CON IL QUOTIDIANO GENTLEMAN + LADIES RICHIEDA LE SUE COPIE ALL’EDICOLANTE * con guida «Wikileaks dalla A alla Z» a € 6,00 in più; con guida «Il Testo unico sull’accertamento» a € 6,00 in più; con «Codice del lavoro» a € 11,90 in più; con guida «Bilanci 2011» a € 6,00 in più; con guida «La conciliazione» a € 6,00 in più; con guida «Tracciabilità nei contratti pubblici» a € 5,00 in più; con guida «La cedolare secca sulle locazioni e le altre novità del federalismo» a € 5,00 in più IN EDICOLA www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - € 3,50* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 •

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Punto e virgolaNovanta secondi per mettere a fuoco l’evento politico del giorno

Notariato - Srl, il socio al registro imprese per la di-chiarazione di recesso

Feriozzi-De Angelis a pag. 20

Fisco - Bonus tessile calcolato solo sull’imposta

risparmiataPoggiani a pag. 23

Sportello unico - Oggi si parte. Ma c’è ancora spa-zio per la documentazione cartacea

Bombi a pag. 27

Documenti/1 - La senten-za della Corte d’appello di Parigi sulla Lista Falciani

Documenti/2 - La circo-lare sugli Sportelli unici attività produttive

Documenti/3 - Droga, la sentenza della Cassa-

zione sull’ingente quantità

Documenti/4 - La sentenza della Cas-

sazione sulle notifiche degli accertamenti

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Un mare di risorse comunitarie buttate al vento. Lasciate inutilizzate perché uti-lizzarle richiederebbe programmazione ed efficiente gestione amministrativa. Sul banco degli imputati ci sono le regioni del Sud (ex Obiettivo 1), che su una dotazione di 233,8 miliardi della programmazione 2007-2013 ne hanno impegnati poco meno di 3, pari all’1,3% del totale. E quasi tutti per merito della Basilicata. Calabria, Puglia e Sicilia sono ferme al palo. È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Ue della Ra-gioneria generale dello stato.

La Corte d’appello di Parigi ha dichiarato illegittimo l’utilizzo dei dati da parte del fisco francese

La lista Falciani è carta stracciaDoccia fredda per il fi sco francese. La Corte d’appello di Parigi

ha dichiarato illegittimo l’utilizzo dei dati contenuti nella lista Fal-ciani perché ottenuti illegalmente da parte delle autorità tributa-rie. La Corte ha accolto le istanze presentate dagli avvocati di uno dei 3 mila presunti evasori il cui nome fi gura nello stralcio della lista consegnata il 9 luglio 2009 dal procuratore di Nizza, Eric de Montgolfi er, agli agenti del fi sco. Il giudice ha anche condannato la direzione generale delle Finanze a pagare la somma forfettaria di 3 mila euro al presunto evasore come risarcimento danni.

Frontoni a pag. 24

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Il dissidente politico Liu Xiau-bing, al termine di un processo sbrigativo, durato poche ore, è stato condannato a 10 anni di carcere. La sua colpa è relativa al fatto di aver scritto dei libri in difesa dei diritti umani e della democrazia in Cina. Que-sta sentenza è l’ultima di una lunga serie. In Cina, le prote-ste non prendono piede perché chi protesta (anche se solo con degli scritti) viene subito fatto scomparire, a seguito, per di più, di un regolare (?) processo. I «volenterosi» impegnati a di-fendere, bombardando, i diritti civili in Libia, non hanno fatto una piega sulla Cina perché non difendono dei principi ma degli interessi.

DIRITTO & ROVESCIO

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IL Giornale dei

professionisti* * *

Fondi europei sprecatiDella dotazione di 233 miliardi per il periodo 2007-2013 ne sono stati usati finora meno di 3. Nessuno in Calabria, Sicilia e Puglia

Cerisano a pagina 19

COMPROMETTE IL TURISMO

Il candidato del Pda sindaco di Rimini

si oppone adaccogliere i migranti

Ponziano a pag. 6

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Angela Merkel sulla gratico-la. Perde la roccaforte del Ba-den-Württemberg, da 58 anni feudo cristianodemocratico. In Renania Palatinato, patria del suo padrino Helmut Kohl, i socialdemocratici resistono, e crollano gli alleati liberali. La settimana scorsa era andata male in Sassonia-Anhalt, e a fi ne febbraio la sua Cdu aveva perduto Amburgo. Da nord a sud, da est a ovest, a metà legi-slatura tutti i test sono negati-vi. E all’estero non si nasconde la maligna gioia per i guai della donna più potente d’Europa. Se si votasse domani, perderebbe la poltrona. Ma nel 2013 vince-rà ancora lei. Per mancanza di avversari.

Giardina a pag. 7

La Merkel ha preso una sberla elettoralema resterà dov’è per carenza di avversari

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Page 2: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

2 Martedì 29 Marzo 2011

Entrambi erano usciti con un ri-sultato storico, per i rispettivi partiti, dalle ulti-

me elezioni politiche nel Regno Unito e in Germania. Ed entrambi erano diventati i delfini, cioè i numeri due dei rispettivi governi, a Londra e Berlino. Ma in una manciata di mesi l’effetto novità rap-presentato dal liberaldemocratico Nick Clegg e dal liberale Guido Westerwelle si è spento. Il ruolo e il peso politico dei due segretari politici dei partiti di coa-lizione dei governi di David Cameron e Angela Merkel è ora quasi impercetti-bile. Quasi impossibile rintracciare una dichiarazione significati-va del vicepremier Clegg, nonostante la crisi libica e le tensioni economiche nel Regno Unito. Da mesi è stato oscurato dal mo-vimentismo di Cameron, primo a volare in Egitto tra i leader occidentali e anche attivo sul fronte interno. Nei sondaggi la Fdp di Westerwelle è tornata in bilico intorno alla soglia di sbarramento del 5%. Ciò signifi ca che, se si votasse ora, il partito liberale tedesco potrebbe più che dimez-zare i voti ottenuti nell’autunno del 2009 quando aveva superato la soglia dell’11%. In tutte le recenti elezioni regionali, ad Amburgo, nel Baden Wurttemberg e in Renania Palatinato, i liberali hanno faticato a entrare nei parlamenti regio-nali o ne sono addirittura rimasti fuori. Risultati negativi, questi, nonostante

l’economia tedesca marci a spron battuto, la disoc-cupazione sia al minimo

post-riunifi cazione e la fi ducia delle im-prese al livello massimo da un ventennio. È come se l’elettorato tedesco, che aveva dato un’importante apertura di credito alla Fdp, non giudicasse positivamente i risultati economici conseguiti. Proba-bilmente, se anche nel Regno Unito si votasse a livello locale, i liberaldemocra-tici di Clegg registrerebbero un’analoga debacle in termini di voti persi. Le dif-fi coltà dei due partiti di coalizione, sia in Germania che in Inghilterra, segnala quanto oggi sia cambiato il contesto po-

litico europeo. Soltanto qualche anno fa il leader di un partito di coalizio-ne poteva conservare per lustri la sua posizione di alleato strategico senza subire rovesci elettorali. La Fdp pre-riunifi cazio-

ne tedesca ha goduto di questo vantaggio per diversi governi di coalizione. Ma ora le regole del gioco sono cambiate. Pesa e ha maggior rilievo la leadership di gover-no, che è quella che catalizza le attenzioni dell’elettorato quando si deve andare alle urne. Il ruolo dei numeri due è davvero sfumato, quasi relegato alle trattative di palazzo dove si fanno e disfano gli accor-di di coalizione. E pensare che sia suffi -ciente essere al governo per incassare un eventuale dividendo elettorale è quanto di più sbagliato si possa fare nell’Europa contemporanea.

IL PUNTO

Germania e Gran Bretagna:la strage di numeri due

DI EDOARDO NARDUZZI

anche attivo ne tedesca ha go

Polverizzatisia Clegg

che Westerwelle

Stando alle ultime informazioni, pe-raltro contraddit-torie, gli insorti avrebbe con-

quistato Sirte. Se l’avessero fatto (ma altre fonti dicono che sono ancora a 140 chilometri di distanza) l’operazione sa-rebbe di grande importanza, almeno simbolicamente. Sirte infatti è la città dove è nato Gheddafi. E che Sirte sia in mano agli insorti è una carta psicolo-gica molto importante, così importante da influire sul morale dell’esercito re-golare libico.

Nella stessa giornata di ieri si è fat-to vivo il portavoce del Cremlino per denunciare che l’attacco aereo alleato, così come esso si sta dispiegando, è in palese contraddi-zione con la risoluzione dell’Onu che, fi n qui, lo ha giuridicamente legit-timato, rendendolo così possibile. Infatti la risoluzione nume-ro 1973 dell’Onu prevede che le forze alleate assicurino, su tutta la Libia, la «no fl y zone», cioè il rispetto del di-vieto per i jet libici di alzarsi in volo. E ciò in difesa dei diritti umani che i bombardamenti effettuati dagli aerei militari di Gheddafi avevano conculca-to, soprattutto sulla popolazione civile, colpita indiscriminatamente, secondo alcune fonti.

La risoluzione dell’Onu invece non prevede (anzi lo esclude tassativamen-te) che le forze alleate possano prende-

re posizione a favore di uno degli antagonisti di questa guerra civile.

L’Onu infatti, con la sua risoluzione, si è solo impegnata per far sì che la popo-lazione della Cirenaica non venga più bombardata dai jet di Gheddafi (da qui, appunto, la «no fl y zone»). Ma l’Onu non può tollerare (se non guardando da un’altra parte, per far fi nta di non ve-dere) che i ribelli della Cirenaica siano aiutati, con il sostegno degli aerei alle-ati, a vincere la guerra contro Gheddafi . I due obiettivi (difesa delle popolazioni bombardate da Gheddafi e vittoria in questa guerra civile) sono radicalmente

diversi. Mischiarli fra di loro è un non senso poli-tico e un torto giuridico. L’esiziale confusione fra questi due obiettivi, che sono di per sé chiarissi-mi, rischia di trasforma-re questa guerra pastic-

ciata in un confl itto che è cominciato male e che rischia di fi nire peggio. E ciò vale soprattutto per l’Italia che, per aver voluto tenere, fi n dall’inizio, il piede in due scarpe, fi nirà, a confl itto concluso, e indipendentemente da chi lo vincerà, per prendere comunque del-le sonore sberle economiche e, in ogni caso, nessun benefi cio. Ecco perché la proposta turca di ieri di varare, in ag-giunta ai raid, anche delle trattative politiche con Gheddafi , dovrebbe essere sostenuta pure dall’Italia.

© Riproduzione riservata

zione nume- ciata in un con

E l’Italia perderà qualsiasi

sia la conclusione

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Libia, una guerra cominciatamale e che i nirà peggio

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI PIERRE DE NOLAC

Il presidente della repubbli-ca francese Nicolas Sarkozy ha dimenticato le promesse di aiuto fatte agli abruzzesi durante il G8, che ancora aspettano i fondi che dove-vano arrivare da Parigi per restaurare un monumento dell’Aquila, la chiesa del-le Anime Sante. Evidente-mente a Sarkozy interessa molto di più la conquista della Libia, utilizzando ogni mezzo, bombe d’aereo comprese, piuttosto che la-sciare un buon ricordo in Italia recuperando un bene culturale. Fatto sta che Sar-kozy, che si era impegnato a versare 3,2 milioni di euro, si trova in ottima compa-gnia: sì, perché a l’Aquila sono arrivati solo i soldi del Kazakhistan, l’unico stato che ha già versato i soldi per la ricostruzione di un monumento: l’oratorio di San Giuseppe dei Minimi. Oltretutto, la Francia vie-ne accusata dal governo italiano di aver cercato pure un cavillo, per evitare ogni versamento: sì, perché

i transalpini c’è stata una trattativa estenuante che ha rischiato di trasformar-si in un ennesimo scontro diplomatico con Parigi. Il

governo Fillon era infat-ti disposto a fi nanziare la ricostruzione della Chiesa delle Anime Sante, ma in cambio voleva che i lavorivenissero appaltati intera-mente a una ditta france-

se, quando la legge italia-na impone, per importi di quell’entità, un bando euro-peo. Quindi, addio agli euro francesi che erano stati tan-to annunciati. Ma dato che lo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi non ap-prezza chi promette e poi non mantiene la parola, il governo italiano ha scelto di affi darsi ai legali. Dal-lo scorso mese di settembre un avvocato dell’Aquila, Fabrizia Aquilio, è stata incaricata ufficialmente di tenere i rapporti con i rappresentanti degli altri stati proprio sulla questio-ne relativa alle donazioni alla città abruzzese, con l’obiettivo di concretiz-zare i sostegni arrivando alla firma delle conven-zioni: una nomina che è stata fatta direttamente dal ministro degli Esteri

Franco Frattini. E pensa-re che anche la Libia del colonnello Gheddafi si era detta disponibile a dare un contributo per far rinascere l’Aquila…

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IL CASO DEL GIORNO

Gli abruzzesi ancora aspettanogli aiuti promessi al G8 da Sarkozy

DI MARCO BERTONCINI

Su Lampedusa, in prima battuta, e sulla vicenda dei profughi, in seconda, la Lega rischia. La titolarità dell’Inter-no in capo a Roberto Maroni, la collocazione in primo piano dei problemi dell’immigrazio-ne attuata dalla Lega, la faci-le presa delle immagini delle carrette nel mare, mettono il partito di Bossi in diffi coltà. È probabile che la gente normale non la pensi come il capo del-lo Stato, il quale ammonisce di non far ricorso a soluzioni sbrigative, o come esponenti democratici e radicali, i quali, da giorni, asseriscono che non ci sono esodi di vaste dimen-sioni e che il problema di al-cune migliaia di sfollati (così li defi niscono) sia risolubile da un grande Paese.

La gente comune, invece, condivide verosimilmente le posizioni non sono soltanto della Lega, ma altresì dell’Udc e del Pdl: i clandestini siano presto rimandati ai Paesi di provenienza. Quanto a chi scappa dal teatro bellico, vo-gliamo azzardare un’ipotesi, poco umanitaria ma reali-

stica: la maggioranza pensa che si dovrebbe fare come la Svizzera o altri Stati nel corso della seconda guerra mondia-le, vale a dire una politica di chiusura e respingimenti. Si sa bene che le convenzioni in-ternazionali non lo consento-no, ma, di fronte all’arrivo di decine di migliaia di rifugiati, la tentazione potrebbe essere proprio quella: tornatevene donde venite. Ed è inutile negare l’evidenza: quando si passa agli aspetti concreti, os-sia all’ospitalità, Regioni e Co-muni (specie quelli gestiti dai partiti, a parole, più generosi) accampano pretesti di ogni tipo. Le azioni umanitarie si lasciano volentieri agli altri: altri Comuni, altre Regioni, altri Stati…

I leghisti debbono quindi risolvere problemi mai prima affrontati (diverso fu il caso al-banese). Devono risolverli in fretta, pena sollevare cocenti delusioni fra i propri elettori. I quali vorrebbero una sola cosa, che Maroni non può con-cedere: bloccare le barche che arrivano per riportarle al lido di partenza.

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LA NOTA POLITICA

Una bella granaquella degli immigrati

Nicolas Sarkozy

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3Martedì 29 Marzo 2011Martedì 29 MaP R I M O P I A N O

Bagnasco chiede la sordina sul caso Ruby. Gli immigrati tunisini puntano alla Francia

La sfida del Cav ora è nelle AuleIn tribunale e alla Camera, dove va al voto il processo breve

DI FRANCO ADRIANO

La fase finale dello scontro sulla giustizia si giocherà in sede propria: nelle Aule parlamentari e dei tribu-

nali, seppure con l’inevitabile corollario di polemiche. Come annunciato dai suoi legali Sil-vio Berlusconi, ieri mattina, si è presentato al palazzo di Giu-stizia di Milano per il processo Mediatrade, che lo vede imputato per frode fiscale e appropriazio-ne indebita. «È andata bene», ha raccontato lo stesso Berlusconi quando lasciando il palazzo si è fermato a salutare i suoi soste-nitori che avevano allestito un gazebo (era presente anche un gruppo di contestatori). Il pros-simo appuntamento per tutti è per il 4 aprile, data in cui è sta-to aggiornato il processo. Prima dell’intervento in aula, Berlusco-ni aveva telefonato a Mattino 5, per attaccare sinistra e giudici. Parlando del processo Media-trade aveva detto: «È il venticin-quesimo processo» contro di me, «negli altri sono sempre stato assolto», anche questo processo rientra nel tentativo della sini-

stra di «cercare di eliminare il maggior ostacolo per prendere il potere», sono «accuse infondate e ridicole». Intanto, nell’Aula del-la Camera è approdata la norma sulla prescrizione breve per gli incensurati. Sono 270 le propo-ste di modifica al provvedimento giunte entro ieri sera. È già ini-ziata la discussione generale e il voto è atteso entro giovedì o al massimo l’inizio della prossima settimana. Questa settimana la Camera voterà anche la legge comunitaria con l’emendamento sulla responsabilità civile dei ma-gistrati. Tuttavia, il Pdl sta acce-lerando in contemporanea su un altro provvedimento: il conflitto di attribuzione sul caso Ruby. La giunta per il regolamento si riunirà oggi pomeriggio mentre l’ufficio di presidenza della Ca-mera è convocato per mercoledi per procedere alla calendarizza-zione in Aula. Con questa azione congiunta e la grande riforma già approvata, che verrebbe ben presto incardinata in parlamen-to, la maggioranza intenderebbe chiudere la partita. Sul tema della giustizia in relazione ai porcessi del premier è intervenu-

ta ieri anche la Chiesa italiana per esprimere «disagio» a causa dell’uso che si fa di inchieste e scandali. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, sembra non avercela né con Berlusconi né con i magistrati, ma con i mezzi di informazione: «Un contributo non irrilevante a tale lettura, a tratti depressiva, pensiamo pro-venga da certa rappresentazione mediatica che tende a esasperare episodi marginali, mentre tace di altri ben più importanti o rende invisibili le realtà positive di cui l’Italia è ricca». Bagnasco parla apertamente di «sensazionali-smo» e «spettacolarizzazione» che creano una specie di «inqui-namento ambientale». Temi che stridono con l’insoluto dramma dell’immigrazione dal Nord Afri-ca, in particolare dalla Tunisia. Unanime l’appello all’Europa a non lasciare sola l’Italia. Ma mai gli italiani sono apparsi isolati come in questi frangenti. Berlusconi è stato escluso dalla videoconferenza con il presiden-te statunitense Barack Obama, con il primo ministro britannico David Cameron e il cancelliere tedesco, Angela Merkel. La carta

in chiave anti-italiana se l’è gio-cata il presidente francese Ni-colas Sarkozy alla vigilia del summit di Londra. La Francia è in forte competizione con l’Italia in questi giorni sia per questioni economiche (il piano anti-scalata Parmalat) che di politica estera (su proposta italiana il comando delle operazioni in Libia è stato tolto alla Francia e affidato alla Nato). Ma sulle schermaglie con i cugini francesi prevale ciò che

riporta chi è stato in visita al Centro di accoglienza per immi-grati di Lampedusa, come Pier Ferdinando Casini il quale ha testimoniato «una marea umana soprattutto di tunisini che tenta-no di andare via da questi campi perché provano a raggiungere mete fi nali come la Francia». Una vera e propria invasione che non potrà di certo essere trattenuta entro i confi ni italiani.

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Page 4: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

4 Martedì 29 Marzo 2011 P R I M O P I A N O

I giornali vicini al Pdl, a differenza dei parlamentari di centrodestra, non si nascondono più

Giustizia, bisogna salvare il capoBasta ipocrisie: le norme ad personam servono per il premier

DI CESARE MAFFI

Possedere il senso del li-mite, e anche del ridico-lo, non guasta. Invece, nel Pdl ci si affanna, per

ortodossia berlusconiana, a non comprendere che alcune tesi, da sostenersi per imprescindibili motivi politici, non possono essere ammantate di ipocri-te giustificazioni, cui una persona dotata di raziocinio non può credere.

Chiariamo subito. Asserire che la cele-berrima Ruby potes-se essere una nipoti-na dell’ex presidente egiziano è senz’altro un argomento che i difensori di Silvio Berlusconi debbono ribadire. Su tale prete-sto è stata costruita la versione ultima del reato ministeriale, che sarebbe stato commesso dal Cav per evitare problemi diplomatici con l’Egitto. La spiegazione sarà senz’altro da portarsi nelle dovute sedi, ma farne oggetto di propa-ganda non è soltanto avventato, bensì autolesionistico, perché conduce alla derisione; e ne uccide più il riso che la spada. Non esi-ste un solo italiano, per fanatico di Berlusconi che egli possa essere,

che creda a una balla così cosmi-ca. Solo in apparenza più sottile è la questione del processo breve prima, della prescrizione breve adesso. Mettersi a predicare che il progetto di legge non riguardasse Berlusconi, e che in ogni caso era concepito nell’interesse generale, signifi cava ritenere alcune deci-ne di milioni d’italiani altrettan-

ti poveri allocchi. A un certo punto, convinti dell’inanità di soste-nere una versione si-mile, i responsabili del centro-destra hanno capito che era meglio cassare la norma tran-sitoria, così da supera-re le scontate riserve del Quirinale. Però, trascorse poche ore dalla scomparsa della disposizione transito-ria sul processo breve,

ecco che dal cappello del relatore Maurizio Paniz è uscito lo sfol-timento della prescrizione per in-censurati ultrasessantacinquen-ni. Serve al Cav? No, continua a giurare e spergiurare il parlamen-tare: è una mia visione un po’ eti-ca, un po’ civile, un po’ giudiziaria, per favorire gl’incensurati. Obie-zione: il Cav ci rientra. Replica: ah, ma anche senza questa norma il processo Mills mai arriverebbe in Cassazione in un anno. Il che

è vero: però, con la disposizione concepita per aiutare le brave persone incensurate, Berlusconi eviterebbe anche la (da tutti re-putata certa) condanna in primo grado. Che poi la disposizione sia ad personam, basterebbe a con-fermarlo la ripulsa della proposta, arrivata dall’opposizione, di esclu-dere dal benefi cio gl’incensurati già prescritti in altro processo. Sa-rebbe stata un’eccezione mirata a tagliar le gambe a Berlusconi, ma indubbiamente allo stesso livello di motivazione di chi invece vuol salvare il presidente del Consiglio con qualche marchingegno ad hoc. In tal modo da giorni il buon Pa-niz risponde, con testardaggine, ad amici (da ultimo, su Libero) e nemici (prima su la Repubblica), che no, Berlusconi non trae alcun vantaggio dalla norma, fornita di una valenza generale. Per favore: smettiamola di essere patetici. L’ha rilevato un editoriale ano-nimo, ma quasi certamente da attribuire al direttore Giuliano Ferrara, su Il Foglio di sabato 26: la norma che accorcia la pre-scrizione «certo che è un tentativo di sottrarre il capo del governo e della maggioranza alle grinfie dei suoi persecutori, e come tale va secondo noi rivendicata». In-somma: basta coi sotterfugi, le giustifi cazioni campate per aria, le coperture penose della verità.

Si dica con chiarezza che agli atti di guerra giudiziaria, condotta da diciassette anni contro il Cav, si risponde con una difesa legisla-tiva mirata, che, senza danneg-

giare altri (come sarebbe stato il caso del processo breve), mette al riparo l’interessato. Basta con le ipocrisie.

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Italiani, com’è noto, sono sempre gli al-tri. Quindi i pregiudizi e le assurdità di cui rende conto Klaus Davi nel suo Porca Italia. Cosa dicono (e pen-

sano) di noi nel mondo, Garzanti, pp. 330, € 15,50, sono per lo più condivisi dagl’italia-ni che ne sono vit-time e che tuttavia s’illudono, da bravi italiani, di costitui-re un’eccezione. Gli altri sono bigotti chiassosi, evasori fi-scali, ignoranti, tra-ditori, corrotti e un po’ fascisti. Ma l’ita-liano che annuisce a ciascuna di queste diffamazioni, anche alle più contraddit-torie, tipo essere sia violenti che socievoli, sia troppo generosi che menefreghisti, sia risparmiatori che scialacquatori, è convinto d’essere al di sopra di simili miserie antropologiche. Non si riconosce (in compenso riconosce perfettamente cognato e vicini di casa) nel ritratto dell’autista italiano, per citare una fesseria a caso, dipinto dal gazzettiere Carsten Dierig per i lettori di Die Welt: «Noleggiare uno scooter nello Stivale non è un’idea particolarmente originale, ma

guidarlo in mezzo a un milione d’italiani pazzi che non sanno nemmeno cosa sia il codice stradale non è affatto divertente». A Milano, si leggeva su Die Presse nell’ot-tobre del 2010, pochi mesi fa, sono previsti «fi no a 500 euro di multa per i minorenni

sorpresi con tatuag-gi e piercing sulla pelle» (non è vero, naturalmente, la multa è per i ta-tuatori che operano senza il consenso dei genitori). Su Le Monde, nel maggio del 2009, si poteva leggere che l’Italia «è razzista da diver-so tempo e non sol-tanto negli stadi di calcio». Approvava, due mesi più tardi, Adam Sage sul Times di Londra: «Sono stato in Ita-lia, ma qui le cose non vanno bene. Le

persone di colore non piacciono». Mentre i francesi, evidentemente, nascono informa-ti, o leggono tutti quanti la stampa chic, che fornisce loro le opinioni più eleganti, «gl’italiani ormai ricevono la totalità delle informazioni di cui dispongono dalla tele-visione, sia privata che pubblica, ed è que-sta», assicura Jacqueline Risset di Le Monde, «a formare le loro opinioni». Ci sono

poi gl’italiani che «s’ubriacano fi no a non capire più nulla» (Süddeutsche Zeitung, dicembre 2010) e quelli «così stupidi da ri-eleggere Berlusconi» (Stern, maggio 2008). A Silvio Berlusconi, oltre ai prevedibili fi schi e lazzi, come quando Der Standard scrive che «se ci fosse un Premio Nobel per il bullismo politico Berlusconi l’avrebbe già vinto», la stampa estera riserva ogni tanto anche qualche complimento, per esempio che «l’arro-gante presa di posi-zione di Berlusconi sulla scuola non è del tutto sbaglia-ta», come ha scritto Die Südostschweiz nell ’ottobre del 2008. Ma saranno davvero questo che «dicono (e pensano) di noi all’estero» o queste sono soltan-to gli spropositi che appaiono sulla stampa estera? Più o meno le stesse scempiaggini e corbellerie che si scrivono anche da noi a proposito degl’in-glesi, per dire, o dei francesi o dei tedeschi, e dei diavoli stranieri in genere?

Ma lo sproposito migliore si deve, sen-za offesa, all’autore del libro, Klaus Davi, quando a p. 44 monta in cattedra, si siste-

ma la cravatta e spiega, sussiegoso, che «la realtà è che il soprannaturale e l’esoterico appaiono spesso come l’ultima speranza per cambiare le cose quando il voto e l’im-pegno civile si dimostrano ineffi caci o fa-ticosi». Silvio Berlusconi sgoverna l’Italia,

oppure la sgoverna il centrosinistra, quando non si trat-ta dei Borboni e dei Savoia piuttosto che del Duce e degli antifascisti, e allora ecco che il cittadino onesto, oppresso dalle tasse, sconvol-to dal «bunga bun-ga», dall’arbitrio dei re, dai salti nel cer-chio di fuoco, biso-gnoso di «cambiare le cose» ma deluso nelle sue speranze perché l’impegno civile purtroppo si è rivelato ineffi cace e la via parlamenta-re (come si diceva ai

tempi di Togliatti) è decisamente faticosa, si fi onda dritto da una fattucchiera o da Padre Pio o da Vanna Marchi, con le sue alghe dimagranti e i suoi sali dell’immor-talità. Se non cambiano le cose, l’italiano, sempre un altro, chiama subito in soccorso Maria De Filippi e le Brigate rosse.

© Riproduzione riservata

COME DIMOSTRA IL LIBRO DI KLAUS DAVI: «PORCA ITALIA-CHE COSA DICONO DI NOI NEL MONDO»

La stampa straniera è travolta dai suoi luoghi comuniParla dell’Italia ripetendo a cucù gli stereotipi che si aspettano di leggere i loro lettori

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I pregiudizi e le assurdità che gravano sugli italiani sono per di più condivisi dagli italiani

stessi, che ne sono vittime, ma che si illudono, da bravi italia-ni, di costituire, loro, un’ecce-zione. Sono gli altri che sono

bigotti, chiassosi, evasori fi scali, ignoranti, traditori, corrotti e

un po’ anche fascisti. L’italiano medio, che annuisce a ciascuna di queste diffamazioni, anche le più contradditorie, è convinto di essere al di sopra di simili

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A Milano, si leggeva su Die Pres-se nell’ottobre 2010, sono previ-sti «fi no a 500 € di multa per i minorenni sorpresi con tatuaggi

e piercing sulla pelle» (non è vero, naturalmente, la multa è per i tatuatori che operano su

minori senza il consenso dei geni-tori). Per la Suddeutsche Zeitung gli italiani «si ubriacano fi no a non capire nulla». Per Die Welt «guidare uno scooter in mezzo a un milione di italiani pazzi che non sanno nemmeno cosa sia

il codice della strada non è affatto divertente»

DI RICCARDO RUGGERI

Gli aspetti economici finanziari del caso Lactalis Parmalat sono stati sviscerati dai migliori giornalisti. Da studioso di com-portamenti organizzativi, mi pare che Parmalat sia un aspetto marginale rispetto alla nostra capacità di difesa dei cosiddetti campioni nazionali. Siamo un popolo mite, non attrezzato per fare barricate (quando l’abbiamo fatto sono durate poche «gior-nate»), però ipocrita, come quando facciamo finta di non sapere cosa succederà a Finmeccanica, dopo Libia e indagini penali, cosa succederà al Quartier Generale di Chrysler Fiat; e l’elen-co sarebbe lungo. Paul Fitoussi ci bacchetta: «per sostenere le aziende nazionali, ci vuole un governo forte e grintoso, proattivo» (segnatevela, questa è la parola chiave per aggirare l’antitrust europeo, che noi siamo incapaci di realizzare). Ammettiamolo, non possiamo competere con la Francia; al vertice politico cul-turale dello Stato hanno ancora Luigi XIV e Voltaire (che poi, in famiglia, ora si facciano chiamare Nicolas e Bernard Henri, è un vezzo). Noi di certo non abbiamo più Cavour. E poi, siamo seri, il latte è alimento da immigrati, per noi, colti e evoluti, giovanilisti, fitness e farmaco dipendenti, i latticini sono vele-no, molto meglio il solo albume, ci dà energia pulita (già, e il tuorlo?, agli immigrati). Diciamola però tutta, vogliamo forse vendicarci dei francesi? Allora si guidi una forza di pace Onu in Costa d’Avorio (ex colonia francese), si bombardi il paese, si liberino gli ivoriani dal presidente Laurent Gbagbo (è un noto criminale, ma gode del silenzio di Sarkò e Levy). E dopo le bombe, la pace: ai due dittatori l’esilio, ai francesi il petrolio libico e il latte padano, a noi Drogba e gli immigrati.

A CIASCUNO IL SUO

Silvio Berlusconi

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5Martedì 29 Marzo 2011Martedì 29 MaP R I M O P I A N O

Sulla sorte della società del Mef pesano il ruolo di Prato e i progetti di riforma di Tremonti

Fintecna, un Tesoro da 2,7 miliardiLa ricchissima liquidità in cassa della holding scatena appetiti

DI STEFANO SANSONETTI

Custodisce uno scrigno all’interno del quale è tenuta la bellezza di 2 miliardi e 700 milioni di

euro. Si tratta di depositi banca-ri, assegni, denaro e altri valori gelosamente conservati nella cassa di Fintecna. Motivo in più, o forse vero motivo, per cui sulla finanziaria di partecipazioni del Tesoro si stanno scatenando da qualche tempo a questa parte appetiti di alto livello. Il quadro generale, del resto, consente di capire rapidamente qual è la posta in gioco. Per cominciare, è chiaro che in un periodo di vacche magre veder spuntare dai documenti contabili della società la cifra di 2,7 miliardi fa quasi impressione. In secon-do luogo basta dare un’occhiata un po’ più profonda a Fintecna per capire che caleidoscopico uni-verso controlli. La holding di via XX Settembre, per ora guidata da Maurizio Prato, con-trolla società pubb l i che come Patri-monio dello

stato spa, Fintecna immobiliare, Tirrenia, Fincantieri e il 49% di Alitalia servizi. Aziende che non sempre vanno bene, si pensi solo ai traghetti di stato, ma che rappresentano una riserva di poltrone non indifferente. Senza poi contare che una controllata come Fintecna immobiliare a sua volta controlla decina di società di cui forse non tutti, ai piani alti di via XX Settembre, conoscono l’esistenza. Tanto per limitare gli esempi ai casi di controllo

al 100%, si scopre che da Fintecna

i m m o b i l i a r e dipendono la Quadrifoglio srl, la Giardi-no tiburtino spa, la Val-comp Uno srl,

la Valcomp Due srl, la Quadrifo-

glio Palermo srl, la Pentagramma Roma srl e il Consorzio G1. Tutte con sede fissata a via Versilia 2 a Roma, ovvero la medesima sede di Fintecna.

Sono anni che Prato si trova a gestire tutto questo mondo, con situazioni a volte molto diffi cili: su tutte il tentativo di privatiz-zare Tirrenia. Ma è anche vero che Prato, manager dell’Iri che fu, ex ad dell’Alitalia, è ormai prossimo ai 70 anni. Stimato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, ha già fatto capire di essere pronto a lasciare la direzione dell’Agen-zia del demanio (vedi ItaliaOg-gi del 17 marzo scorso). E forse,

ma non è ancora detta l’ultima parola, è pronto ad affrancarsi anche da Fintecna. Di certo nelle stanze che contano del dicaste-ro di via XX Settembre, guidato da Giulio Tremonti, c’è chi sta caldeggiando da tempo una razionalizzazione di questo mo-saico di società per certi versi considerate non più funzionali. O almeno non più congruenti con gli obiettivi iniziali.

Per questo al dipartimento del Tesoro, diretto da Vittorio Grilli, si stanno valutando pro-getti che potrebbero portare a una semplifi cazione, almeno nel settore immobiliare. Cosa che potrebbe avvenire avvicinan-do realtà come Patrimonio spa, Fintecna immobiliare e lo stesso Demanio. Ma si stanno radiogra-fando anche progetti che potreb-

bero portare a una ricalibratura di alcune realtà. Per esempio in relazione a Patrimonio spa, fortemente voluta da Tremonti nel 2002 e ora di fatto svuotata dallo stesso ministro, si ragiona sull’opportunità di riconvertirne il business: non più spa che mette in cassa i soldi delle dismissioni immobiliari (non tanti in questi anni), ma società che aiuta gli enti locali a gestire e a mettere a reddito il loro «mattone».

Ecco, per lo sviluppo di queste varianti, almeno secondo quanto trapela da via XX Settembre, è considerata diffi cile una perma-nenza in sella di Prato. Ne con-segue l’intenzione di puntare su uno o diversi profi li più conge-niali all’attuale inquilino del superdicastero.

© Riproduzione riservata

Vittorio Grilli

Maurizio Prato

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DA

di Serena Gana Cavallo

Non c’è inviato di telegiornale che non sottolinei come i bombar-damenti della coalizione colpiscano sempre e soltanto obiettivi militari e armate del Rais e come le artiglierie di Gheddafi , col-pendo le città in mano ai rivoltosi democratici colpiscano solo inermi vittime civili. Il dubbio è quale delle due armate abbia una mira dell’accidente nel puntare i propri armamenti.

DUBBIO BALISTICO

DI CESARE MAFFI

Eugenio Scalfari, si sa, ama le cita-zioni. Non sempre, però, gli vengono a fagiolo. Nell’ultima articolessa domeni-cale egli riporta un brano di un discorso pronunciato da Luigi Einaudi alla Co-stituente. Scalfari definisce Einaudi «un liberale conservatore che in realtà fu una grande persona che fa onore al nostro Paese», dove quell’inciso «in re-altà» vuole segnalare che, nonostante Einaudi fosse «un liberale conservato-re», aveva rilevanti meriti. Come dire

che i liberali conservatori (Benedetto Croce, per fare un solo nome) erano o sono personaggi dai quali guardarsi. Del resto, a loro volta i liberali conser-vatori si sono sempre guardati bene dal radicale, progressista, fi locomuni-sta, sinistrorso Scalfari. Veniamo alla citazione einaudiana: «Le barriere gio-vano soltanto a impoverire i popoli, a inferocirli gli uni contro gli altri, a far parlare a ciascuno di essi uno strano e incomprensibile linguaggio, di spazio vitale, di necessità geopolitiche e a far pronunciare a ognuno di essi esclusive

scomuniche contro gli immigrati stra-nieri, quasi che fossero lebbrosi e quasi il restringimento feroce d’ogni popolo in se stesso potesse, invece di miseria e malcontento, creare ricchezza e po-tenza». Commenta il Fondatore che sono parole che paiono «scritte oggi», ma «gettate al vento in un Paese del quale fu il primo presidente della Re-pubblica appena nata». Lasciamo stare il fatto che Einaudi fu il secondo e non il primo presidente. Scalfari attribuisce alle sue frasi un valore che trapassa la circostanza di tempi e luoghi cui esse

facevano riferimento. Infatti, l’econo-mista dedicò l’intero discorso all’Euro-pa unita. Pertanto tutte le sue espres-sioni riguardavano i tentativi egemonici di questo o quel paese sull’intero conti-nente, mentre egli auspicava il supera-mento degli stati europei in quanto tali. Einaudi non poteva porsi il problema di decine di migliaia di clandestini, profu-ghi, sfollati provenienti da molti paesi africani. Prima di far parlare Einaudi in funzione anti-Cav e anti-Lega, sarebbe stato il caso di rifl ettere.

© Riproduzione riservata

Scalfari toppa la citazione e strumentalizza un discorso di Einaudi

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6 Martedì 29 Marzo 2011 P R I M O P I A N O

Ressa di candidati in vista delle elezioni. Pdl e Carroccioa divisi, l’Udc coi socialisti. Finiani da soli

Pd come la Lega: no agli immigratiMai i profughi di Lampedusa negli alberghi di Rimini

DI GIORGIO PONZIANO

C’è una parola tabù nella campagna elettorale in corso nella capitale ita-

liana del turismo estivo: rifu-giati. Se la struttura ricettiva di Rimini (dai maxi-alberghi alle ex-colonie) venisse individuata tra quelle in grado di accogliere provvisoriamente i fuggitivi dal Nordafrica ne riceverebbe un colpo mortale la prossima sta-gione estiva. Perciò qui la Lega è in difficoltà poichè un suo mi-nistro, Roberto Maroni, sostie-ne la condivisione dello sforzo d’accoglienza facendo arrabbia-re gli albergatori mentre il Pd (che guida il comune e spera di confermarsi) si scopre un animo leghista e assicura: qui non pas-seranno (i profughi).

Tutti col fi ato sospeso, guar-dando a Lampedusa e ai son-daggi che indicano una sostan-ziale parità tra centrodestra e centrosinistra. Ma le previsioni sono diffi cili perché i candidati sindaci sono più numerosi dei bagnini: c’è ancora chi parla di bipolarismo ?

Per il candidato sindaco del centrosinistra, Andrea Gnas-si, Pd, la campagna elettorale è incominciata a cena (slogan ammiccante, «una cena a lume di candela per un fi nanziamento alla luce del sole»): i commensali se la sono cavata con 50 euro a te-sta, ospite Sergio Zavoli, sena-tore eletto a Rimini e presidente della commissione di vigilanza sulla Rai. Per Zavoli l’equazio-ne è: Fellini sta al mondo come Gnassi sta a Rimini. Peccato che la Fondazione Fellini, sede a Ri-mini, sia in fase agonizzante.

«Rimini è una città generosa, quanto diffi cile», dice Zavoli al brindisi fi nale, «in questo mo-mento Gnassi è la persona giu-

sta a governarla, potrà essere un sindaco giovane, appassionato, razionale e coerente».

Quarantuno anni, supporter di Pier Luigi Bersani, ex se-gretario del Pd riminese, Gnassi ringrazia Zavoli ma soprattutto ringrazia il baillame nel fronte opposto, dove sono sulle barrica-te, gli uni contro gli altri armati, i candidati sindaci di Pdl, Lega e Fli. I due superfi niani, Italo Bocchino ed Enzo Raisi, sono venuti a Rimini per sostenere il consigliere comunale Fli (mis-sino della prima ora, ha messo nome alla fi glia: Rachele), Pa-squale Barone, agente della polizia municipale, e non vanno per il sottile: «Abbiamo ottime possibilità di successo. Infatti, che cosa faranno gli elettori mo-derati del centrodestra e i tanti giovani che alle altre elezioni non sono andati a votare ? Non credo vogliano votare un cada-vere che galleggia... ».

Spiega meglio: «Il rischio è che l’avvoltoio Lega peschi nel cadavere del Pdl, noi siamo usciti da questa conflittualità e ambiguità». Il duo Bocchino-

Raisi è riuscito anche a convin-cere Mpa, Liberalsocialisti e un gruppo civico, Cuore di Rimini, ad appoggiare il candidato Fli: «Il primo obiettivo», spiega Pa-squale Barone, è andare al ballottaggio».

Ma al ballottaggio punta an-che la Lega. «Il Pdl ha scelto da solo il candidato e noi non ci stiamo», afferma Gianluca Pini, segretario romagnolo del Carroccio, che dal cilindro ha ti-rato fuori, con la benedizione di Umberto Bossi, un ex-Udc, il medico Marco Casadei.

Il Pdl, separato in casa con la Lega, si presenta dilaniato. Ha scelto Marco Lombardi, 55 anni, avvocato, consigliere regionale. Il suo concorrente, sconfi tto nello scontro interno, Gioenzo Renzi, ex-An rima-sto coi berluscones, commenta: «Questa candidatura è una de-cisione incredibile e mortifi cante per tanti riminesi che speravano nel cambiamento».

Poi c’è la frittura mista. Sul mare si è presentato anche Magdi Cristiano Allam, fonda-tore e factotum di Io amo l’Italia,

per candidare l’ex ammiraglio Aleardo Cingolani, che così sintetizza il suo programma: «fa-miglia, economia sociale nel pie-no rispetto di quello che dice la Chiesa, no all’Europa allargata ai paesi islamici, si ai musulma-ni in Italia, no alle moschee».

Ancora più singolare è la lista civica soprannominata dei papa boys, promossa da ex esponen-ti di Comunione e liberazione e Pd: predica la solidarietà ed è ca-peggiata dall’ex-presidente (per 10 anni) della Compagnia delle Opere (Cl), Domenico Pirozzi, dal direttore del Centro cultura-le Paolo VI, Antonio Polselli, e dall’ex-segretario comunale Pd, Luigi Buonadonna.

Non basta. Cerca di provoca-re uno tsunami Beppe Grillo, planato a Rimini per dichiarare che «bisogna disinfettare il Co-mune». Il veleno (biologico) lo consegna a Luigi Camporesi, 42 anni, il candidato-5-stelle, in-gegnere meccanico. «Ho abitato vent’anni fa in questa città», dice Grillo, «ho anche una famiglia qua. Vedete tutti come è ridot-ta Rimini. Il vostro sindaco non lo conosco nemmeno, ma tanto sono tutti fantasmi. Quando

due o tre dei nostri entreranno in consiglio comunale saprete tutto, porteranno fuori quello che c’è dentro».

Infine l’Udc, con un’inedita alleanza coi socialisti: Pier Ferdinando Casini ha det-to sì e a Rimini l’Udc proporrà Marco Moretti, che negli anni ’90 fu sindaco Psi della città ed è fratello dell’ad di Trenitalia. In panchina ci sono Sel e altre liste civiche, che si scaldano per scendere in campo. Tutto questo succede in una città di 140mila abitanti. Ma ricca grazie al tu-rismo e che dovrà decidere chi sostituirà Alberto Ravaioli, oncologo pidiessino, sindaco per 12 anni.

© Riproduzione riservata

Virginio Merola, candidato sindaco Pd, a Bologna è attapirato. Lo svarione sulla squadra di calcio scatena ancora polemiche: «Spero che il Bologna torni in serie A», aveva detto. Ieri il capogruppo Pdl in provincia, Luca Finotti ha portato in consi-glio un piccolo tapiro. «Abbiamo fatto ridere tutta l’Italia», ha detto Finotti, «avrebbero potuto scegliere un candidato che almeno conoscesse i sentimenti dei bolognesi». Subito dopo è spuntato fuori il tapiro con lo stemma del Bologna. Ma Merola era assente. A chiudere la questione il presidente del Consi-glio provinciale: «Non siamo mica a Striscia la notizia».

Antonello Di Lella© Riproduzione riservata

Che gaffe: «Bologna presto in A» un tapiro per l’aspirante sindaco

Sergio Zavoli

di Marco Cobianchi

- Silvio Berlusconi: «Sono l'uomo più imputato della storia e dell'universo».

Voleva dire:

- Ammettetelo, sono im-battibile.

DECRITTAZIONI

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7Martedì 29 Marzo 2011Martedì 29 MaP R I M O P I A N O

La cancelliera tedesca sconi tta nel Baden-Württemberg che era un feudo dc da 58 anni

Angela Merkel ha perso ma vinceràPrematuro sancirne la fi ne. È senza avversari veri per il 2013

DI ROBERTO GIARDINA

Arme Angela, povera Cancelliera. Perde la roccaforte del Baden-Württemberg, il ricchis-

simo Land meridionale, da 58 anni feudo cristianodemocrati-co. In Renania Palatinato, patria del suo padrino Helmut Kohl, i socialdemocratici resistono, e crollano gli alleati liberali. La settimana scorsa era andata male in Sassonia- Anhalt, e a fine febbraio la sua Cdu aveva perduto Amburgo. Da Nord a Sud, da est a ovest, a metà legi-slatura tutti i test sono negativi. L’attaccano persino i compagni di partito, e all’estero non si nasconde la maligna gioia per i guai della donna più potente d’Europa. Se si votasse domani, in base ai sondaggi, perderebbe la poltrona.

Nel 2005, Gerhard Schröder indisse elezioni anticipate dopo il disastro in Nord Renania Westfalia, da sempre rossa. E gli andò male. Angela Merkel non ci pensa affatto, come non medita rimpasti governativi. Resta al suo posto fi no alla sca-

denza prevista del 2013, con buone probabilità di venire ri-eletta, conquistando il secondo posto per durata dopo Kohl, che resistette per 16 anni. Semplice-mente perché non ci sono alter-native: lei ha allontanato tutti i possibili rivali, come Christian Wulff, diventato presidente del-la Repubblica, e i delfi ni si sono eliminati da soli, come il bril-lante Karl-Theodor zu Gut-tenberg, sorpreso a copiare la tesi di laurea. L’opposizione non ha sfi danti all’altezza, da Beck a Gabriel a Steinmeier, solidi burocrati di partito, senza cari-sma e senza ideali (cosa che qui conta ancora).

Piuttosto, è colpa di Angela la sconfi tta? In Germania tut-to fi la a gonfi e vele, l’export in pieno boom, i disoccupati che di-minuiscono, il Pil che dovrebbe aumentare quest’anno del 3,5. Berlino è tornata la locomotiva d’Europa. E allora perché la boc-ciano? Un paradosso tedesco. È la squadra che non funziona: gli alleati liberali, in base ai son-daggi, dal 15% del 2009, non ri-uscirebbero neanche a superare lo sbarramento del 5, come è av-

venuto domenica a Stoccarda e a Magonza.

Ma i socialdemocratici per-dono a loro volta, e rischiano di

venire superati dai verdi come partito popolare. Una sfi da in discesa. È fi n troppo evidente che le elezioni tedesche sono state decise dal disastro in Giappone. In Baden-Württem-berg sono in funzione 4 centra-li: come potranno chiuderle i verdi? Quando erano al potere con Schröder fu il loro Joschka Fischer a prolungare la vita dei 17 impianti tedeschi. Gli elettori

hanno la memoria corta, ma la delusione è dietro l’angolo.

Sono sorprendenti piuttosto le analisi che giungono dall’este-ro, in particolare dall’Italia. Noi siamo sempre vittime del vizio di giudicare secondo un’ottica romana. La Merkel, si legge, avrebbe scontato l’annuncio dell’asse con l’Italia sulla Libia. Sarebbe bello poterlo scrivere. Significherebbe che contiamo qualcosa in politica estera. In realtà qui nessuno se ne è ac-corto, nessun giornale o Tv vi ha accennato. Per una volta non è colpa di Berlusconi, anche se qui neanche il più duro dei conser-vatori oserebbe mai lodarlo.

Si accusa la Merkel di non essere un leader dalla statura europea. Perché mai? All’inizio della crisi mondiale, si guada-gnò il soprannome di Madame Non perché rifi utava di seguire i suoi partner. Faccio da sola, dis-se. Uno sbaglio? La Germania è il primo paese ad essere uscito dal tunnel. Tentenna negli aiuti ai «cattivi», la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo? È pronta a pagare, ma vuole che si cambino le re-gole. Avrebbe torto? Una volta

è troppo debole, e l’altra troppo prepotente?

Sull´atomo, l’ala destra della Cdu l’accusa di tradimento: in settembre prolungò l’attività delle centrali. Dopo Fukushi-ma ha cambiato idea: «Se per-fi no i giapponesi non riescono ad assicurare sicurezza, siamo costretti a rivedere le nostre posizioni». Un leader che am-mette gli errori, non è sempre indeciso, dimostra invece forza di carattere.

Infi ne, Gheddafi . Angela ha spezzato l’asse con la Francia, ed ha isolato la Germania in Europa e nella Nato. Si deve sbagliare pur di non rimanere in minoranza? È ormai chiaro che Sarkozy ha commesso un grave errore, e con lui quelli che l’hanno seguito. Frau Mer-kel non ama i toni aulici che piacciono ai francesi, odia la furbizia latina, e cerca di non mentire agli elettori. Ma è una donna, e quindi l’accusano di gestire il potere come una ca-salinga. Forse, sotto sotto, le critiche europee nascondono un pizzico di invidia.

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Si racconta che Goebbels dices-se «La propaganda è un’arte. Non importa che questa rac-conti la verità». E, sempre al

medesimo soggetto, si attribuisce que-sta seconda sentenza: «Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità».

Nelle cronache internazionali di questi giorni è molto diffi cile discer-nere quanto di quello che volenterosi cronisti ci riferiscono, sia, alla fon-te, propaganda o bugia. Certo è che alcune libere associazioni mne-moniche, sollecita-no qualche inter-rogativo. Per un lungo periodo ci si è arrovellati sulla sorte di quelle de-cine di migliaia di profughi dalle più varie ed inquiete terre africane che Gheddafi teneva confi nati in mise-rabili accampa-menti nel deserto, in seguito, se non addirittura per diretta responsabilità, degli accordi che il governo italiano aveva fatto con quello libico per con-trastare la partenza dei barconi di disperati dalle coste libiche.

Dove sono finiti, che fine hanno fatto queste moltitudini di sventu-rati? Cominciano ora ad arrivare, mischiati alla pletora di tunisini che hanno ormai stabilmente occupato

Lampedusa, alcune decine di eritrei, ma sono molto più numerosi i cen-troafricani che i ribelli democratici libici esibiscono sovente davanti alle telecamere occidentali, etichettandoli come mercenari di Gheddafi . Spesso, se l’inquadratura consente di soffer-marsi sulle immagini più di due se-condi, appare evidente che si tratta di gente dall’aspetto non propriamente marziale, l’aria spaurita di chi non sa cosa aspettarsi da un momento

all’altro. Gli ab-bigliamenti sono miseri e ordinari, l’atteggiamento dimesso. E sorge il dubbio se non si tratti di parte dei famosi e mi-serandi profughi ut i l izzat i , per l’appunto, a fine di propaganda.

Altra perplessi-tà nasce dal con-tinuo appello dei ribelli a ricevere aiuto dal cielo, essendo a rischio estinzione inte-

re popolazioni civili ed essendo essi stessi, nella loro spontanea sommos-sa, dotati di poche armi. Poi scorrono sul teleschermo immagini di gruppi che sparano entusiasti in aria, eviden-temente incuranti di risparmiare le poche munizioni. Oppure si vedono, «montati su pickup» come ci spiegano i solerti cronisti, come se non aves-simo occhi, batterie lanciamissili di

ignota fabbricazione, cannoncini ed armi pesanti, senz’altro in una cer-ta quantità razziate dai depositi che lo stolido e improvvido Raìs aveva sparpagliato sul territorio, ma, visto che il dittatore ha fatto bombardare effi cacemente alcuni depositi, non di tutti questi armamenti è chiara la provenienza.

A parte il fatto che non si capisce a che serva l’addestramento militare che tutti gli eserciti praticano se in un istante o poco più, come risul-ta evidente, una massa di civili ha imparato ad usa-re, e con effi cacia, tutti questi arma-menti.

Infine, ad uno sguardo panora-mico si evidenzia un aspetto parti-colare di quanto è avvenuto negli ul-timi mesi: il mon-do arabo è in sub-buglio, le rivolte si susseguono l’una all’altra, che ci sia o meno una feroce o blanda ditta-tura. Combinazione, tuttavia, i Paesi i cui governi sono stati o rischiano di essere travolti sono gli unici che avessero un ordinamento di impron-ta laica, con riconoscimento della libertà di culto. Anche la Siria tra-balla (a proposito, quando andiamo a bombardarla se Bashir Assad non si fa rapidamente da parte?) In Ara-

bia Saudita cova da sempre, più che una aspirazione democratica, la riva-lità confessionale nei confronti della peculiare interpretazione dell’Islam che è parte integrante dell’assetto istituzionale e politico, che va sotto il nome di Wahhabismo, che, essendo una sorta di sublimazione della Sun-na, fa automaticamente dei sauditi dei nemici per gli sciti.

Anche in Yemen ci si ribella ed alle tribù yemenite fu inviato nel

febbraio 2010 un messaggio di Al Qaeda che invi-tava all’alleanza del tutto inedita e impensabile tra sciti e sunniti per «colpire ovunque americani, cri-stiani e sionisti», nonché i loro al-leati, indicando esplic itamente l’Arabia Saudita.

E allora, ecco l’ultima perples-sità: sarà stata solo bieca propa-ganda di Ghedda-

fi a indicare i ribelli come strumenti di Al Qaeda? Magari molti di quel-li che combattono lo fanno per loro propria e spontanea convinzione, ma una rivoluzione, nel corso della storia, non è mai stata tradita da chi aveva contribuito a suscitarla, anche se non per le ragioni che gli altri combattenti sostenevano? Ah! Saperlo, saperlo.

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SCOPPIANO SOLO IN QUEGLI STATI CHE, IN BASE ALLA LEGGE, RICONOSCONO LA LIBERTÀ DI CULTO

Perché le rivolte ci sono nei paesi musulmani un po’ laici?Possibile che tutto sia scoppiato spontaneamente e che non ci sia lo zampino di Al Qaeda?

Angela Merkel

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re popolazioni civili

E che dire dei migranti che intasano Lampedusa? Non hanno l’aria dei guerrieri sconfi tti in fuga dal male.

Forse sono quegli africani ai quali Gheddafi aveva con-

trastato la migrazione presso le nostre sponde. E come

mai dei ribelli che invocano l’aiuto dal cielo per poter

continuare a combattere poi sprecano interi rulli di pro-iettili sparando a vanvera?

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fi a indicare i ribelli

Si vedono poi, «montati su moderni pickup» come ci

spiegano i solerti telecronisti come se noi non avessimo gli occhi, batterie lanciamissili

di ignota fabbricazione, cannoncini a ripetizione

ed armi pesanti. Come mai armamenti così complessi

possono essere usati da dei soldati improvvisati,

dotati più di entusiasmo che di conoscenze tecniche?

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8 Martedì 29 Marzo 2011 P R I M O P I A N O

Fonda Iniziativa popolare per togliere consensi al Pid, il partito nato dalla scissione dell’Udc

Mannino rifà la Dc contro RomanoL’ex ministro prepara la vendetta contro l’allievo neo ministro

DI ANTONIO CALITRI

Calogero Mannino studia la vendetta contro il suo ex allie-vo Saverio Romano

e lancia Iniziativa popolare per rifare la Democrazia Cri-stiana, almeno in Sicilia. E sicuramente con l’intenzione di togliere consensi al Pid, il partito dell’attuale ministro dell’agricoltura, nato a sua volta dalla scissione siciliana dall’Udc lo scorso autunno.

In Sicilia la vendetta (politi-ca) si serve calda. Neppure il tempo di far prendere possesso della prima poltrona del dica-stero di via XX settembre al neoministro ed ecco che dalla Sicilia, l’ex pigmalione di Ro-mano ha già annunciato il par-tito per svuotare la formazione lanciata dall’ex coordinatore siciliano dell’Udc e da Totò Cuffaro quando si staccarono dall’Udc lo scorso settembre.

Sulla carta sembra sempre più la divisione dell’atomo, quello che sta avvenendo tra i centristi siciliani in questi mesi.

Lo scorso autunno infatti, quando l’Udc decise di votare contro la fi ducia ai cinque pun-ti di programma di governo che avrebbe dovuto rilanciare la maggioranza, una buona parte dei parlamentari siciliani del partito di Pier Ferdinando Casini abbandonò il suo lea-der e costruì il Partito Italia domani.

Adesso che Mannino ha contestato pubblicamente le

dinamiche che hanno portato alla nomina di Romano al mi-nistero delle politiche agricole, ha subito abbandonato il Pid per fare una nuova scissione e creare una nuova formazione di ispirazione popolare scrit-ta già nel nome (Iniziativa popolare), con l’intenzione uf-fi ciale di rifare la democrazia cristiana, almeno nell’isola, dialogando con l’Mpa e con lo stesso Udc abbandonato solo

da pochi mesi. Per molti osservatori però, il

vero obiettivo sarebbe quello di svuotare prima il Pid, poi i responsabili e cercare di pren-dere il loro posto come terza gamba del governo naziona-le proprio in sostituzione di Iniziativa responsabile ormai giudicata da molti troppo ir-responsabile, incontrollabile e incontentabile e puntando su una responsabilità diversa, meno pressante e più autono-ma con la complicità di almeno una parte di udc e autonomisti siciliani.

Sembra anche su input di alcune delle colombe berlusco-niane che non stanno vedendo di buon occhio l’atteggiamento di Ir con le richieste che spes-so all’esterno assomigliano sempre di più a veri e propri ricatti. La partita che ha de-ciso di giocare Mannino dopo la sua personale delusione per Romano è impegnativa e avrà come prima conseguenza di in-debolire il suo ex allievo.

Si tratta, spiega Mannino di «un movimento che innalza la bandiera del popolarismo eu-

ropeo di ispirazione cattolica e tradizione democristiana» e che punta sull’aiuto di Silvio Berlusconi per superare l’at-tuale scenario.

Una formula fantasiosa ma che potrebbe avere il suo effet-to anche su Casini e Raffaele Lombardo se otterrà la spon-da del Cavaliere. «Non supere-remo il berlusconismo se non con Berlusconi e un partito po-polare che chiuda la stagione del partito populista», ha spie-gato l’ex ministro. E quanto alla strategia, spiega di voler costruire «in tempi brevissimi a partire dalla Sicilia, Iniziati-va popolare. E lancerò insieme a esponenti nazionali del mon-do cattolico un appello non per fare un nuovo partito ma per cominciare un lavoro con tanti amici di radice democristiana e non. Penso a Sacconi nel Pdl e alla stessa Udc o a Lombardo per preparare il 2013. La mia scelta è oggi, come sempre, per la politica. Del resto per coerenza politica mi è stato fatto pagare un prezzo alto e ingiusto».

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DI ALFONSO MARRA*

Ferie in Florida (è rilassante ed economica). Boca Raton è una cittadina piena di ville di ric-chi ebrei di New York e rigonfia

di Bentley quanto Torino di Cinquecen-to. Chiacchiero con Janet, caposala del ristorante dell’albergo, mi dice che lì è ancora dura, che la crisi si sente anco-ra. La città è piena di cartelli «vendesi», le case in mano alle banche ed in liqui-dazione coatta non si contano.

Allora vado allo sfavillante ed im-menso shopping center. Gioielleria da 500 mq. con brillanti come noci in vetri-na, entro e vedo un grande bancone de-dicato ai Rolex di seconda mano. «Hey man, questa è nuova, da quando in qua esponete l’usato, cosa è successo, si sono venduti anche gli orologi?». Il commes-so elegantissimo bofonchia qualcosa a difesa dei suoi clienti in liquidazione e poi mi dice «solo per questa settimana, una operazione straordinaria».

Intanto torno la settimana dopo e gli orologi sono ancora là. I corridoi dello shopping center sono deserti, le com-messe (anziane e gentilissime) ti si at-taccano addosso come mosche, sperano che il turista spenda qualcosa. Le merci sono scontate al cubo, costano la metà rispetto all’Europa, un attacco dispera-to al consumatore per indurlo a spen-dere. Ma i corridoi sono vuoti.

Mi sa che vado a Miami Beach, un amico bolognese ha comprato casa in un condominio strafi go, disegnato da Starck, vediamo. All’entrata valletti,

macchinoni, ai piani alti piscine da pubblicità di telefonini.

L’amico mi dice: «Ho pagato al mq quanto a Castelmaggiore, da un falli-mento, lo posso affi ttare a 4-5000 dol-lari al mese».

Incontro Carlo, agente immobiliare italiano, da quindici anni a Miami, mi ripete quanto già detto dall’amico, dice che gli italiani stanno comprando tutto e di tutto. Lui lavora sul passaparola, in pochi minuti, mentre parliamo, riceve decine di telefonate, tutte da italiani. Mi offre due appartamenti nel famoso condominio, sono in mano alle banche che devono monetizzare al più presto. Mah, ci penso Carlo.

Vado in spiaggia (è freddo eh!) ed incontro John, imprenditore locale (uno dei pochi rimasti a non chiamarsi Pedro, Manuel o, appunto, Carlo). «È vero che gli stranieri stanno investendo tanto, ma qui ci sono trentamila appar-tamenti sfi tti, siete sicuri di affi ttarli proprio voi?».

Sono un po’ confuso. Allora, i prezzi d’acquisto sono bassissimi, le statisti-che dicono che stanno ancora calando, i compratori latitano, a parte gli italiani che fanno affari (forse), ma il Pil Usa è in crescita. Si vede che questo Pil porta i soldi da altre parti, che il cittadino medio rimane a bocca asciutta. Gli eu-ropei soffrono ancora, ma gli americani non ridono sicuramente.

* amministratore delegato Tyrolit Group

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Affari d’oro con le case a basso prezzo, che restano sfitte

Negli Usa si svendee gli italiani fan festa

ItaliaOggi mi ha aperto gli occhisull’attacco alleato alla LibiaHo avuto solo recentemente il pia-cere di «scoprire» la firma di Piero Laporta leggendo, su ItaliaOggi, i suoi articoli sulla crisi libica che sono stati, per me, veramente illu-minanti. Essi hanno dato (e spero continueranno a dare) voce a sen-sazioni che ho subito avuto, ma che (da oscuro funzionario, seppur non irregimentato, della Regione Emi-lia-Romagna) non ero stato finora in grado di mettere organicamente in ordine. In mezzo al conformismo buoni-sta ispirato da tanti ingenui o in malafede (purtroppo anche della parte politica che finora è stata la mia) e dalla disinformazione che imperversa, questi articoli hanno costituito per me una vera boccata d’ossigeno che mi ha risarcito del conformismo imperante. E questo dimostra quanto autorevo-le (anche perché è diverso da tutti gli altri quotidiani) sia diventato ItaliaOggi che ha dato, anche su questo problema, un’informazione assolutamente legata ai fatti, piut-tosto che alle emozioni o alle incli-nazioni politiche. Con la speranza che anche qualcuno in più alto loco possa trarne i dovuti spunti, a meno che non si ritenga che il preminente interesse nazio-nale dell’Italia sia sempre quello di servire fedelmente il padrone senza cercare mai di ritagliarsi, pur nella lealtà di fondo, uno spazio autono-mo d’iniziativa e d’interessi. Anche se il precedente del povero Enrico Mattei non è certo uno stimolo in tal senso.

Ciro Fazzuoli - Bologna

I francesi riescono ad abbattere gli aerei che si trovano al suoloPremessa A : « Le cose non si fanno tanto per farle ma si fanno per uno scopo il cui risultato sia ben com-patibile con la Fonte del diritto « (Mahatma Gandhi 1924). Premessa B : La «No fly zone» Onu ha lo scopo di proteggere persone ed opere civili con l’interdizione di tutti i voli entro un perimetro stabilito.L’apparecchietto libico «abbattuto al suolo» (sic) qualche giorno fa da un caccia francese era un antiquato aereo scuola jugoslavo (Galeb) già atterrato. In questo caso, non es-sendo in volo, la terminologia degli addetti ai lavori lo definisce invece «distrutto al suolo» .Sottocaso A: Prima dell’atterrag-gio l’apparecchietto libico aveva commesso improbabili cattiverie che l’intercettore francese non era stato comunque capace né di pre-venire né di documentare. La No fly zone, nonostante che gli aerei alleati fossero dell’ultimo modello, non aveva funzionato. Sistema boc-ciato, quindi!Sottocaso B: L’apparecchietto libico non aveva commesso birichinate.Lo scopo della No fly zone era stato ottenuto anche senza intervento del caccia francese. Sistema su-perlfuo!.La distruzione «al suolo» appare allora una dispettosa vendetta, at-tuata probabilmente sconfinando dal perimetro della Risoluzione-Mandato Onu.Il tutto mi ha fatto riaffiorare il ri-cordo di amici cacciatori che sbef-feggiavano un maldestro collega, valido fucilatore di fringuelli, ma solo se in gabbia.

Vanna Inconsapevoli - Cesena

LETTERA

Calogero Mannino e Saverio Romano

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9Martedì 29 Marzo 2011Martedì 29 MaP R I M O P I A N O

L’ex assessore capitolino alla cultura in cerca di sponsor

Croppi è pro GalanTanti elogi per rientrare nel giro

DI ANTONIO CALITRI

Umberto Croppi per attaccare Gianni Ale-manno, che l’ha fatto fuori dall’assessorato

alla cultura di Roma (dopo essere passato con Gianfranco Fini), difende il neoministro Giancar-lo Galan e mira a rientrare nel Roma Film Fest. La partenza in salita del neo ministro dei beni culturali per le sue dichiarazioni sulla concentrazione delle risor-se in un unico festival del cine-ma (quello di Venezia) e sulla possibilità di spostare i bronzi di Riace da Reggio Calabria, tro-va un inaspettato alleato nell’ex assessore romano alla cultura, molto amato anche a sinistra e defenestrato dal sindaco pochi mesi fa. Alemanno venerdì ave-va fatto dichiarazioni al veleno dicendo che «a Galan voglio dire due cose. Primo che quella tra il festival di Roma e quello di Venezia è ormai una polemica superata. E un ministro della Repubblica deve unire i territori e non dividerli, riaprendo vecchi e superati contenziosi. Secondo, il Festival di Roma lo pagano innanzitutto sponsor privati e poi, solo in minima parte, le istituzioni del territorio, men-tre il ministero ci dà soltanto 200mila euro su progetti mirati

a fronte di 7 milioni di euro che ogni anno vengono dati in ma-niera fissa al Festival di Venezia. Quindi se continuare a svolgere

il Festival del Cinema lo deci-de la città di Roma, sia sul lato istituzionale sia, soprattutto, sul versante della società civile e del mondo culturale». Ieri Croppi, che ha seguito da vicino l’orga-nizzazione del Roma Film Fest, in un’intervista con il Giornale dello Spettacolo ha ridimensio-nato la gaffe del ministro dicen-do che si è trattato di dichiara-zioni imprudenti ma enfatizzate, aggiungendo: «Penso che sia una figura dotata di forte persona-lità e credo che abbia anche le risorse intellettuali per svolgere il suo ruolo. Sul Festival del Ci-

nema di Roma, poteva aspettare qualche giorno prima di fare le dichiarazioni che ha fatto». Poi però ha attaccato la reazione di Alemanno: «La risposta è stata più di pancia che di intelletto. Ci sono invece argomenti seri per sostenere la validità del Festival di Roma. Intanto, a Venezia non c’è un Festival ma una Mostra e poi il Festival di Roma ha due caratteristiche che lo rendono diverso e complementare: la pri-ma è la grossa base di parteci-pazione popolare. Inoltre, ed è la cosa più importante, a Roma c’è una sezione business che ormai rappresenta l’unico esempio di mercato cinematografico in Ita-lia». Infine ha elogiato i risulta-ti ottenuti dalla sua gestione: «Siamo passati da un bilancio di 17 milioni ad uno di 12, ri-sparmiando quasi un terzo». Di-chiarazione che per molti, anche in Fli, è stata vista quasi come un’autocandidatura a rientra-re nel giro del festival, magari come consulente di Galan, par-tendo dal fatto che il ministro non ha gradito il fuoco amico di Alemanno e che è sempre stato dialogante con l’opposizione an-che quando era governatore del Veneto e aveva stretto un ottimo rapporto col sindaco di Venezia Massimo Cacciari.

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DI PIERRE DE NOLAC

Dopo Silvio Berlusconi, Italo Bocchino sceglie un altro bersaglio: Gianni Ale-manno. Il vicepresidente di Futuro e li-bertà colpisce il sindaco di Roma con un

libro, intitolato «Una storia di destra», scritto dallo stesso Bocchino e pubblicato da Longanesi, che verrà presentato ufficialmente il 31 marzo nella capitale, nel tempio di Adriano. Bocchino ha voluto come compagni di questa kermesse il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini e l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni. Il tour mediatico nei salotti televisivi è già cominciato, entrando pure nella trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa, dove Bocchino ha chiesto pubblicamente scusa alla moglie, come marito e padre, per le sue «distrazio-ni». Ma cosa ha scritto l’autore sull’attuale primo cittadino? «La vittoria di Gianni Alemanno come sindaco della capitale il 28 aprile 2008 è stata una sorpresa. Alemanno si è voluto candidare a tutti i costi, anche se in un primo momento Berlusconi gli avrebbe preferito Maurizio Gasparri. È stata una vittoria storica, contro ogni previsione, e io gli ho dato una buona mano in campagna elettorale». Bocchino però subito dopo cerca di ridimensionare, affermando che Alemanno è stato fortunato perché lo sfi dante non era certo Veltroni: «A essere sincero, ha vinto anche perché la sinistra ha sbagliato il candidato, non che Francesco Rutelli non fosse all’altezza, anzi nella sua esperienza di sindaco del-la capitale ha lavorato in modo eccellente, ma per il semplice fatto che l’elettore non gradisce il ritorno di chi già ha compiuto i suoi mandati».

Insomma, Bocchino riesce in poche righe a elo-giare l’ex segretario del Partito democratico e ad affossare l’attuale leader di Alleanza per l’Italia, forse dimenticando che si tratta di un suo alleato nel Terzo polo. E che a battere la candidatura di Fini nella corsa per diventare numero uno del Cam-pidoglio fu proprio Rutelli, nonostante lp storico endorsement di Silvio Berlusconi.

Fatto sta che il vice di Fini in Fli non smette di colpire, con il suo nuovo volume, quello che è stato per anni un suo amico, Gianni: «Forse Alemanno non era pronto alla vittoria e si è trovato a gover-nare Roma, appunto, senza un’adeguata classe dirigente. Così si è trovato di fronte due strade: l’autosuffi cienza o andare alla ricerca di una clas-se dirigente al di fuori della politica. Alemanno ha scelto, per un suo modello culturale, le persone che poteva controllare, ed è fi nita male». Così dice Boc-chino, parlando al passato dell’esperienza comunale alemanniana. Ma Italo ne ha ancora di frasi contro il vecchio amico: «Il sogno della destra che governa Roma si è trasformato in un incubo: lo scandalo di parentopoli è la testimonianza di un fallimento. Il fallimento di una prova di governo così importan-te è un segnale molto negativo per l’elettorato più maturo ed esigente». Come a dire che chi apprez-za Alemanno è un sempliciotto e, magari, anche ignorante. Affermazioni stampate, sulle quali non ci possono essere dubbi circa la volontà dell’autore di abbattere Gianni: il quale potrebbe anche entrare improvvisamente nella sala di piazza di Pietra, nel pomeriggio di dopodomani, per mettere alla prova il coraggio dei sodali di un tempo.

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In Storia di destra boccia il sindaco di Roma: meglio Veltroni

Adesso Bocchinoscarica anche Alemanno

Umberto Croppi

DI PAOLO SIEPI

Fino all’altro ieri, chi parlava di Patria, per non dire di Nazione, esponeva il tricolore, cantava l’inno di Mameli, esaltava il Risorgimento era tacciato, dalla si-nistra, di fascismo. Da quando la Lega ha manifestato l’intenzione di disertare le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità, la sinistra è diventata patriottica. Accusa chi non li festeggia, di tradimento della Patria e di ignorare la Nazione italiana, si fascia di tricolore, canta Mameli, rinnega Gramsci ed elogia Cavour, quello liberale della biografi a di Rosario Romeo, uno dei capolavori della storiografi a italiana del Novecento; che si dice Laterza non ristampi per subalternità culturale alla sinistra. Piero Ostellino. Corsera.

E’ sempre la solita solfa dell’intervento umanitario (anche la guerra all’Iraq fu chiamata così) senza che nessuno ci spieghi che cosa ci sia di umanitario nel bombardare un paese per colpire il suo dittatore infl iggendo però ulteriori sofferenze alle popolazioni. Carmine Fotia, Pd, Il Riformista.

La guerra civile in Libia è una guerra dotata di una singolare asimmetria: sappiamo chi comanda a Tripoli, non sappiamo chi comanda a Begasi. WSJ.

In questo momento il miglior alleato del Cavaliere sembra l’opposizione. Sono tutti lì a dire che il Berlusca deve fare un passo indietro e nessuno che faccia un passo avanti. La verità, purtroppo, è che, in questo paese, la politica non solo non c’è più in parlamento, ma è uscita anche dai bar. La gente non ne parla neanche più, non la capisce, non la riconosce. Franco Nicolazzi, ex segretario del Psdi. La Stampa.

L’annuncio della candidatura di Gianni Lettieri a sindaco di Napoli è giunta alle 1,32 della notte del 10 marzo con una telefonata da Palazzo Grazioli. La spiegazione dell’ora tanto tarda fornita dallo stesso Lettieri al Mattino è semplice: «Aspettavo la tele-fonata. La partita del Milan ha allungato i tempi». Emanuele Boffi . Tempi.

Gianna, adesso sei grande e puoi permetterti di chiamarla fi ga, non più pisella. Il fratello di 12 anni alla sorellina di 10.

Nel baciamano ho sempre messo il meglio di me, o almeno della mia educazione, lo fornivo con le signore che certi pomeriggi arri-vavano alla villa a trovare i nonni. Facevo splendidi baciamano, che venivano corretti e perfezionati continuamente. Dovevi tenere i piedi uniti, e curvare un poco la schiena, tanto quanto alzassi la mano da baciare, mano però che non dovevo stringere troppo né toccare con le labbra. Le donne, mi spiegava papà, amano la galanteria mica la tua saliva. Giulio Giustiniani.

Quando, da grande, a un editore che la implorava, con un ricco assegno, di scrivere le sue memorie, Liz Taylor rispose: «Andate al diavolo. Le mie memorie le sto ancora vivendo». Vanity Fair.

Nella nostra trasmissione tv, Capital, sulla cate-na francese M6, non si denuncia ma si dimostra. Si parte dal nostro quotidiano immediato e ci poniamo degli interrogativi da bambini di quattro anni. Prima, la nostra era una trasmissione di decrittazione dell’economia. Adesso è un’emissione di attualità economica. Guy Lagace, presentatore e redattore capo della trasmissione Capital dal 2003. Le Figaro.

Dal modello prostitutivo mutuiamo la maggior disponibilità a usare il corpo per conquistare il privilegio di apparire, e per-ciò di esistere. Perché, se non appari, oggi non sei. E siccome la normalità è poco telegenica, essa non trova larghi spazi di rappresentazione. Per conquistare visibilità bisogna quindi spingersi oltre. La virtù, fa meno notizia del vizio. E la virtù si pratica, non si afferma manifestando contro le prostitute. E tenendo ben presente che la vera prostituzione, la vera porno-grafi a è lo spettacolo che la politica offre di se stessa ogni sera nei salotti televisivi, dove si dice tutto e il contrario di tutto. Il male vero è la distruzione di senso che subiamo quotidianamen-te. Gian Maria Fara, sociologo, presidente dell’Eurispes. Io Donna.

I morti non sono assenti. Sono invisibili. Sant’Agostino.

In Italia l’economia del low-cost vale 62 miliardi di euro, corri-spondenti all’8% del prodotto interno lordo, con un tasso di cre-scita del 6 per cento l’anno. Filippo Astone: “Italia low cost”.

Aliberti editori. Milano non è entusiasmante ma è anche, nell’Italia

di oggi, l’unica metropoli esistente. Philippe Dave-rio, operatore culturale. Tempi.

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Page 10: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

10 Martedì 29 Marzo 2011 P R I M O P I A N O

Guidato da Luca Patanè, il gruppo nostrano si è imposto. Ma Parigi rimane un fortino inespugnabile

Il colpo italiano in terra di FranciaNel turismo Uvet-Amex conquista la transalpina Avexia

DI GIULIO GENOINO

Che sia un colosso o che sia una media azien-da è indifferente: la Francia, oggi presie-

duta da Nicolas Sarkozy, alza sempre gli scudi per difendere le radici nazionali delle sue im-prese. Proprio come ora anche l’Italia (sia pur tardivamente) ha deciso di fare nei casi Par-malat ed Edison. Ma qualche volta anche la Francia può per-dere una battaglia. È capitato nel caso di Avexia, una società turistica da 106 milioni di euro di fatturato, che tre giorni fa è passata sotto il controllo del gruppo italiano Uvet-American Express, leader nel settore dei viaggi d’affari.

Una capitolazione dovuta alla debolezza delle alternati-ve nazionali, che però si è fat-ta comunque attendere per alcuni mesi fi no allo show-down in assemblea dei soci, conclusosi con la vittoria del-lo scalatore italiano. Ma solo perché l’azienda è celebre ma non grande e non aveva una proprietà istituzionale ma

manageriale, essendo nata tre anni fa da uno spin-off (spez-zatino) della filiale francese dell’American Express. «Fu in quell’occasione che entrammo nel capitale di Avexia, ma sol-tanto con il 20 per cento», spie-ga Luca Patanè, presidente e principale azionista di Uvet, il numero uno in Italia del suo settore con 600 milioni di euro di giro d’affari che sale a 1,6 miliardi di euro includendovi le 894 agenzie affi liate. «Abbiamo colto la pos-sibilità di crescere e acquisire il control lo e nell’ot-

tobre scorso abbiamo fatto la nostra offerta. Ma ci siamo resi subito conto che non sarebbe stata una passeggiata». Infat-ti, una parte del management ha assunto una posizione di resistenza passiva ed ha su-

scitato una controfferta, promossa da un altro

piccolo azionista di Avexia, Voyages Eurafrique. «Allora abbiamo forzato la mano, sfi duciando il presidente in carica e lanciando la nostra offerta. Finchè all’as-

semblea della set-timana scorsa

s iamo r i -u s c i t i a

salire al 64% del capitale, quindi possiamo dire di aver prevalso, ma abbiamo dovuto resistere a una forte campa-gna antagonista sulla stampa economica francese, per quanto fossimo decisi, come faremo, a nominare un nuovo presidente francese, nella persona di Re-gis Chambert, già presidente di American Express in Fran-cia. Insomma, date le dimen-sioni modeste dell’affare, non possiamo lamentare di aver

subito una controffensiva di si-stema, ma tutto il fi libustering possibile a causa della nostra italianità ci è piovuto addosso e ci ha molto ostacolati». Ave-xia (130 dipendenti in dieci sedi, da Parigi a Montpellier) contribuirà così ad ampliare le attività internazionali già in-tense di Uvet: «Sì, nel nostro settore la globalizzazione delle attività è essenziale», conclude Patanè: «Per esempio in questa fase confusa e critica, il setto-re soffre su alcune direttrici di viaggio, ovviamente quelle col-pite dal sisma e dalla guerra, ma è stabile nelle altre. E per bilanciare i problemi, si deve essere ovunque».

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Nicolas Sarkozy

Luca Patanè

di Pierre de Nolac

Bocchino ha pubblicatoil suo libro con la casa editrice Longanesi.

Leo si sta rivoltandonella tomba.

PILLOLA

«I tassi di inflazione sono durevolmente sopra la comune definizione della stabilità dei prez-

zi nell’area euro», ha dichiarato il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ieri a Parigi all’Institute of France, aggiungendo che «è cruciale evitare divergenze eco-nomiche nell’Eurozona, mentre i paesi dell’area euro cercano di imbrigliare la crisi del debito. E’ inappropriato che le politiche eco-nomiche nazionali generino dei gap di competitività tra i paesi membri dell’Unione monetaria». Trichet ha confermato l’orienta-mento rialzista dell’istituzione monetaria sui tassi di interes-se, ad aprile, con l’impegno a garantire la stabilità dei prezzi. Il costo del danaro è il principa-le strumento con cui le banche centrali possono cercare di con-trastare l’inflazione: più sono ele-vati i tassi di interesse, più viene percepito il valore del danaro e risultano disincentivati i rialzi dei prezzi e le rivendicazioni sa-lariali. Tuttavia al tempo stesso i tassi elevati, moderando il cre-dito possono frenare la crescita economica. Il direttorio dell’Eu-rotower si riunirà giovedì 4 apri-le. Secondo Trichet è garantendo la stabilità dei prezzi che «la Bce può far consolidare la fiducia, così essenziale oggi, e preservare un contesto favorevole alla crescita

perché integrante, sul medio pe-riodo, solo una inflazione debole». E per questo è seguendo queste strategie «che la politica mone-taria fornisce il suo migliore con-tributo al perseguimento di una crescita economica sostenibile e alla creazione di occupazione», ha concluso, secondo quanto riporta un comunicato della Bce. Infine, Trichet, ha ribadito l’importanza di un significativo rafforzamento della governance economica e del controllo sulla competitività nel-la zona euro e ha messo in guar-dia sulla possibile accelerazione dell’inflazione nel caso in cui non si andasse in questa direzione. Anche i costi del settore pubblico hanno un impatto significativo sulla competitività, ha precisato il presidente della Bce, «un au-mento della competitività», ha aggiunto Trichet, «aiuterà la sta-bilità dell’Eurozona e le sanzioni sulla competitività dovrebbero essere più immediate e più auto-matiche». Per l’area dell’unione monetaria il messaggio è chiaro: «rafforzare significativamente la vostra governance», ha sotto-lineato Trichet. «E’ normale che la Bce riporti i tassi di interesse su dei livelli più coerenti con la situazione economica congiuntu-rale», ha affermato Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio di-rettivo della Bce, «ci sono rischi di inflazione e ci sono preoccu-

pazioni che questa inflazione si traduca in aumenti poi dei prezzi interni. L’orientamento della po-litica monetaria della Bce non cambierà dopo quanto successo in Giappone». Altri rialzi dei tas-si seguiranno? Bini Smaghi, si è limitato a dire che la Bce «decide volta per volta».

La Bce deciderà il 4 aprile la manovra per la stabilità dei prezzi

Inflazione sopra la soglia, Trichet aumenterà i tassi

DI SIMONETTA SCARANE

Il comune di Milano ha approvato ieri il bilancio di previsione 2011 ed è pronto a ricapitalizzare la sua quota nella società Expo Milano 2015 spa. L’assemblea dei soci di Expo spa, la settimana scorsa, era stata rinviata al 15 aprile proprio per dare modo a Palazzo Marino di approvare la manovra fi nanziaria che consentirà all’amministrazione comunale di poter investire risorse per 400 milioni soprattutto in opere pubbliche e servizi. Riguardo Expo 2015 spa, il comune ricapitalizzerà la sua quota di 4,7 milioni in conto capitale sociale e, in aggiunta, conferi-rà alla società altri 14 milioni in conto investimenti. Dunque, su questo fronte, Palazzo Marino farà la sua parte, mentre la Provincia di Milano accusa diffi coltà di bilancio, e non si era presentata alla convocazione dell’assemblea dei soci Expo del 21 marzo 2011 che aveva registrato l’assenza anche del comune di Milano, e del ministero del tesoro. Nel frattempo, il ministero di Giulio Tremonti ha indicato che i 25 milioni sbloccati per l’Expo, e relativi allo stanziamento per l’anno 2010, arriveranno prima del 15 aprile. Dunque, prima della data, 16 aprile, fi ssata per la riconvocazione dell’assemblea dei soci Expo spa. Un pas-saggio importante perché permetterà alla società di presentarsi il 19 aprile, a Parigi, con le carte in regola davanti all’esecutivo del Bie (Bureau des expositions) sulla ricapitalizzazione della spa. E anche, l’ha assicurato il sindaco ieri nel suo intervento a Palazzo Marino, sul nodo dei terreni del sito Expo, sul quale, ha detto, restano aperte tutte le strade per trovare una solu-zione che dovrà essere approvata dal cda di Expo il 6 aprile. Il tempo stringe e l’opposizione non risparmia critiche. Intanto, l’amministrazione comunale, licenziando il bilancio preventivo 2011 ha dato il via libera alle linee di indirizzo per la quotazione di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa, che sarà preceduta dall’aumento di capitale e com-porterà la distribuzione di dividendi straordinari al comune per circa 160 milioni di euro. Inoltre, il comune può contare su un’altra entrata straordinaria grazie alla cessione della sua quota (pari al 18%) nella società Milano-Serravalle. Secondo una prima stima dovrebbe portare nelle casse di Palazzo Marino all’incirca 170 milioni di euro, ma il comune procederà a una nuova stima per attualizzare, a livello superiore, il valore della sua partecipazione nella Serravalle. Inoltre, il comune stima di ricavare 30 milioni dal pagamento, a saldo, del condono edi-lizio, nazionale, avviato nel 2004, e di incassare oltre 80 mln di euro di A2A e di proseguire nella valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare.

Moratti vende Serravalle,quota Sea e investe in Expo

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11Martedì 29 Marzo 2011ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Anche Oltralpe è scoppiata una crisi profonda fra l’esecutivo e il mondo giudiziario

Francia, magistrati sulle barricateLa più piccola delle riforme è vista come un’aggressione

DI MASSIMO GALLI

Oggi il mondo giudizia-rio francese scenderà in piazza. Chiederà al governo un piano

urgente per migliorare il fun-zionamento della giustizia. In realtà, quello che bolle in pen-tola è un profondo malcontento della categoria dei giudici per la volontà di riforma avanzata dall’esecutivo e propugnata dal presidente Nicolas Sarkozy.

Come accade in Italia, anche Oltralpe si è creata una frat-tura fra i tribunali e i politici. Due mondi che si guardano in cagnesco. Ecco perché, avverte Jean-Paul Garraud, ex magi-strato e deputato dell’Ump, il partito di centrodestra al po-tere, la minima riforma è vista come un segnale di sfi ducia e di aggressione: per questo occorre riannodare i fi li del dialogo.

Sono in molti a ritenere che uno scontro frontale non convenga a nessuno. Anche se l’opinione pubblica è rimasta sconvolta da alcuni episodi, come quello di Laëtitia Per-rais, la giovane uccisa in gen-

naio nella regione della Loira e poi fatta a pezzi, il cui caso ha fatto scalpore. Principale so-spettato dell’omicidio è Tony Meilhon, ora in prigione. Sarkozy aveva attaccato duramente i giudici per non essere stati in grado di sorvegliare adegua-tamente Meilhon, reo di alcuni delitti negli anni passati, tra cui la violen-za sessuale nei confron-ti di un carcerato con il quale condivideva la de-tenzione. Un’accusa che aveva fatto andare su tutte le furie i giudici, che hanno già protestato a più riprese rispedendo al mittente quelle che sono considerate gravi affermazioni: se c’è stato lassismo, dicono in coro, è unicamente per colpa del governo, che negli ultimi anni ha tagliato i fondi alla giustizia.

A far traboccare il vaso è stata l’idea di introdur-re giurati popolari nei tribunali correzionali, quelli che si occupano di

materia penale. I magistrati la vedono come il fumo negli occhi: oltre a considerarla una mancanza di fi ducia nei loro confronti, temono un carico di

lavoro supplementare. Per smorzare i toni, il mi-

nistro della giustizia, Michel Mercier, ha promesso mi-glioramenti. Ma i mezzi sono

l imitati in un periodo di tagli: quindi soltanto per-sonale preca-rio e, in parte, rientrato dal-la pensione. Più di così non si può fare, almeno per ora.

Christophe Régnard, pre-sidente dell’Unione sindaca-le dei magistrati (Usm), che rappresenta la maggioranza dei giudici francesi ed è alla testa del movimento di prote-sta, ammette che la situazio-ne fi nanziaria è quella che è: i problemi non potranno essere risolti dall’oggi al domani. Co-munque, se ci vorranno alme-no cinque anni prima di avere fondi paragonabili agli altri paesi europei, bisogna aprire delle prospettive. Invece le ul-time proiezioni del ministero parlano di ulteriori posti sop-pressi nelle giurisdizioni, so-

prattutto a livello di camere sociali e commerciali.

Dal canto suo, un ma-gistrato vicino alle for-ze di governo e che parla nell’anonimato, sorride:

bisogna mettere mano al metodo di lavoro nei tribunali. Come a dire: si opera male, si sprecano risorse, si perde tempo. Parole che, anch’esse, an-dranno probabilmente di traverso ai suoi colleghi.

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In seguito a complicazioni chirurgiche legate a due operazioni, alle quali si era poi aggiunta un’ernia del di-

sco, il francese Serge François aveva perso parzialmente l’uso della gamba sinistra: si muoveva con grande diffi coltà e solo inie-zioni regolari a base di morfi na riuscivano ad attenuare, almeno in parte, il dolore, costante.

Ma il 12 aprile 2002 davanti alla grotta di Lourdes, dove si era recato durante un pellegri-naggio diocesano, la sua vita è cambiata.

Domenica scorsa, al santua-rio di Notre-Dame-des-Gardes, il vescovo di Angers, monsignor Emmanuel Delmas, ha ricono-sciuto pubblicamente «il caratte-re straordinario della guarigio-ne» di cui ha «benefi ciato» Serge François. L’uomo sarebbe dunque il 68esimo miracolato di Lourdes. L’ultima, riconosciuta nel 2005, era l’italiana Anna Santaniello.

François ha raccontato che, dopo aver pre-gato e bevuto l’acqua delle fontane presso la Grotta, ha percepito un «dolore fulminante». Poi «la gamba che mi faceva tanto soffrire e che era sempre fredda si è riscaldata». Anche i medici si sono arresi e hanno oggettivamente dovuto riconoscere il carattere in-spiegabile della sua guarigione. Per rendere grazie l’uomo ha in-trapreso il cammino di Santiago di Compostela dall’inizio alla fi ne: 1.570 chilometri, tutti rigorosa-mente a piedi.

A partire dalle apparizioni della Vergine nel 1858 è stato riconosciuto come «miracoloso» solo l’1% delle 7 mila dichiarazioni di guarigione. E la Chiesa resta molto prudente. Tanto che nel 2006 è stato deciso di riformare le procedure di riconoscimento delle guarigioni. François è dunque il primo a essere passato attraverso questa nuova griglia di analisi, sia dal punto di vista medico sia da quello teologico.

E se oggi non si deve neces-sariamente gridare al mira-colo a tutti i costi, la teologia può riconoscere delle guarigio-ni inspiegabili sotto l’aspetto scientifi co.

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Nel 2002 un fedele francese ha riacquistato l’uso di una gamba

Una guarigione a Lourdes riconosciuta dalla Chiesa

DI ELISABETTA IOVINE

La Francia vuole com-battere più tenace-mente gli amanti del-la velocità al volante.

Entro l’estate prenderà il via una nuova forma di controllo e di repressione: radar a bordo di moto civetta della polizia, che in tempo reale saranno in grado di fotografare chi schiac-cia con disinvoltura l’accelera-tore. Per sei mesi il ministero dell’interno sperimenterà tre sistemi diversi: in base ai ri-sultati sarà scelto, per la fine dell’anno, il dispositivo più idoneo.

Questo perché, spiegano a Parigi, si tratta di una tecno-logia innovativa, la cui affi da-

bilità andrà misurata sul cam-po. I radar saranno installati a bordo di moto e auto e rile-veranno eventuali infrazioni di veicoli che procedono nello stesso senso di marcia, sia di giorno sia di notte e in qua-lunque condizione atmosferi-ca. In futuro il sistema dovrà funzionare anche per vetture che viaggiano in senso oppo-sto, oltre a distinguere auto e camion.

L’obiettivo del governo è abbassare il numero di vitti-me sulla strada, che nel 2010 sono state quasi 4 mila. Oltre ai radar mobili, ne saranno in-stallati altri mille fi ssi, entro due anni, su tutto il territorio francese.

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Nuovo radar entro l’estate in Francia

Le moto civetta contro la velocità

Anche le moto della polizia controlleranno in tempo reale la velocità dei veicoli

Oggi i giudici francesi protesteranno a Parigi

contro il governo

Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

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12 Martedì 29 Marzo 2011 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Nuove regole al Bundestag, il parlamento federale: chi insulta l’avversario rischia pene pecuniarie

On. tedeschi multati se offendonoDare dell’arschloch, stronzo, costerà fi no a 2 mila euro

DA BERLINOROBERTO GIARDINA

Chissà che cosa succe-derebbe a Roma, se Montecitorio e palazzo Madama applicassero

le nuove regole del Bundestag, il parlamento federale tedesco. D’ora in poi a Berlino chi insulta l’avversario rischia una pesante multa. Dare del «kretin», penso non occorra traduzione, costerà mille euro. Un più volgare «ar-schloch», stronzo in una traduzio-ne molto libera, arriva a 2 mila. Gli incorreggibili, alla seconda infrazione, pagheranno il doppio. In casi estremi la multa sarà di 5 mila euro. E bisogna pensare che un abgeordnete, un deputa-to, guadagna 7.380 euro al mese, nemmeno la metà di un suo col-lega italiano. Alla seconda paro-laccia si vedrà confi scare il 50% dello stipendio, e non arriverà a fi ne mese, anche se qui la politica non costa come da noi.

Il severo regolamento è stato votato da tutti i gruppi parla-mentari, a eccezione della Linke, il partito dell’estrema sinistra, i cui eletti hanno il sangue caldo.

Una riforma contro di noi, protestano, e denunciano la mancanza di democrazia: ci dovrebbe essere la libertà di parolaccia.

Non basta. Il presidente del Bundestag, il cristia-nodemocratico Norbert Lammert, 62 anni, gen-tiluomo dei vecchi tempi, pretende di multare anche chi non si presenta vesti-to in modo dignitoso. Ma quanto farebbe pagare a chi divora una mortadella in parlamento o cerca di strozzare il collega che ha idee diverse dalle sue?

Nel lontano 1985, l’allora giovane e magro Joschka Fischer, di mestiere tas-sista, divenne ministro all’ecologia nel parlamento dell’Assia. E si presentò al giuramento senza cravatta e in scarpe da tennis. Un’im-magine che è entrata nella storia della repubblica fede-rale. Oggi, le scarpe sono espo-ste in una bacheca del ministero degli esteri, occupato dal verde Joschka per sette anni, dal 1998 al 2005, quando fu costretto a

sloggiare dalla vittoriosa Angela Merkel. A maggio uscirà un fi lm sulla sua vita, e in un’intervista Fischer si pente di aver sfoggiato quelle scarpe: «Non pensavo che

fosse un particolare così im-portante, mi sono pentito, non lo farei più». Anche per-ché oggi rischierebbe una multa da mille euro. E altri 2 mila almeno li paghereb-be per l’altrettanto storica parolaccia all’indirizzo del presidente del Bundestag, allora a Bonn: «Con il suo permesso, Herr Präsident», disse Joschka, «lei è un ar-schloch». Oggi, sfoggia abiti gessati e gilet che lo fanno assomigliare a un commes-so viaggiatore texano.

«Non si può permettere che il lavoro parlamentare venga disturbato dai soliti maleducati», spiega Lam-mert, «sono incorreggibili. Forse se saranno toccati nel portafoglio, impareranno l’educazione». Il presiden-te del Bundestag ha perso la pazienza, per le ripetute proteste di quelli della Lin-ke, e anche di alcuni verdi,

contro la costruzione della nuova stazione di Stoccarda. I deputati sono arrivati in aula indossando magliette con scritte di protesta. Uno spettacolo indegno, secon-

do Lammert, che ha imposto l’obbligo di giacca e cravatta. Almeno per la prima volta, chi sgarra pagherà «solo» 500 euro, quanto basterebbe per comprare una dozzina di cravatte, sia pure non fi rmate.

Ma quali cravatte? A prima vista, i signori deputati non sembrano avere un gusto si-curo: toni sgargianti, pallini spaventosi, righe inguardabili. Oppure, si rifugiano sul sicuro: cravatte a tinta unita, magari con i colori del partito, verde, giallo per i liberali e rosso per i socialdemocratici che in realtà oggi si dovrebbero concedere al massimo un pallido rosa.

Non ci sono indicazioni per le signore. Forse mi è sfuggito qual-cosa, ma non mi sembra che siano apparse al Reichstag sfoggiando scollature vertiginose o tacchi da escort. La padrona di casa, Frau Angela, all’inizio si tagliava i ca-pelli da sola (e si notava), oggi si presenta quasi sempre in giacca e pantalone. Non sarà elegante, ma alle elettrici piace una Can-celliera che non butta soldi in toilette.

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Aveva già avuto l’onore di una retro-spettiva al Grand Palais nel 1986.

E oggi Parigi rende nuovamente omaggio all’italiano Hugo Pratt

(1927-1995), dedicando al padre di Corto Maltese una mostra («Le voyage imaginai-re d’Hugo Pratt») alla Pinacoteca della ca-pitale.

Ben 160 opere, riunite attorno ai temi più cari all’artista (le isole e gli oceani, il deserto, i militari, le città, le donne, gli indios) sono esposte fino al 21 agosto. Ma la particolarità è che circa tre quarti di esse sono acquerelli: una tecnica relativamente poco presente nel lavoro dell’artista, ma ben nota ai suoi fedeli ammiratori.

Pratt aveva appre-so l’arte dell’acque-rello nel 1950, alla Royal Academy of Watercolor di Lon-dra. Ma gli ci volle-ro vent’anni perché il processo di matu-razione giungesse a compimento.

Per gli amanti del fumetto puro e cru-do c’è invece in ser-bo una vera e pro-pria chicca: le 163 tavole della Ballata del mare salato.

Pubblicato in Ita-lia nel 1967, questo albo cult è la prima storia in cui compa-re Corto Maltese,

sia pure in un ruolo secondario. Il marinaio avventuriero dovrà attendere altri tre anni per diventare un eroe a tutto tondo, ma nella Ballata del mare salato Pratt sviluppa una costruzione narrativa di una modernità fol-le per l’epoca. Ed è soprattutto il tratto del pennello a colpire: di una nitidezza e pulizia incredibile, senza il minimo apparente penti-mento, le 163 tavole esposte devono l’ottima qualità del loro stato al fatto che apparten-gono a un collezionista unico (e anonimo) che le ha conservate scrupolosamente. Un uomo fortunato, è il caso di dire.

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In mostra acquerelli e tavole del padre di Corto Maltese

Hugo Pratt fa il pieno alla Pinacoteca di Parigi

La malattia di troppa tv sta contagiando tutto il mondo. Il 2010, secon-do uno studio condot-

to dall’istituto Médiamétrie, è stato in assoluto l’anno in cui si è guardata più televisione. Contrariamente ad alcune pre-visioni, la moltiplicazione degli strumenti di vario tipo (telefoni cellulari, smartphone, tavolette varie) non ha frenato l’audience del piccolo schermo.

L’inchiesta, che ha interessa-to 80 paesi e 138 mila famiglie, ha appurato che la durata di ascolto è aumentata mediamen-te di sei minuti in cinque anni, arrivando a 3,1 ore. Il consumo quotidiano è più elevato nel Me-dio Oriente (4,54 ore) e nel Nord America (4,39 ore). A infl uire

sul risultato è stato lo sport: in particolare, i Giochi olimpici svoltisi in Canada e i Mondiali di calcio in Sudafrica.

Quanto all’Europa, si è re-gistrato un incremento di 17 minuti nel Regno Unito e di 11 minuti in Germania, raggiun-gendo rispettivamente 4,02 e 3,43 ore. Un grande sviluppo è atteso in Cina, che nei prossimi anni dovrebbe balzare ai primi posti della classifi ca. Tra i ge-neri televisivi, i reality si fanno largo e catturano un’attenzione maggiore nella fascia giovanile. Inoltre l’intrattenimento ha su-perato la fi ction. Lo studio non si occupa, però, degli effetti di un’eccessiva esposizione davan-ti al piccolo schermo.

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Lo dice uno studio fatto da Médiamétrie

Sempre più tempo davanti alla tv

Il giuramento in scarpe da tennise senza cravatta del neoministro

Joschka Fischer. Era il 1985

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19Martedì 29 Marzo 2011

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I dati della Ragioneria sulla programmazione 2007-2013. Si salva solo la Basilicata

Fondi Ue snobbati dalle regioniSu una dotazione di 233,8 mld il Sud ne ha impegnati 2,9

DI FRANCESCO CERISANO

Un mare di risorse co-munitarie buttate al vento. Lasciate inuti-lizzate perché utiliz-

zarle richiederebbe program-mazione e efficiente gestione amministrativa. Troppo per le regioni italiane. Sul banco de-gli imputati ci sono i territori dell’ex Obiettivo 1 (in pratica tutto il Sud) che non ne voglio-no proprio sapere di spendere i fondi stanziati dall’Unione eu-ropea e che invece dovrebbero servire a promuovere lo svi-luppo economico e sociale. Era già accaduto nelle precedenti programmazioni comunitarie (1994-1999 e 2000-2006) e si sta ripetendo oggi con la pro-grammazione 2007-2013 che, a due anni dalla scadenza, vede le cinque regioni del Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia) pratica-mente inerti nell’utilizzo delle risorse comunitarie.

Su una dotazione di 233,8 miliardi di euro (si veda ta-bella in pagina) ne sono stati impegnati solo tre (per la pre-cisione 2,987 miliardi) pari all’1,3% del totale. E’ quan-to emerge dagli ultimi dati dell’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Ue, l’organismo interno alla Ra-gioneria generale dello stato a cui spetta monitorare l’utilizzo dei fondi europei. E il merito di quell’1,3% è ascrivile es-senzialmente a una regione, la Basilicata, che su circa 9,7 miliardi assegnati da Bruxel-les ne ha impegnati quasi 2,3 (pari al 23,7% del totale) e ha disposto pagamenti per 547 milioni di euro.

La Campania ha intaccato solo in minima parte la pro-pria, considerevole, dotazione

di fondi pari a 115 miliardi di euro. Gli impegni assunti dal-la regione ammontano a soli 707 milioni di euro (a fronte però di zero pagamenti) che sono già qualcosa se paragona-ti alle performance delle altre regioni meridionali.

Calabria, Sicilia e Puglia infatti hanno lasciato «imma-colate» le proprie dotazioni (ri-spettivamente di 34,4 miliardi, 29,9 e 44,7) non impegnando nemmeno un euro.

E mentre Sicilia e Puglia almeno hanno dato segnali di vita disponendo pagamen-ti del valore complessivo di 1 miliardo e 856 milioni, la Ca-labria non ha fatto nulla. Un immobilismo che fa tanto più rifl ettere se si pensa che l’au-sterity imposta alle pubbliche amministrazioni dalla mano-vra correttiva di luglio 2010 (dl 78) rende i fondi comuni-tari le uniche risorse certe per gli enti.

Per cercare di stanare i go-vernatori del Sud dall’immobi-lismo il ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, un mese fa era andato in ciascuna regione del Sud nel tentativo di spiegare che i fondi Ue non vanno sprecati e sopratutto che è meglio concentrarsi su pochi, grandi, obiettivi strate-gici piuttosto che parcellizzare le risorse in centinaia di pro-getti più piccoli e senza futu-ro. Unico presidente a salvarsi dalle reprimende di Fitto era stato Vito De Filippo della Basilicata.

«Con lui», aveva detto il mi-nistro, «c’è la massima colla-borazione e lo dimostra il fatto che i numeri della Basilicata sono assolutamente positivi e rappresentano un esempio unico al Sud».

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Serve una reazione da parte della pubbli-ca amministrazione italiana per far fronte all’ennesimo spreco delle risorse comuni-tarie. Anche per la programmazione 2007-2013 le amministrazioni pubbliche stanno ripetendo gli errori delle precedenti pro-grammazioni. Come mostrano i dati più recenti forti sono i ritardi nell’impegno e nella spesa.

Da anni ormai si denuncia la scarsa ca-pacità delle pubbliche amministrazioni di spendere in maniera effi ciente ed effi cace le risorse dei fondi comunitari, nonché il grave danno che questa incapacità produce sull’economia italiana e in particolare di quei territori che sono oggetto specifi co delle politiche di sviluppo comunitarie.

L’esperienza italiana nelle precedenti programmazioni comunitarie (1994-1999 e 2000-2006) ha messo in evidenza non solo la scarsa capacità nel programmare le risorse, ma anche l’approccio patologico con il quale molte amministrazioni si rapportano alle ri-sorse pubbliche in termini di spesa. In gene-rale, proprio le amministrazioni pubbliche destinatarie di maggiori risorse fi nanziarie per la promozione e lo sviluppo economico e sociale dei rispettivi territori hanno rivelato le maggiori criticità nella capacità di pro-grammare, impegnare e spendere le risorse fi nanziarie assegnate, pur essendo questa una delle priorità delle azioni contenute nel Quadro strategico nazionale.

In maniera evidente ciò è accaduto con particolare riferimento ai fondi comunitari e nelle regioni ex Obiettivo 1, oggi Conver-genza, nelle quali le risorse comunitarie sono state considerate e gestite irrespon-sabilmente come estranee, ulteriori (forse anche eccessive per lo sforzo amministrativo che richiedevano) e quindi da non utilizzare al meglio.

Il problema sembra riproporsi oggi anche con riferimento alla programmazione comu-nitaria 2007-2013, e forse in maniera più grave in base ai dati sul monitoraggio in corso, mettendo in discussione quindi l’ef-fi cacia di tutte quelle azioni di sistema e di capacity building, poste in essere negli ultimi anni a sostegno del rafforzamento (empowerment) delle amministrazioni pub-bliche meridionali.

I pochi indicatori presenti nel settore pubblico in termini di bilancio (autonomia fi nanziaria, costi di funzionamento, patto di stabilità) e in termini di servizi (tempi di attesa, qualità dei trasporti, servizi so-ciali, servizi per l’impiego e qualità della vita in generale) mostrano un forte divario tra nord e sud del paese che si allarga e si aggrava anno dopo anno pur in presenza di ingenti risorse comunitarie.

Il rapporto Svimez 2010 ha messo in luce come il processo di convergenza delle regioni in ritardo di

sviluppo verso quelle più ricche, sostenuto proprio con le risorse dei fondi strutturali, in Italia si presenti in controtendenza ri-spetto al resto d’Europa. Infatti, mentre a livello comunitario nello scorso decennio le aree Obiettivo 1 si sono sviluppate in misu-ra maggiore rispetto alla media dell’Unione europea, mostrando un tasso di crescita me-dio annuo del Pil pari al 3,3% contro quello medio dell’Unione del 2,6% (Italia esclusa); nel nostro paese le regioni del Mezzogiorno sono cresciute in media dell’1,1% a fronte dell’1,4% delle regioni del Centro nord e hanno visto aumentare, piuttosto che dimi-nuire, il divario tra le due aree del paese, registrando le prime un divario del 2,2% in confronto alle altre regioni europee in ritardo di sviluppo e le altre una crescita del Pil inferiore di 1 punto e mezzo rispetto alle altre aree ricche dell’Unione. Tutto questo è accaduto anche con riferimento a quelle misure volte a potenziare le amministrazio-ni nella capacità di gestione delle risorse e delle politiche.

Dovrebbe essere chiaro inoltre che per potenziare le ppaa, soprattutto dopo l’en-trata in vigore delle misure contenute agli articoli 6 e 9 del decreto legge 78/2010, che limitano ad esempio le risorse per la formazione e quelle destinate all’accessorio, le amministrazioni pubbliche e in partico-lare quelle del Mezzogiorno hanno a loro disposizione solo le risorse comunitarie o le risorse ricavabili da profondi processi di razionalizzazione.

A due anni dalla fi ne della programma-zione comunitaria 2007-2013 la spesa im-pegnata è veramente irrisoria. Dopo due programmazioni comunitarie che comunque hanno previsto azioni di supporto e raffor-zamento per le amministrazioni rientranti tra gli obiettivi dell’Ue, registriamo ritardi e ineffi cienze maggiori. Per anni si è operato per rafforzare la capacità delle amministra-zioni di programmare, attuare e monitorare le politiche, nonché di produrre beni rela-zionali (quali legalità, sicurezza, imparzia-lità, trasparenza, certezza e prevedibilità dell’agire amministrativo), ma con scarsi risultati sia rispetto alle risorse ordinarie sia rispetto a quelle comunitarie. Una mano di aiuto dovrebbe venire dallo strumentario individuato dal decreto legislativo 150/2009: la programmazione attenta delle risorse, l’impatto sul miglioramento dei servizi del-la programmazione, il miglioramento della qualità degli obiettivi e la performance or-ganizzativa.

Francesco VerbaroDocente stabile della Sspa

L’INTERVENTO

E il divario tra le due Italie cresce

DI FRANCESCO CERISANO di fondi pari a 115 miliardi di

CAPACITÀISTITUZIONALE

DOTAZIONIATTUAZIONE

(DATI TRASMESSIDA IGRUE AL 31/12/2010)

RESIDUO

PO M€Impegni

(M€)Pagamenti

(M€)Dotazioneimpegni

CAMPANIA 115.000.000 707.750 0 114.292.250

CALABRIA 34.419.950 0 0 34.419.950

SICILIA 29.989.130 0 1.021.751 29.989.130

BASILICATA 9.670.968 2.280.000 547.200 7.390.968

PUGLIA 44.772.000 0 835.108 44.772.000

TOTALE (MEURO) 233.852.048,0 2.987.750,0 2.404.059,0 230.864.298,0

TOTALE (%) 1,3% 1,0%

CAPACITÀATTUAZIONE

Dotazioni e impegni delle risorsedel Fondo sociale europeo per la pa

!&*1&*0/+ "&.$-& #.,&%(/+ "'($-&))+ È nato Cesare Espedito, primogenito del collega e amico Luigi Chiarello e di Federica Zoja. A Luigi,

a mamma Federica e al piccolo Cesare Espedito gli augu-ri della direzione e della redazione di ItaliaOggi

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Page 14: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

20 Martedì 29 Marzo 2011 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Il Notariato sulla pubblicità nel Registro delle imprese

Srl, novità in chiaroRecesso reso noto anche dal socio

DI CHRISTINA FERIOZZI E LUCIANO DE ANGELIS

È lo stesso socio recedente che può far annotare la propria dichiarazione di recesso al Registro

Imprese nelle more della defi-nitiva fuoriuscita dalla società. Pubblicità all’espansione delle quote dei soci superstiti a se-guito della liquidazione della quota del receduto con utilizzo di riserve sociali. Libera tra-sferibilità dell’indirizzo di sede secondaria italiana, di socie-tà estera nello stesso comune. Sono i contenuti delle tre nuo-ve massime elaborate dal Con-siglio notarile di Milano e dai Conservatori dei Registri delle imprese della Lombardia, nel contesto dell’Osservatorio sulla riforma del diritto societario, rese note ieri.

Pubblicità al recesso del socio. Il problema della pubbli-cità dell’esercizio del diritto di recesso del socio, che può avere interesse a manifestare ai terzi, oltre che alla società, la propria dichiarazione di fuoriuscita dal-la compagine sociale, anche pri-ma che si sia esaurita la proce-dura di liquidazione della quota, viene risolta dal notariato. Di-fatti, mentre la titolarità delle partecipazioni deve essere cer-tifi cata dal R.i. (ex l. n.2/2009), nessuna norma regolamenta il comportamento da adottare nel-la situazione pro-tempore dalla manifestazione del recesso. In proposito ricordiamo che la di-chiarazione in commento costi-tuisce una manifestazione di vo-lontà unilaterale recettizia che, secondo quanto previsto dall’art. 1334 c.c., produce i suoi effetti dal momento della conoscenza da parte dei destinatari, ossia gli altri soci. Affi nché il diritto di recesso sia valido ed effi cace non è richiesta un’autorizzazio-

ne degli altri soci, né un accordo sull’entità del valore della quota del socio receduto, bensì esso è destinato a esplicare i propri effetti fi n dal momento in cui giunge a conoscenza della so-cietà, comportando da allora lo scioglimento del vincolo sociale e la perdita dello status socii. Sul tema si era pronunciato anche il notariato del Triveneto con la massima I.H.5 del 9/05, secondo cui «La dichiarazione di recesso ha natura di atto unilaterale recettizio, risoluti-vamente condizionato ex lege alla revoca della delibera legit-timante il recesso o alla messa in liquidazione volontaria della società, pertanto produce effetti dalla data del suo ricevimento. Da tale data i diritti connessi alla partecipazione per la qua-le è stato esercitato il diritto di

recesso sono sospesi, conservan-do il socio recedente esclusiva-mente la titolarità formale della partecipazione fi nalizzata alla liquidazione della stessa» . La dichiarazione di recesso, tut-tavia, non è opponibile ai terzi fi nché non ne sia stata data ade-guata pubblicità. Pertanto, ora viene riconosciuta in capo all’in-teressato, ossia il socio stesso, la facoltà di agire per l’annota-zione presso il R.i. allegando la documentazione comprovante la ricezione della comunicazione, ad esempio della raccomanda-ta, da parte della società. Nello stesso senso dell’iscrivibilità del recesso al R.i., sebbene in am-bito di società di persone, nelle more della variazione dell’atto in sede notarile, si era espressa l’Ungdc con la circolare n. 5 del 15/4/2009.

A due settimane dal suo avvio, 156 uffi ci giudiziari su 410 hanno già inviato la domanda completa di adesione al Piano straordinario «Giustizia digitale». Il program-ma, varato dal ministro per la p.a. e l’innovazione Renato Brunetta e il ministro della giustizia Angelino Alfano, ha l’obiettivo di ridurre i tempi dei procedimenti, facilitare il lavoro dei magistrati e degli operatori della giustizia, ridurre i costi, liberare risorse umane da alcune attivi-tà che saranno digitalizzate e semplifi care la fruizione dei servizi per i cittadini e le imprese. In particolare, fa sapere il ministero per la p.a. e l’innovazione, risultano aver aderito: 13 corti d’appello, 12 procure generali, 44 tribunali, 58 procure della repubblica e 11 tribunali per i minorenni. Formalizzato lo scorso 25 marzo con un ac-cordo di programma tra i due ministeri interessati e Di-gitPA, il Piano straordinario «Giustizia digitale» prevede tre linee di intervento (digitalizzazione degli atti, invio di notifi che online e pagamenti online) da completare in un arco temporale di 18 mesi.

Giustizia digitale, 156 uffi ci su 410 hanno già aderito

La fattibilità del piano di concordato preven-tivo non è requisito che deve essere valutato dal tribunale in sede di ammissione alla pro-cedura, così come neppure costituisce ogget-to dell’indagine dell’autorità giudiziaria la veridicità dei dati aziendali sui quali il piano stesso è fondato. Questo l’argomento del Caso Assonime n. 2 del 2011 che prende in esame la sentenza n. 21860 del 25 ottobre 2010 della Corte di cassazione sul tema dei poteri che spettano al Tribunale fallimentare nella fase di ammissione dell’imprenditore in crisi alla pro-cedura di concordato preventivo. La pronuncia origina dal ricorso di una s.r.l. contro il decreto con il quale il tribunale aveva dichiarato inam-missibile il concordato preventivo dalla stessa proposto. La domanda di concordato era stata rigettata perché, dall’esame della documenta-zione allegata e da alcune valutazioni svolte, al tribunale era apparsa evidente la non fattibili-tà del concordato. La Corte accoglie il ricorso della società affermando che la fattibilità del piano di concordato non è requisito che deve essere valutato dal tribunale in sede di ammis-sione alla procedura. Il giudizio sull’attuabilità del piano e sulla sua capacità di consentire

l’adempimento delle obbligazioni assunte con la proposta spetta ai creditori e non al tribu-nale. Questi potrebbero, infatti, accettare la proposta anche se il piano non fosse convin-cente, purché adeguatamente informati attra-verso la relazione del professionista. L’onere di garantire ai creditori che la proposta su cui sono chiamati a pronunciarsi sia basata su dati reali compete, invece, al commissario giudi-ziale. In ordine alla fattibilità del piano e alla veridicità dei dati al tribunale spetta, dunque, unicamente il compito di verifi care se in base alla relazione del professionista sia possibile per i creditori, esprimere un voto informato e consapevole e per il commissario giudiziale svolgere le indagini cui è tenuto. Spiega Assonime che questa pronuncia rappre-senta un tassello importante di un’evoluzio-ne culturale della concezione della crisi d’im-presa, da tempo auspicata. «L’attribuzione ai creditori del giudizio di fattibilità del piano», si legge nel caso, «denota, infatti, un’interpre-tazione del concordato preventivo conforme alla concezione privatistica dell’istituto posta alla base della riforma delle procedure con-corsuali».

Ammissibilità concordato in mano ai creditori

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CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA

I legittimati all’intervento e all’esercizio del diritto di voto della società Tamburi Investment Partners S.p.A.,con sede legale in Milano, Via Pontaccio n. 10 (la “Società”) sono convocati in Assemblea Ordinaria e Straordinariapresso lo Studio d’Urso Gatti e Bianchi, Studio Legale Associato – Piazza Borromeo 8, Milano, in primaconvocazione per il giorno 28 aprile 2011 alle ore 17.00 e, occorrendo, in seconda convocazione per il giorno29 aprile 2011 alle ore 14.30, per discutere e deliberare sul seguente

ordine del giornoParte Ordinaria1. Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2010 corredato dalle relazioni del Consiglio di Amministrazione, del

Collegio Sindacale e della Società di Revisione. Deliberazioni inerenti e conseguenti.2. Autorizzazione al Consiglio di Amministrazione per l’acquisto e la disposizione di azioni proprie, ai sensi

degli articoli 2357 e 2357-ter cod. civ. previa revoca dell’autorizzazione precedente. Deliberazioni inerenti econseguenti.

3. Approvazione, ex art. 114-bis del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, di un piano di incentivazione azionaria perdipendenti, collaboratori e amministratori del gruppo. Conferimento dei relativi poteri al Consiglio diAmministrazione. Deliberazioni inerenti e conseguenti.

4. Conferma o sostituzione dell’amministratore cooptato dal Consiglio di Amministrazione del 15 marzo 2011.Deliberazioni inerenti e conseguenti.

5. Rinnovo polizze D&O e RC Professionale. Deliberazioni inerenti e conseguenti.

Parte Straordinaria1. Modifica degli articoli 14 (Rappresentanza in Assemblea) e 22 (Poteri dell’organo amministrativo) dello

statuto sociale della Società e inserimento nello statuto sociale di un nuovo articolo 32 (Operazioni con particorrelate). Deliberazioni inerenti e conseguenti.

Diritto di porre domande prima dell’Assemblea. Ai sensi dell’art. 127-ter del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (il“TUF”), i soci possono porre domande sulle materie poste all’ordine del giorno anche prima dell’Assemblea,mediante invio di lettera raccomandata con avviso di ricevimento presso la sede legale della Società, all’attenzionedella d.ssa Alessandra Gritti, ovvero mediante invio via fax al n. 02-8900421. Le domande devono pervenirealla Società in tempo utile per poter essere trattate in Assemblea e devono essere corredate da idoneadocumentazione atta a comprovare la qualità di socio della Società da parte del soggetto che pone la domanda.Alle domande pervenute prima dell’Assemblea sarà data risposta al più tardi nel corso dell’Assemblea stessa,con facoltà di fornire un’unica risposta alle domande aventi il medesimo contenuto. Non è dovuta una rispostaquando le informazioni richieste sono già disponibili sul sito internet della Società in formato “domanda erisposta”.Diritto di integrare l’ordine del giorno. Ai sensi dell’art. 126-bis, comma 1, del TUF, i soci che, anchecongiuntamente, rappresentino almeno un quarantesimo del capitale sociale possono chiedere, entro dieci giornidalla pubblicazione del presente avviso di convocazione, l’integrazione dell’elenco delle materie da trattare,indicando nella domanda gli ulteriori argomenti da essi proposti. Tale richiesta, corredata da idoneadocumentazione atta a comprovare il possesso dei requisiti di cui al citato art. 126-bis, comma 1, del TUF perla legittimazione a chiedere l’integrazione dell’ordine del giorno, dovrà essere presentata per iscritto medianteinvio di lettera raccomandata con avviso di ricevimento presso la sede legale della Società, all’attenzione dellad.ssa Alessandra Gritti, ovvero mediante invio via fax al n. 02-8900421. I soci che richiedono l’integrazionedell’ordine del giorno dell’Assemblea dovranno predisporre una relazione sulle materie di cui essi chiedono latrattazione, che dovrà essere consegnata al Consiglio di Amministrazione della Società entro dieci giorni dallapubblicazione del presente avviso di convocazione. Dell’eventuale integrazione delle materie da trattare inAssemblea sarà data notizia con le stesse modalità di pubblicazione del presente avviso di convocazione, almenoquindici giorni prima di quello fissato per l’Assemblea. L’integrazione dell’ordine del giorno non è ammessa pergli argomenti sui quali l’Assemblea delibera, a norma di legge, su proposta degli amministratori o sulla base diun progetto o di una relazione da essi predisposta, diversa da quelle di cui all’art. 125-ter, comma 1, del TUF.Legittimazione all’intervento e al voto in Assemblea. La legittimazione all’intervento in Assemblea e all’eserciziodel diritto di voto è attestata da una comunicazione alla Società effettuata dall’intermediario, in conformità alleproprie scritture contabili, in favore del soggetto cui spetta il diritto di voto. Tale comunicazione è effettuatadall’intermediario sulla base delle evidenze relative al termine della giornata contabile del settimo giorno dimercato aperto precedente la data fissata per l’Assemblea in prima convocazione, ossia al termine della giornatadel 15 aprile 2011. Le registrazioni in accredito e addebito compiute sui conti successivamente a tale terminenon rilevano ai fini della legittimazione all’esercizio del diritto di voto in Assemblea. Coloro che risulterannotitolari delle azioni solo successivamente a tale data non avranno il diritto di intervenire e di votare in Assemblea.La comunicazione dell’intermediario dovrà pervenire alla Società entro la fine del terzo giorno di mercatoaperto precedente la data fissata per l’Assemblea in prima convocazione. Resta ferma la legittimazioneall’intervento e al voto in Assemblea qualora la comunicazione dell’intermediario sopra indicata sia pervenutaalla Società oltre il predetto termine, purché entro l’inizio dei lavori assembleari della singola convocazione.Rappresentanza in Assemblea e deleghe di voto. I soggetti legittimati ad intervenire in Assemblea possono farsirappresentare mediante delega scritta ai sensi della normativa vigente, utilizzando il modulo di delega resodisponibile presso la sede legale e sul sito internet della Società (www.tipspa.it – sezione “Corporate governance- assemblee – modello di delega”) ovvero il modulo di delega rilasciato a richiesta dell’avente diritto dagliintermediari. La delega può essere fatta pervenire alla Società mediante invio di lettera raccomandata con avvisodi ricevimento presso la sede legale della Società, all’attenzione della d.ssa Alessandra Gritti, ovvero in formaelettronica mediante l’utilizzo di apposita sezione del sito internet della Società (www.tipspa.it – sezione “Corporategovernance – asssemblee – deposito delega”). Si segnala che l’art. 135-novies, comma 5, del TUF prevede che, incaso di consegna o inoltro alla Società di una copia della delega in luogo dell’originale, il rappresentante siatenuto ad attestare, sotto la propria responsabilità, la conformità della delega all’originale e l’identità del delegante.Pertanto, l’eventuale notifica preventiva di copia della delega non esime il delegato, in sede di accertamento perl’accesso ai lavori assembleari, dall’obbligo di attestare la conformità all’originale della copia notificata e l’identitàdel delegante.Rappresentante Designato per le deleghe di voto. La Società ha individuato quale rappresentante designato aisensi dell’art. 135-undecies del TUF la società Istifid S.p.A., Società Fiduciaria e di Revisione, con sede inMilano (il “Rappresentante Designato”), cui potrà essere conferita, senza spese per il delegante, una delega apartecipare all’Assemblea, con istruzioni di voto su tutte o alcune delle proposte all’ordine del giorno. Taledelega, debitamente compilata e sottoscritta, dovrà pervenire in originale al Rappresentante Designato entro lafine del secondo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per l’Assemblea in prima convocazione,ossia entro il 26 aprile 2011, mediante consegna a mano o invio di lettera raccomandata con avviso di ricevimentopresso Istifid S.p.A., Società Fiduciaria e di Revisione. La delega conferita al Rappresentante Designato non haeffetto con riguardo alle proposte di deliberazione per le quali non siano state conferite istruzioni di voto. Ladelega e le istruzioni di voto sono revocabili entro il predetto termine del 26 aprile 2011. L’apposito modulo didelega da utilizzare per il Rappresentante Designato è disponibile presso la sede legale e sul sito internet dellaSocietà (www.tipspa.it – sezione “Corporate governance - assemblee – modello di delega”).Documentazione relativa all’Assemblea. La documentazione relativa all’Assemblea – ivi comprese le relazioniillustrative del Consiglio di Amministrazione con le proposte di deliberazione sulle materie poste all’ordine delgiorno, la relazione finanziaria annuale, il documento informativo sul proposto piano di stock option redatto aisensi dell’art. 84-bis, comma 1, del Regolamento Consob n. 11971/1999 nonché i moduli che i soggetti legittimatiall’intervento in Assemblea hanno la facoltà di utilizzare per conferire deleghe di voto – sarà messa a disposizionedel pubblico entro i termini di legge. Tale documentazione sarà disponibile presso la sede legale della Società,presso Borsa Italiana S.p.A. nonché sul sito internet della Società (www.tipspa.it – sezione “Corporate governance– assemblee - documenti”), unitamente alle informazioni sull’ammontare del capitale sociale con l’indicazionedel numero e delle categorie di azioni in cui è suddiviso. I soggetti legittimati all’intervento in Assemblea hannofacoltà di ottenere, a proprie spese, copia della predetta documentazione.Si segnala che, ai sensi dell’art. 18 dello statuto sociale della Società, alla conferma o sostituzionedell’amministratore cooptato dal Consiglio di Amministrazione in data 15 marzo 2011 (punto 4 dell’ordine delgiorno dell’Assemblea Ordinaria) si procederà con le modalità e maggioranze ordinarie previste dalla legge edallo statuto, in deroga al sistema di voto di lista.Si avverte che l’attuale composizione dell’azionariato della Società non assicura la regolare costituzionedell’Assemblea in prima convocazione.

Milano, 29 marzo 2011Tamburi Investment Partners S.p.A.

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione

Sede in Milano, via Pontaccio 10Capitale sociale Euro 69.959.372,08

Registro Imprese Milano e codice fiscale 10869270156

ne degli altri soci né un accordo recesso sono sospesi conservan

DICHIARAZIONE DI RECESSO IN

S.R.L.: RICHIESTA DI ANNOTAZIONE IN PENDENZA DEL PROCEDIMENTO

È consentita al socio recedente la facoltà di pubbliciz-zare l’avvenuto esercizio del diritto di recesso mediante richiesta di annotazione al R.i. della propria dichiarazione, comprovando l’avvenuta conoscenza della stessa da par-te della società. La notizia è pubblicata nella posizione anagrai ca della società come mera annotazione e quindi con permanenza della posizione del socio dichiarante, che continua ad essere certii cato come tale sino a quando non sia comunicato, a cura dell’organo amministrativo l’assetto sociale dei nitivo, o la cancellazione dell’annota-zione per mancata risoluzione del rapporto sociale.

RIMBORSO DELLA PARTECIPAZIONE DEL

SOCIO DI S.R.L. RECEDUTO MEDIANTE UTILIZZO DI RISERVE DISPONIBILI

CON ACCRESCIMENTO DI PARTECIPAZIONI DEGLI ALTRI SOCI: PUBBLICITÀ

NEL R.I.

A seguito dell’abrogazione della tenuta obbligatoria del libro dei soci e del deposito annuale dell’elenco dei soci per le srl, la variazione dell’assetto sociale dipendente dal recesso è oggetto di uno specii co adempimento pubblicitario che tenga conto dell’effetto di riassetto in accrescimento delle altre partecipazioni e dell’efi cacia della pubblicità degli assetti proprietari della srl nel R.i. ex art. 2470, comma 1, c.c. il quale prevede che «Il trasferimento delle partecipazioni abbia effetto di fronte alla società dal momento del deposito» dell’atto nel registro delle imprese.

TRASFERIMENTO DELL’INDIRIZZO DI SEDE SECONDARIA ITALIANA

DI SOCIETÀ ESTERA NELL’AMBITO DELLO

STESSO COMUNE

In caso di trasferimento, nell’ambito dello stesso comune, dell’indirizzo della sede secondaria italiana di una società estera, la pubblicità nel R.i. avviene con il deposito della relativa dichiarazione da parte del preposto della sede secondaria stessa, e di norma, senza necessità di allegare documentazione, salvo che risulti depositato nel R.i. lo statuto della società estera contenente l’indirizzo completo della sede secondaria.

È consentita al socio recedente la facoltà di pubbliciz-

Le nuove massime del Notariato di Milano

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21Martedì 29 Marzo 2011MarteGIUSTIZIA E SOCIETÀ

Sentenza della Cassazione eleva ancora una volta la soglia per la valutazione del reato

Droga, aggravanti caso per casoIngente quantità: contano il pericolo e le dosi ricavabili

DI DEBORA ALBERICI

Si moltiplicano le pronunce di legittimità che hanno elevato la soglia per l’ap-plicabilità dell’aggravan-

te dell’ingente quantità. Infatti l’inasprimento di pena scatta al di là delle quantità prestabilite dalla Suprema corte tempo fa (2 kg per droghe pesanti e 50 per droghe leggere). Sarà il giudice, ha ribadito la Corte di cassa-zione con la sentenza numero 12404 depositata ieri, a valuta-re l’esistenza dell’aggravante alla luce di tre parametri (nessuna quantità prestabilita, dunque). E cioè, l’oggettiva eccezionalità del quantitativo sotto il profi lo ponderale, il grave pericolo per la salute pubblica che lo smercio di un tale quantitativo comporta , infi ne, la possibilità di soddisfare le richieste di numerosissimi con-sumatori per l’elevatissimo nu-mero di dosi ricavabili. «Va dato rilievo primario», scrivono gli Ermellini, «al valore ponderale, considerato in relazione alla qua-lità della sostanza e specifi cato in ragione del grado di purezza, e, quindi, delle dosi singole aventi

effetti stupefacenti, stabilendosi se esso possa dirsi di “ecceziona-le” dimensione rispetto alle usua-li transazioni del mercato clan-destino». Tale carattere, si legge nella sentenza, «è certamente suscettibile di essere di volta in volta confrontato dal giudice di merito con la corrente realtà del mercato, ma, stando a dati di co-mune esperienza, apprezzabili a maggior ragione dalla Corte di cassazione, sede privilegiata in quanto terminale di confl uenza di una rappresentazione casisti-ca generale, deve ritenersi che non possono di regola defi nirsi “ingenti” quantitativi di droghe “pesanti” che, presentando un valore medio di purezza per il

tipo di sostanza, siano al di sotto dei due chilo-grammi; e quantitativi di droghe “leggere” che, sempre in considerazio-ne di una percentuale media di principio attivo, non superino i cinquanta chilogrammi». Insomma sulla base di questi moti-vi la sesta sezione penale della Suprema corte ha assunto la stessa posi-

zione presa da un Collegio della quarta sezione con la sentenza numero 9927 dell’11 febbraio 2011 (si veda ItaliaOggi del 12 marzo), consolidando, così, questo recente orientamento che aveva dato un colpo di coda a moltis-sime altre decisioni che hanno applicato l’aggravante molto più facilmente. Anche in questo caso, dunque, l’epilogo è stato lo stesso. La Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a tre imputati sul punto dell’ingente quantità.

Su circa 1.200.000 cause iscritte a ruolo nel periodo 2005- 2010 presso il Tribunale di Roma e gli Uffi ci del Giudice di Pace di Roma, solo il 10% rappresenta la percentuale di quei procedi-menti che, in base alle nuove disposizioni (art. 5 d.lgs. 28/2010), avrebbero dovuto essere sottoposti preventivamente al tentativo obbligatorio di mediazione. La percentuale si riduce poi ad ap-pena il 3% se si escludono le controversie condominiali e quelle in materia di responsabilità civile automobilistica per le quali, come noto, il tentativo obbligatorio di mediazione è stato dif-ferito di un anno, vale a dire al 21 marzo 2012. Tra le 118.999 controversie iscritte a ruolo nel periodo 2005-2010 e soggette al tentativo di conciliazione obbligatoria a regime, la parte prepon-derante riguarda le controversie in materia di responsabilità civile automobilistica (64,4%) e le cause condominiali (8,1%). È quanto emerge dalla Mappa dei Confl itti nella Capitale presentata ieri in Campidoglio, insieme alla sottoscrizione di una convenzione tra Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma e Camera di Conciliazione di Roma. A proposito dei medici a Roma, città dove si concentra circa il 10% dei medici di tutta Italia, il rapporto tra camici bianchi e pazienti è sempre più confl ittuale. In cinque anni le cause inerenti alla responsabilità medica sono infatti aumentate del 15%. L’analisi dei dati mostra che, nel periodo preso in esame, in campo medico si sono registrati 2.372 procedimenti, così sud-divisi: 369 nel 2005, 396 nel 2006, 407 nel 2007, 474 nel 2008, 302 nel 2009, 424 nel 2010. Ciò però a fronte dei milioni di atti sanitari praticati nello stesso periodo.

A Roma solo una lite su dieci coinvolta nella conciliazione

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22 Martedì 29 Marzo 2011 I M P O S T E E TA S S E

Sentenza sul trasferimento della prima abitazione

Casa, tempi lunghi Cambio di residenza in 36 mesi

DI BENITO FUOCO E NICOLA FUOCO

In caso di cessione e riac-quisto entro un anno della prima casa, il termine per trasferire la residenza è

di 36 mesi anziché 18. Sono le conclusioni che si leggono nel-la sentenza n.282/22/10 emessa dalla Commissione tributaria re-gionale Lazio. Per conservare il diritto alle agevolazioni concesse per l’acquisto della prima casa, sarà quindi suffi ciente che l’im-mobile venga riacquistato entro un anno dalla vendita della pri-ma abitazione; l’acquirente potrà poi legittimamente trasferire la residenza in questo immobile nei tre anni successivi. Le conclusio-ni dei giudici regionali capitoli-ni, scaturiscono dalla lettura del comma 4 della nota II bis all’arti-colo 1 della Tariffa allegata al dpr n.131/86; questa disposizione, sia pure stabilendo un termine pe-rentorio di un anno entro il quale i contribuenti devono riacquistare il nuovo immobile, non fi ssa alcun termine per il suo utilizzo come abitazione principale; da ciò, gli stessi giudici regionali afferma-

no che questo adempimento potrà coincidere con quello assegnato all’uffi cio per liquidare le norma-li imposte di registro, stabilito in tre anni.

Come noto, la legge intende incentivare e favorire l’acquisto della prima casa prevedendo aliquote agevolate e, in caso di rivendita della medesima, rico-nosce un credito di imposta sul successivo riacquisto (sempre che avvenga nel termine perentorio di un anno dalla cessione del primo cespite). Nel caso tratta-to dai giudici regionali romani, il principio espresso, sia pure di portata ampia e generale, è stato infl uenzato dal fatto che per es-

sere utilizzato dagli acquirenti, il fabbricato riacquistato aveva bisogno di importanti lavori di ristrutturazione.

Le deroghe alle «cause di forza maggiore» che anche in questo caso hanno sicuramente condi-zionato i giudici tributari, hanno ricevuto, anche recentemente, conferme sia dalla cassazione, che dalla giurisprudenza di me-rito, nonché dallo stesso ministe-ro; la cassazione nella sentenza n.1392 del 26 gennaio 2010 rico-nosce l’importanza della «forza maggiore» quale evento impreve-dibile e inevitabile, così grave da impedire all’obbligato di stabilire la propria residenza anagrafi ca nell’immobile acquistato. Anche un comportamento incolpevole o addebitabile esclusivamente all’amministrazione comunale può giustifi care il ritardo nel tra-sferimento della residenza (Ctr di Perugia n.92/1/10). Infi ne nella Risoluzione n. 140/E del 2008 le Entrate, recependo il principio, hanno stabilito che una «causa di forza maggiore» non provoca la decadenza delle agevolazioni concesse per la prima casa.

© Riproduzione riservata

DI VALERIO STROPPA

Facilitare l’assolvimento degli obblighi tributari e incrementare sempre di più la qualità dei servizi. Sono questi gli obiettivi del nuovo uffi cio territoriale di Sesto San Giovanni dell’Agenzia delle entrate, inaugurato ieri dal direttore regionale, Carlo Palumbo, e dal sinda-co Giorgio Oldrini. L’uffi cio, che sarà dipendente dalla Direzione provinciale II di Milano, è situato in via Al-berto Falck 3/15. I rimborsi Iva restano invece di compe-tenza dell’uffi cio territoriale di Milano 2. «L’apertura della nuova struttura si inserisce nella più ampia strategia di riorganizzazione messa in atto dall’Agenzia nell’ultimo biennio», spiega Palumbo, «e consentirà di servire meglio un bacino di utenti che, fra le città di Sesto San Giovanni e Cologno Monzese sfi ora i 130 mila abitanti, e dall’altro lato permetterà di alleggeri-re l’uffi cio di Milano 2».

LOMBARDIA

Le Entrateapronoa Sesto

L’ex presidente del Torino calcio alla fi ne degli ‘80, Gianmauro Borsano, insie-me con altre due persone, è oggetto di una ordinan-za di custodia cautelare emessa dal gip del tribu-nale di Roma. In carcere sono fi niti anche Renato Semeraro e Giuseppe Gal-lo. Ai domiciliari è stato posto il professionista Marco Adami.

Il giudice Giovanni De Donato ha anche disposto una misura interdittiva per l’avvocato Maurizio Canfora che ha avuto una sospensione dall’attività professionale. Al centro delle accuse c’è l’utilizzo del marchio Aiazzone. Gli uomini della Gdf hanno dato seguito a provvedi-menti di perquisizione e sequestro preventivo, an-che per equivalente, per un valore di oltre 50 mi-lioni di euro. I sigilli sono stati apposti su immobili, veicoli, imbarcazioni, ae-rei e marchi di fabbrica.

ARRESTI GDF

Aiazzone,sequestri

per 50 mln

A Roma dal 6 all’8 aprile una tre giorni, organizzata da Academia

Formazione, per sviscerare e analizzare la disciplina attraverso lo

studio e l’applicazione su casi pratici e grazie all’intervento di pre-

stigiose personalità esperte del settore.

Le disposizioni antiriciclaggio, il provvedimento di Bankit del 10 mar-

zo 2011 per la prevenzione di riciclaggio e finanziamento al terrori-

smo, le funzioni di compliance, la responsabilità amministrativa degli

enti, e le indagini finanziarie: sono questi i temi al centro del master

sull’antiriciclaggio organizzato da Academia Formazione in col-

laborazione con Centro Studi antiriciclaggio e compliance,

in programma nei giorni 6, 7 e 8 aprile presso l’NH Midas Hotel di

Roma. Densissimo e ricco di interventi di prestigiose personalità del

settore il programma degli interventi nella tre giorni di formazione.

La domanda di accreditamento (CFP) è stata presentata al

Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e a quello dei Dottori

commercialisti di Roma.

Prima giornata - 6 Aprile 2011

• Introduzione: Le società fiduciarie - modalità di

adempimento degli obblighi. Dott.ssa Lucia Frascarelli

(Segretario Generale Assofiduciaria).

• L’attività della Direzione Nazionale Antimafia nella lotta

al riciclaggio e il documento Bankit del 3 settembre 2010.

Dott. Gianfranco Donadio (Procuratore Aggiunto Direzione

Nazionale Antimafia).

• Intermediari finanziari e società fiduciarie.

Dott. Norberto Arquilla (Dottore commercialista, editorialista

de “Il Sole 24 Ore”).

• Normativa antiriciclaggio: enti creditizi e società fiduciarie.

Dott. Massimo Longhi (Amministratore Delegato AREPO

Fiduciaria Milano).

• Documento di Bankit e novità in materia di antiriciclaggio.

Dott. Emmanuele Di Fenza (Responsabile di gruppo

Segnalazioni Operazioni Sospette Intesa San Paolo).

• Reati presupposto al decreto legislativo 231 del 2001 e

reati bancari. Prof. Avv. Giuseppe Losappio (Docente di Diritto

Penale Università degli Studi di Bari).

• Disciplina delle indagini finanziarie (circolare 42/E) e sua

applicazione. Incidenza con gli enti creditizi. Dott. Giuseppe

Malinconico (Esperto Fiscale Milano).

• Correlazioni tra il decreto legislativo 231 del 2001 e

decreto legislativo 231 del 2007. Ruoli e responsabilità.

Prof. Avv. Emanuele Fisicaro (Presidente del Centro Studi

Antiriciclaggio & Compliance.)

• La funzione antiriciclaggio e funzione di compliance:

ruolo e rapporti con gli organi di verifica della banca.

Avv. Sergio Maria Battaglia (Docente Master “Diritto e Impresa”

all’Università degli Studi di Roma Tre).

Seconda giornata - 7 Aprile 2011

• Reati presupposto e disciplina antiriciclaggio. Indicatori

di anomalia disciplinati da Banca Italia nel provvedimento

616 del 24.8.2010. Cons. Dott. Pier Luigi Vigna (Presidente

Onorario della Corte di Cassazione).

• L’analisi e lo sviluppo delle segnalazioni sospette:

collaborazione tra organi destinatari e Guardia di Finanza.

Gen. B. Bruno Buratti (Comandante III Reparto Operazioni Comando

Generale Guardia di Finanza, che interviene a titolo personale).

• Le ispezioni antiriciclaggio e gli obblighi di collaborazione attiva

con gli Organi Investigativi. Magg. Maurizio Querqui (Comando

Generale - III Reparto Operazioni, interviene a titolo personale).

• La responsabilità amministrativa degli enti nell’esperienza

europea. Avv. Paolo Iorio (Avvocato della Corte di Cassazione

abilitato alle giurisdizioni internazionali).

• GAFI: Gruppo di Azione Finanziaria contro il riciclaggio di

denaro e standard internazionali. Dott.ssa Cristina Collura

(Direzione V – Prevenzione dei Reati Finanziari Dipartimento

del Tesoro Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dirigente

dell’Ufficio VII - Relazioni internazionali).

• Modelli organizzativi e risk assessment secondo il

decreto legislativo 231 del 2001. Dott. Alfonso Dell’Isola

(Componente Organismi di Vigilanza Roma).

• Aspetti organizzativi e presidio antiriciclaggio:

l’esperienza di Unicredit. Dott.ssa Eleonora Grassi (Anti

Money Laundering Unicredit Group, Milano).

• Indagini finanziarie e regime sanzionatorio.

Dott. Alessandro De Domenico (Esperto fiscale)

• Isvap – Documento di consultazione n. 42 /2011. Dati aggregati di

cui all’art. 40 del D. lgs. n. 231/2007. Avv. Prof. Emanuele Fisicaro

(Presidente del Centro Studi Antiriciclaggio & Compliance).

Terza giornata - 8 Aprile 2011

• I reati presupposto ai decreti legislativi 231 del 2001 e 231

del 2007 nella giurisprudenza della Corte di Cassazione.

Cons. Dott. Luigi Ciampoli (Procuratore Generale Corte

d’Appello di Roma e Presidente del Comitato scientifico del

Centro Studi Antiriciclaggio & Compliance).

• Disciplina della società fiduciaria italiana comparazione

con il sistema europeo. Avv. Patrizia Stona (Consigliere e

Responsabile Antiriciclaggio della Sintesi Gam S.p.A. – Società

fiduciaria).

• Diritto comparato europeo. Responsabilità amministrativa

degli enti decreto legislativo 231 del 2001. Dott.ssa Françoise

Travaillot (Magistrat de liaison français en Italie et à Malte).

• La disposizione normativa dell’antiriciclaggio nello Stato

del Vaticano. Avv. Prof. Marcello Condemi (Docente di Diritto

dell’Economia - Università “Guglielmo Marconi” di Roma).

• Normativa antiriciclaggio e segreto bancario. Avv. Fabrizio

Vedana (Direttore Area Legale Unione Fiduciaria).

• Verifiche di Bankit e responsabilità degli enti ex D.lgs.

231 del 2001. Dott. Romolo Pacifico (Manager Anti Money

Laundering PricewaterhouseCoopers Milano).

• Gli indicatori di anomalia: contenuti e finalità del

provvedimento. L’omessa segnalazione di operazioni

sospette; applicazione dell’art. 49. Dott. Federico Luchetti

(Dirigente Direzione V – Prevenzione dei Reati Finanziari

Dipartimento del Tesoro Ministero dell’Economia e delle Finanze).

• Segnalazioni operazioni sospette. Criticità società

fiduciarie. Dott. Michele Muscolo (Consigliere delegato Generfid).

• Denaro transfrontaliero D.lgs. 19 novembre 2008 n.

195. Obblighi e sanzioni. Disposizioni antiriciclaggio.

Promotori finanziari e mediatori creditizi. Avv. Prof.

Emanuele Fisicaro (Presidente del Centro Studi Antiriciclaggio

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no che questo adempimento potrà

Il termine per spostare la residenza nel comune dove è ubicata la prima casa è di 18 mesi; in caso di rivendita e successivo riacquisto (entro l’anno) il termine è invece di 36 mesi; la norma infatti non prevede alcun tempo massimo per stabilire la residenza nella casa riacquistata

Il principio

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23Martedì 29 Marzo 2011Martedì I M P O S T E E TA S S E

Il provvedimento delle Entrate ha fornito un’interpretazione restrittiva del beneficio

Il bonus tessile si assottigliaL’agevolazione si calcola solo sull’imposta risparmiata

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Bonus Tremonti tessile ridotto ulteriormente per effetto di una let-tura più restrittiva del

provvedimento, con risparmio limitato all’importo derivante dall’applicazione del coeffi ciente pari al 25,1903% all’imposta cal-colata sul monte investimenti. Questo quanto emerge da un pas-saggio del provvedimento del di-rettore delle Entrate del 25 marzo scorso (prot. n. 46743/2011, si veda ItaliaOggi del 26/3/2011). L’agen-zia è già intervenuta sul tema con due documenti di prassi afferman-do che « … l’agevolazione opera mediante la deduzione dal reddito d’impresa…» e che, con particola-re riferimento ai soggetti Ires, la stessa si ottiene « … applicando l’aliquota del 27,5% all’importo deducibile dal reddito d’impresa, corrispondente al valore degli investimenti…» (cm 29/4/2010 n. 22/E § 5.2), nella consapevolezza che «… il nuovo provvedimento (…) prevede, con fi nalità di sem-plifi cazione, la comunicazione a tutti i soggetti interessati della percentuale massima del rispar-mio d’imposta spettante…» (cm 14/12/2010 n. 57/E § 4.2). Il primo documento di prassi afferma let-teralmente che « … la deduzione dal reddito d’impresa dell’importo corrispondente agli investimenti agevolati non dovrà comportare un risparmio d’imposta effettivo (…) superiore all’importo comu-nicato dall’Agenzia delle entrate …», in linea con quanto indi-cato dal comma 2, dell’art. 4, dl 40/2010, con il quale il legislatore ha disposto che resta « … escluso dall’imposizione sul reddito di impresa, nel limite complessivo di 70 milioni di euro, il valore degli investimenti in attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo finalizzate alla

realizzazione di campionari…». Il direttore delle Entrate ha dispo-sto (punto 1.2) che la deduzione dal reddito d’impresa dell’importo corrispondente agli investimenti agevolabili «… non dovrà com-portare un risparmio d’imposta effettivo, comprese le imposte addizionali regionali e comunali «ove applicabili», superiore all’im-porto risultante dall’applicazione della percentuale di cui al punto 1.1 del presente provvedimento al risparmio d’imposta indicato nell’ultima comunicazione vali-damente presentata …». Di con-seguenza, in ossequio alla tesi più restrittiva, se l’importo corrispon-dente al valore degli investimen-ti, come riportato nell’esempio, è pari a 200.000 euro per i soggetti Ires, il risparmio d’imposta teori-co è pari al 27,5% del medesimo importo ovvero pari a euro 55.000 che non comporterebbe, per effetto dell’applicazione della percentua-le fi ssata (25,1903%), un rispar-mio reale di euro 50.381 (55.000 x 25,1903%), ma un mero abbat-timento dell’Ires dovuta determi-nata utilizzando il risparmio di imposta teorico (200.000 x 27,5% = 55.000) e applicando allo stesso la percentuale indicata dal prov-vedimento (55.000 x 25,1903% = 13.855). Tale indicazione appare in netto contrasto con quanto indicato nella disposizione e nei documenti di prassi sopra richia-

mati con i quali è stato precisato, al contrario, che « … dal reddito si deduce l’importo corrisponden-te agli investimenti agevolati…» e che, di conseguenza, il rispar-mio non deve «… comportare un risparmio di imposta effettivo, comprese le addizionali regionali e comunali ove applicabili, supe-riore all’importo comunicato dalle Entrate…». Pertanto, si dovreb-be ritenere corretto, nell’esem-pio fatto, ricalcolare il 27,50% sull’importo totale degli investi-menti (200.000) ma tenendo conto della percentuale massima indi-cata dall’Agenzia in misura del 25,1903% (200.000 x 25,1903% = 50.381), stante il fatto che «… il risparmio di imposta effettivo non può risultare superiore all’impor-to comunicato dall’Agenzia delle entrate…» ovvero che il risparmio d’imposta effettivo non potrà su-perare, in tal caso, euro 50.381. Il ragionamento del passaggio (ulteriormente restrittivo) che si può intuire, neppure tanto chia-ramente, dal provvedimento in commento, può essere giustifi ca-to esclusivamente dal fatto che il tetto di spesa stanziato, pari a 70 milioni, dopo la presentazione del mod. Crt a cura dei richiedenti, non sia risultato suffi ciente per applicare letteralmente la di-sposizione, ex comma 2, art. 4, dl 40/2010 e le istruzioni fornite con i documenti di prassi richiamati.

Impresa e lavoro, giovani e famiglia, consumatori, mediazione e conciliazione, sono queste le nuove tematiche che andranno ad ampliare il servizio di informazione e orientamento legale gratuito avviato lo scorso anno dal Comune in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Milano, presso le sedi dei Consigli di Zona e su InfoMilano, l’uffi cio mobile del Comune per dare informazione sulle attività dell’amministrazione. Il nuovo servizio sarà propo-sto in via sperimentale presso le Zone di decentramento 2-4-6-8.

Taskforce semplifi cazione al debutto. Primo incontro sulle semplifi cazioni oggi all’Agenzia delle entrate tra i rappresentanti di Re.te imprese Italia e i tecnici dell’Agenzia delle entrate. Il tavolo è stato istituito lo scorso 2 febbraio e ha come obiettivo sviluppare soluzioni condivise in tema fi scale da parte delle imprese e dell’am-ministrazione fi nanziaria.

L’evoluzione delle norme sulle imposte dirette, la riforma della territorialità dell’Iva, ma anche la «cedolare secca» sugli affi tti e il nuovo redditometro. Questi gli argomenti principali che saranno affrontati nel convegno di aggiornamento tributario organizzato dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle entrate e dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Torino, Ivrea e Pinerolo. L’appuntamento è per giovedì 31 marzo, alle ore 9,00, al centro congressi «Torino Incontra», via Nino Costa 8 (Torino).

Consultare online il proprio 730, le dichiarazioni Isee, i bol-lettini Ici e i pagamenti F24. Essere avvisati in tempo reale sugli adempimenti e le scadenze fi scali. Ricevere informazioni sulle ultime novità in materia di fi sco e agevolazioni sociali. Sono alcuni dei servizi e delle opportunità offerte ai contribuenti da MyCaf.it, il nuovo portale pensato e sviluppato dal Centro di Assistenza Fiscale delle Acli. Inaugurato in occasione della nuova campa-gna fi scale, il portale è riservato ai clienti Caf Acli, che potranno accedervi da casa tramite pc, telefonino o tablet.

Il rating di regioni ed enti locali rimane stabile nella fascia Aa-A, nonostante la modesta ripresa economica e gli sforzi di conteni-mento della spesa pubblica. È quanto sostiene Moody’s Investors Service in un nuovo rapporto su regioni ed enti locali italiani. «Regioni, province e comuni non hanno sofferto eccessivamente per la crisi, a differenza di altri enti locali in Europa, «afferma Mauro Crisafulli, senior vice president del Team Finanza Pub-blica di Moody’s. «Le entrate locali poco sensibili all’andamento dell’economia e l’assenza di politiche anti-cicliche hanno limitato l’impatto della crisi sui bilanci degli enti». Tuttavia, secondo Moody’s, permangono alcune incertezze sulle performance di bilancio nei prossimi anni. Il taglio atteso dei trasferimenti statali limita fortemente la capacità di programmazione e rappresenta il principale elemento di pressione fi nanziaria.

BREVI

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realizzazione di campionari Il mati con i quali è stato precisato

ESEMPIO: SOGGETTO IRES, CON INVESTIMENTI EFFETTUATIPER UN AMMONTARE PARI A 200.000 EURO – ALIQUOTA IRES 27,5%

Calcolo da circolaren. 22/2010

Calcolo da provvedimenton. 46743/2011

Investimenti pari a euro 200.000 Investimenti pari a euro 200.000

Bonus(200.000 x 27,5) euro 55.000

Risparmio d’imposta teorico(200.000 x 27,5%) euro 55.000

Il rebus del bonus

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24 Martedì 29 Marzo 2011 I M P O S T E E TA S S E

La Corte d’appello di Parigi ha accolto le istanze del legale di uno dei presunti evasori

Lista Falciani stoppata in FranciaDati ottenuti illegalmente dal fi sco: l’utilizzo è illegittimo

DI GABRIELE FRONTONI

Doccia fredda per il Fi-sco francese. La Corte d’appello di Parigi ha dichiarato illegittimo

l’utilizzo dei dati contenuti nel-la lista Falciani perché ottenuti illegalmente da parte delle au-torità tributarie. Con una sto-rica sentenza datata 8 febbraio 2011, il primo presidente della Corte d’appello di Parigi, Line Tardiff, ha accolto le istanze presentate dagli avvocati di uno dei 3mila presunti evasori il cui nome fi gura nello stralcio della lista consegnata il 9 luglio 2009 dal procuratore di Nizza, Eric de Montgolfi er, agli agenti del Fisco di Parigi. Riserbo asso-luto sull’identità dell’indagato. L’unica cosa che è data sapere è che i fatti risalgono al 15 e al 17 giugno 2010 quando un giudice del Tribunale della libertà ave-va autorizzato le perquisizioni nell’abitazione principale e ne-gli uffi ci del presunto evasore dopo che le prime indagini av-viate sulla scorta delle informa-zioni fornite da Falciani agli in-quirenti avevano accertato che

l’uomo aveva operato in Svizze-ra attraverso diversi conti cor-renti con codici Iban «CH.0868 9...» che corrispondono alla fi -liale ginevrina di Hsbc Private Bank. Immediata la reazione dei legali della difesa che hanno sollevato una serie di obiezio-ni all’operato degli inquirenti costringendo la Corte d’appello parigina a invalidare i risulta-ti delle indagini condotte fi no a questo momento. E creando un pericoloso precedente destinato a vanifi care le preziose infor-mazioni contenute nella lista consegnata alle autorità tran-salpine dall’ex informatico di Hsbc, Hervé Falciani. Secondo quanto sostenuto dagli avvocati della difesa, Delphine Ravon e Alain Marsaudon, nonostante sia stata sollecitata più volta per fax, l’amministrazione del-le Finanze di Parigi si sareb-be rifiutata di consegnare ai legali dell’imputato una copia cartacea o elettronica della do-cumentazione (la lista Falcia-ni, ndr) su cui si basavano le indagini che avevano portato alle molteplici perquisizioni nei locali di proprietà del loro

assistito. Non solo. Il procurato-re di Nizza, come stabilito dalla sentenza Medvedyev del 10 lu-glio 2008, non avrebbe goduto dell’autorità per trasmettere i dati contenuti nel computer di Falciani all’amministrazio-ne delle Finanze di Parigi in quanto «il procuratore della Repubblica manca della neces-saria indipendenza dal potere esecutivo perché lo si possa considerare come un’autorità

giudiziaria», cosi come lo pre-vede la sua giurisprudenza. A questo si aggiunga un errore procedurale. L’Annesso 1-1 A allegato al faldone contenen-te le accuse mosse al presunto evasore sarebbe stato prodotto in lingua inglese senza alcuna traduzione uffi ciale in francese, come previsto dalla legge 4 ago-sto 1994. Ma l’accusa più grave riguarda l’utilizzo di informa-zioni ottenute illegalmente da parte delle autorità e come tali non utilizzabili. «L’origine di questi dati è illegale e l’ammini-strazione delle Finanze ne era a conoscenza prima della tra-smissione da parte della Procu-ra di Nizza», hanno lamentato i legali Ravon e Marsaudon. Una tesi, questa, diffi cile da smonta-re che ha costretto il presidente della Corte d’appello di Parigi ad accogliere il ricorso presen-tato dalla difesa del presunto evasore, aprendo di fatto la strada all’annullamento dei procedimenti ispettivi attuati negli ultimi mesi sui 3 mila nominativi francesi contenuti nella lista Falciani. Con l’uni-ca eccezione degli evasori che

hanno deciso, nel frattempo, di venire allo scoperto in maniera volontaria, presentando un’au-todenuncia presso gli uffi ci di Bercy, sede della divisione isti-tuita nell’aprile 2009 dal mi-nistro delle Finanze di Parigi, Eric Woerth, per gestire i casi di amnistia fi scale. Oltre il dan-no, tuttavia, c’è stata pura la beffa. Il giudice parigino, Line Tardiff, infatti, non soltanto si è visto costretto ad annullare le ordinanze di perquisizione 2010/26 del 15 giugno 2010 e 2010/28 del 17 giugno 2010, ma ha dovuto anche condannare la direzione generale delle Finan-ze di Parigi al pagamento del-la somma forfettaria di 3 mila euro al presunto evasore come risarcimento danni ai sensi dell’articolo 700 del Codice di procedura civile, oltre all’assun-zione di tutte le spese di natura legale.

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Hervé Falciani

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Page 19: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

25Martedì 29 Marzo 2011Martedì I M P O S T E E TA S S E

CASSAZIONE/ Sentenza sugli accertamenti tributari

Notifica extra timeLa prova può avvenire in appello

Pagina a cura DI DEBORA ALBERICI

Il fi sco può provare per la pri-ma volta l’avvenuta notifi ca dell’accertamento anche in appello. Lo ha stabilito la

Corte di cassazione che, con la sentenza numero 6921 del 25 marzo 2011, ha respinto il ricorso di un’azienda che aveva solleva-to un’eccezione processuale. In sostanza la contribuente aveva affermato che la prova dell’avve-nuta notifi ca dell’accertamento non poteva essere fornita per la prima volta in appello, essen-do vietate nel rito tributario, le nuove eccezioni di fronte alla Ctr. Di tutt’altro avviso i giudici del Palazzaccio secondo cui «le con-trarie allegazioni dell’uffi cio volte ad affermare l’avvenuta notifi ca degli atti presupposti si limita-no alla mera indicazione di un fatto già acquisito al giudizio in quanto non introducono alcune elemento nuovo di indagine ri-spetto a quelli già introdotti nel giudizio con il ricorso introdutti-vo». Nell’affermare questo prin-cipio gli Ermellini hanno inoltre ricordato che «nel contenzioso

tributario, pertanto, costituisce eccezione in senso stretto lo stru-mento processuale attraverso il quale si faccia valere l’atto giuri-dico avente effi cacia modifi cativa o estintiva della pretesa fi scale, non potendo essere considerata tale -e non comportando pertan-to il divieto di sollevare eccezioni nuove in appello, posto dall’art. 57 del dlgs 31 dicembre 1992, n. 546- la nuova deduzione, in grado di appello, di cosiddette eccezioni improprie, o mere difese, in quan-to dirette a sollecitare il rilievo d’uffi cio da parte del giudice, del-la inesistenza dei fatti costitutivi del diritto dedotto in giudizio». D’altronde, ricordano i giudici, il

rito tributario è un rito speciale e non consente un automatico rin-vio formale all’art. 345 c.p.c. (e alle condizioni previste da questa norma di ammissibilità di nuo-ve prove documentali in grado di appello) non incontrando limiti nel processo tributario di appello la produzione di nuovi documen-ti ancora preesistenti al giudizio svoltosi in primo grado a nulla rilevando l’eventuale irritualità della loro produzione in primo grado e «indipendentemente dal-la impossibilità dell’interessato di produrli in prima istanza per causa a lui non imputabile». Il caso in Sardegna. Una società aveva ricevuto un’ingiunzione fi scale. La contribuente l’aveva impugnata e la Ctp aveva accolto il ricorso. Poi la ctr aveva ribal-tato il verdetto. Quindi l’azienda ha fatto senza successo ricorso in Cassazione puntando il dito contro la mancata deduzione, in primo grado, dell’avvenuta noti-fi ca dell’accertamento.

È nullo l’accertamento Iva basato su un atto impositivo Ires divenuto defi nitivo perché non impugnato dall’azien-da. Al massimo gli uffi ci possono scambiarsi il materiale istruttorio raccolto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 6913 del 25 marzo 2011, ha accolto il ricorso di una società alla quale l’amministrazione fi nanziaria aveva notifi cato un accertamento Iva basato su un atto impositivo Ires divenuto defi nitivo perché non impugnato. Insomma Piazza Cavour boccia la decisione della commis-sione tributaria regionale della Campania perché, si legge in motivazione, «la Commissione regionale fa discendere la legittimità ed effi cacia dell’accertamento di cui è causa dal mero fatto dell’asserita defi nitività di un diverso atto di accertamento per le imposte dirette effettuato in relazione al medesimo anno in ordine al quale non era stata proposta impugnazione». Di più, «l’assunto costituisce macroscopica erroneità di motivazione in quanto per il principio della autonomia degli atti di accertamento per imposte diverse la intervenuta defi nitività di uno di essi per mancanza di opposizione è irrilevante in ordine alla fondatezza o meno dell’altro, non essendo tale caratteristica equiparabile ad un giudicato, anche parziale e limitato a un presupposto di fatto comune a entrambi». Invece è ovvio che elementi pro-batori e presuntivi, dunque le indagini delle Fiamme gialle per esempio, tratti da un accertamento «possano essere richiamati in un accertamento diverso, ma in questo valgo-no in quanto gli elementi richiamati siano concretamente idonei a svolgere anche in tale sede valore di prova; in tal caso, tuttavia, detti elementi, ove giudizialmente contesta-ti, devono essere partitamente esaminati e criticamente valutati sotto tale profi lo dal giudice del merito».Anche la Procura generale della Suprema corte, nell’udien-za svoltasi al Palazzaccio lo scorso 4 gennaio, ha chiesto al Collegio di legittimità di accogliere il ricorso della società contribuente.

Procedure Iva ko se basate su un atto Ires defi nitivo

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tributario pertanto costituisce

La notii ca dell’accertamento può essere provata per la prima volta anche in appello. Ciò perché le contrarie allegazioni dell’ufi cio volte ad affermare l’avvenuta notii ca degli atti presupposti si limitano alla mera indicazione di un fatto già acquisito al giudizio in quanto non introducono alcune elemento nuovo di indagine rispetto a quelli già introdotti nel giudizio con il ricorso introduttivo.

L tii d ll’ t t ò

Il principio

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26 Martedì 29 Marzo 2011 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Una circolare della prefettura di Reggio Calabria

Comunitari al votoEntro il 5 aprile iscrizione in lista

DI ANTONIO G. PALADINO

I c i t tadini del l ’Unione Europea, regolarmente residenti in Italia, po-tranno partecipare alle

elezioni del sindaco e del consiglio comunale, previste per la tornata elettorale del 15 e 16 maggio. Gli stessi, qualora non l’abbiano fatto, devono presentare istanza di iscrizione nell’apposita lista elettorale entro il prossimo 5 aprile.

Oltre tale termine, i sindaci potranno rilasciare l’attesta-zione di ammissione al voto, solo dopo la verifica dei requi-siti previsti per l’iscrizione anagrafica.

È quanto ricorda la circola-re n.8/2011 della Prefettura-Utg di Reggio Calabria, con la quale si fa luce sulla norma-tiva in merito alla possibilità di partecipazione al voto da parte dei cittadini dell’Unio-ne europea, residenti in Ita-lia, per l’elezione diretta del sindaco e del consiglio comu-nale.

La nota diramata nei giorni scorsi, infatti, rileva come la

normativa che disciplina la materia (decreto legislativo n.197/1996) prevede che gli elettori di un Paese Ue, resi-denti in Italia, che intendono partecipare alle elezioni co-munali, dovranno presentare presso il comune di residen-za, ove non l’abbiano già fatto (anche in altro comune italia-no), un’apposita domanda di iscrizione nella cosiddetta “lista elettorale aggiunta”.

Il tutto entro il quinto giorno successivo a quello dell’affissione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali (previsto per il 31 marzo 2011), vale a dire, en-tro il 5 aprile 2011.

La nota ricorda che nella domanda di iscrizione alla lista elettorale aggiunta pre-sentata da cittadini UE, de-vono essere dichiarati datti essenziali quali, la cittadi-nanza, l’attuale residenza, nonché la richiesta di iscrizio-ne nell’anagrafe della popola-zione residente nel comune.

Al riguardo, la nota del Prefetto Varretta, ricorda che l’iscrizione dell’elettore di al-tro Stato Ue nella lista eletto-

rale aggiunta, “non può pre-scindere dal perfezionamento dell’iscrizione anagrafica”.

Infatti, a tali fini, non è sufficiente la semplice richie-sta di iscrizione anagrafica.

Il documento, infine, ricorda che il Viminale ha comunque fatto presente che, qualora il cittadino comunitario pre-senti domanda di iscrizione alle liste elettorali aggiunte anche oltre il termine fissato al 5 aprile, il sindaco, accer-tandosi della sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per l’iscrizione anagrafica, potrà rilasciare al soggetto istante, la prevista attesta-zione di ammissione al voto, così da “consentire la più am-pia partecipazione alle elezio-ni e nel rispetto del principio di parità di trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altro Paese dell’Unione Europea”.

©Riproduzione riservata

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COMUNE DI PORTOGRUARO

ESTRATTO AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO RELATIVO AI SERVIZI CIMITERIALI – PERIODO 01.04.2011 – 31.03.2014.-

CIG 056834444D

CUP C39E10001400004

ENTE APPALTANTE: Comune di Portogruaro – Piazza della Repubblica n. 1 – Tel. 0421/277326 - fax 0421/ 71217 – e-mail [email protected] PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: procedura aperta - CPV 98371110DATA DI AGGIUDICAZIONE: 21.02.2011CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: a l l ’ o f fe r ta economicamente più vantaggiosaNUMERO DI OFFERTE RICEVUTE: N 1DITTA AGGIUDICATARIA: COOP. NONCELLO Via dell’Artigianato, 20 – Roveredo in PianoIMPORTO DI AGGIUDICAZIONE: € 304.105,00 (Iva escl.)DATA DI INVIO DEL PRESENTE AVVISO ALLA GUCE 09.03.2011

Copia dell’avviso integrale è disponibile o nel sito internet del Comune: http://www.comune.portogruaro.ve.it

Lì 09.03.2011Il Responsabile dell’Area Tecnica

Anese Dott. Ing. Guido Andrea

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Estratto bando di gara - per l’aidamento del servizio di gestione e manutenzione degli impianti multimediali di Palazzo Giureconsulti e Palazzo Turati di proprietà della Camera di Commercio di Milano N. CIG 14833302A3. Durata dell’appalto 24 mesi con facoltà per la Committente di prosecuzione per 12 mesi. Importo a base d’asta € 567.000 + Iva più oneri della sicurezza non soggetti a ribasso pari a € 2.160.

La gara è svolta interamente in forma telematica attraverso il sistema informatico SinTel della Regione Lombardia (www.centraleacquisti.regione.lombardia.it) presso il quale è disponibile tutta la documentazione di gara.

Data scadenza presentazione oferte: ore 12 del 27/4/2011. E’ previsto un sopraluogo obbligatorio da richiedere entro le ore 12 del 1/4/2011. Il bando integrale è stato pubblicato sul supplemento della Gazzetta Uiciale Europea n. 2011/S 54-088675 del 18/3/2011.

Il Responsabile del Procedimento f.to Beatrice De Ponti

Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano

Via Meravigli 9/B - 20123 Milano - Tel +39 02.8515.1 - Fax +39 02.8515.4232

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Page 21: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

27Martedì 29 Marzo 2011Martedì I M P O S T E E TA S S E

Una circolare concede più tempo ai comuni ancora non in regola con le procedure informatiche

Lo sportello unico in due tempiOggi l’avvio. Ma c’è spazio per la documentazione cartacea

DI MARILISA BOMBI

Sportello Unico delle im-prese, partenza in due tempi. Per il Suap tele-matico era iniziato il con-

to alla rovescia, perché oggi, 29 marzo avrebbe dovuto decollare lo sportello unico per le attività produttive, in modalità telema-tica, l’attuazione dell’impresa in un giorno. Invece, una circolare del 25 marzo a fi rma congiunta

dei due responsabili dell’uffi cio legislativo del ministero dello sviluppo economico e della sem-plifi cazione normativa, concede una moratoria per i comuni che ancora non hanno messo a regi-me la sola modalità di invio tele-matico. La richiesta di un periodo di tolleranza è arrivata dall’Anci, associazione nazionale comuni. Per i comuni che non sono in gra-do di operare in modalità esclusi-vamente telematica continua ad

esistere la presentazione della documentazione in modalità car-tacea. E dire che era stata pro-prio l’Associazione dei comuni a sottoscrivere lo scorso dicembre un protocollo d’intesa con Union-camere per assicurare l’avvio del Suap nei tempi prescritti. Il pri-mo step era previsto proprio per martedì 29 marzo. Da tale data le Scia avrebbero dovuto essere presentate soltanto in modalità telematica al Suap del Comune

o, in alternativa, alla Camera di commercio territorialmente competente, attraverso il porta-le www.impresainungiorno.it, nel caso in cui l’ente locale non aves-se ancora provveduto a ottenere l’accreditamento dal ministero dello sviluppo economico. Sta di fatto che proprio in relazione alla necessità di partire nei termini previsti dal dpr 160/2010, il Mise aveva individuato tra i requisiti per ottenere l’accreditamento,

quanto ogni Comune già dispone: una casella di posta elettronica certifi cata, la fi rma digitale, un programma per la lettura dei documenti fi rmati digitalmente e il protocollo informatizzato. La circolare, che peraltro non fa se-guito ad alcun decreto di proro-ga, è rimasta del tutto generica rispetto i tempi di attuazione di quello che doveva rappresentare il completamento del processo di semplifi cazione:

Duemiladuecento comuni pronti a partire con lo sportello unico telema-tico. A ieri erano 3835 i

comuni che hanno inviato al mi-nistero dello sviluppo economico l’istanza e si sono resi disponibi-li alla gestione dello sportello in propria autonomia. Le domande sono al vaglio del ministero dello sviluppo economico e al 28 marzo sono stati 2.200 quelli che hanno avuto l’ok per iniziare. Da oggi dunque partirà il procedimento amministrativo di competen-za dello sportello unico: quello automatizzato o con Scia (se-gnalazione certificata di inizio attività. L’avvio dello sportello unico riguarderà tanto i comu-ni autonomi, che costituiranno il Suap comunale sia quelli che si avvarranno del supporto della camera di commercio per il terri-torio, Suap camerale. Il comune resta titolare della funzione am-ministrativa del Suap, anche in caso di delega, responsabile del procedimento sarà il segretario comunale nei casi in cui il comu-ne non abbia individuato altro soggetto a cui conferire l’incarico. Le camere di commercio saran-no l’interfaccia uniche verso le imprese per la ricezione e per la gestione delle pratiche di compe-tenza dei comuni deleganti.

La camera dovrà rendere di-sponibile, a benefi cio delle im-prese, il front offi ce telematico per conto dei comuni che non si sono accreditati (l’insieme delle funzioni sul web che consenti-ranno all’impresa di compilare, fi rmare digitalmente e inoltrare una pratica al Suap); inoltrare la pratica ricevuta, per via te-lematica, all’amministrazione comunale competente e alle altre amministrazioni even-tualmente coinvolte; gestire le comunicazioni e gli atti che gli enti competenti, per il tramite del Suap, devono eventualmente trasmettere all’impresa (richie-ste di integrazione documenta-le o di conformazione, pareri, nulla osta, autorizzazioni, atti di interdizione, e via dicendo)

inoltrare comunicazioni e atti all’impresa per via telematica. Si tratta dunque di un coinvolgi-mento prevalentemente connes-so alla ricezione e smistamento di pratiche tra soggetti privati (impresa, intermediario o Agen-zia per le imprese) e pubbliche amministrazioni competenti (co-mune, enti terzi). Il comune sarà messo nelle condizioni di acce-dere a un’area ad esso riservata (scrivania virtuale), in cui potrà autonomamente gestire le infor-mazioni e le pratiche ricevute di propria competenza. L’infor-matizzazione del Suap sposta quindi sul web la funzione in-formativa che, fi no ad oggi, è sta-ta svolta come «sportello fi sico»: l’impresa troverà sul web le informazioni di riferimento per l’esercizio (o l’impianto) di un’at-tività economica, ivi compresi i procedimenti amministrativi e le relative modulistiche. Il co-mune resta poi titolare della funzione amministrativa e, una volta ricevuta (o prelevata) la pratica di competenza dal siste-ma informatico, la tratterà con gli strumenti di back offi ce di cui già dispone. I Suap (previsti dal-la legge nel 1998 e mai attuati), sono di competenza comunale e svolgono il ruolo di interlocutore unico delle imprese, in nome e per conto di tutti gli enti pub-blici competenti nel rilascio di concessioni e autorizzazioni: il Suap infatti opera per il con-trollo dei tempi di chiusura dei procedimenti, assiste le imprese nella comprensione degli adem-pimenti a loro carico, concerta l’operatività degli enti terzi che alle volte sono organismi territo-riali (come le Asl o le Arpa), altre volte sono articolazioni periferi-che dello Stato (i vigili del fuoco o le sovrintendenze), a volte au-torità indipendenti (Magistrato delle acque).

Dati Iinfocamere: in totale 3835 istanze

Pronti all’invio2.200 enti

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Sede Legale: Roma - Viale dell’Esperanto, 71

C.F. e P. IVA n.01483450209 - CCIAA di Roma n. REA 1024498

Capitale Sociale Euro 20.537.247,25 i.v.

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AVVISO DI CONVOCAZIONEDELL’ASSEMBLEA ORDINARIA E STRAORDINARIA

I Signori Azionisti sono convocati in Assemblea ordina-ria e straordinaria presso gli uffici sociali, in Pomezia(Roma), via Laurentina n. 118, per il giorno 28 Aprile 2011alle ore 15 in prima convocazione, ed occorrendo, per ilgiorno 29 Aprile 2011 in seconda convocazione stessoluogo ed ora, per discutere e deliberare sul seguente:

Ordine del Giorno

Parte Ordinaria

1. Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2010. Relazionedel Consiglio di Amministrazione sulla gestione. Re-lazione del Collegio Sindacale ai sensi dell’art. 133del D. Lgs. 58/1998 e Relazione della Società di Re-visione. Presentazione del bilancio consolidato al 31dicembre 2010. Delibere inerenti e conseguenti.

2. Autorizzazione al Consiglio di Amministrazione all’ac-quisto e disposizione di azioni proprie. Delibere ine-renti e conseguenti.

3. Nomina Organismo di Vigilanza ai sensi del D. Lgs.231/2001. Delibere inerenti e conseguenti.

Parte straordinaria

1. Autorizzazione al Consiglio di Amministrazione all’au-mento di capitale riservato con esclusione del dirittodi opzione, modifica articolo 5 dello Statuto. Delibe-re inerenti e conseguenti.

Partecipazione all’Assemblea

In relazione all’intervento e al voto, si forniscono le se-guenti informazioni in conformità agli art. 125 bis del D.Lgs. 58/1998:- ai sensi dell’art. 83 sexies del D. Lgs. 58/1998 la le-

gittimazione all’intervento in Assemblea e all’eserci-zio del diritto di voto è attestata da una comunica-zione alla Società, effettuata dall’intermediario, inconformità alle proprie scritture contabili, in favoredel soggetto cui spetta il diritto di voto, sulla basedelle evidenze relative al termine della giornata con-tabile del settimo giorno di mercato aperto precedentela data fissata per l’Assemblea in prima convocazio-ne ossia il 18 aprile 2011; le registrazioni in accreditoe in addebito compiute sui conti successivamente atale termine non rilevano ai fini della legittimazioneall’esercizio del diritto di voto in assemblea;

- ogni soggetto legittimato a intervenire in Assembleapuò farsi rappresentare mediante delega scritta aisensi delle vigenti disposizioni di legge, con facoltàdi sottoscrivere il modulo di delega reperibile sul sitointernet della Società www.beeteam.it (sezioneInvestor Relator – Assemblee). La delega può esseretrasmessa alla Società mediante invio a mezzo rac-comandata presso la sede della Società in Roma, vialedell’Esperanto n. 71, ovvero mediante notifica elet-tronica al l ’ indirizzo di posta cert i f icata“[email protected]”;

- la delega può essere conferita, con istruzioni di voto,al Rappresentante degli azionisti Dr. MassimoPiantedosi, all’uopo designato ai sensi dell’art. 135undecies TUF, a condizione che essa pervenga almedesimo soggetto, mediante invio a mezzo racco-mandata presso il domicilio all’uopo eletto in Roma, vialedell’Esperanto n. 71 ovvero mediante comunicazioneelettronica all’ indirizzo di posta certif icata“[email protected]” entro la fine delsecondo giorno di mercato aperto precedente la datafissata per l’Assemblea in prima convocazione, ossiaentro il 26 aprile 2011; la delega ha effetto per le soleproposte in relazione alle quali siano contenute istru-zioni di voto; il modulo di delega è reperibile sul sitointernet della Società www.beeteam.it (sezione:“Investor Relator” – “Assemblee”); la delega e le istru-

zioni di voto sono revocabili entro il medesimo termi-ne di cui sopra; non sono previste procedure di votoper corrispondenza o con mezzi elettronici;

- i Soci possono porre domande sulle materie all’ordinedel giorno anche prima dell’Assemblea, mediante inviodelle domande, unitamente alla documentazione ido-nea a comprovare la qualità dell’azionista, a mezzo rac-comandata presso la sede sociale della Società, inRoma, viale dell’Esperanto n. 71, ovvero mediante no-tifica elettronica all’ indirizzo di posta certificata“[email protected]”; alle domandepervenute prima dell’Assemblea è data risposta al piùtardi durante la stessa, con facoltà per la Società difornire una risposta unitaria alle domande aventi lo stes-so contenuto.

Integrazione dell’ordine del giorno

Ai sensi dell’art. 126 bis del D. Lgs. 58/1998 i Soci che,anche congiuntamente, rappresentino almeno un qua-rantesimo del capitale sociale possono chiedere, entrodieci giorni dalla pubblicazione del presente avviso (ov-verosia entro l’ 8 Aprile 2011) l’integrazione dell’elencodelle materie da trattare, indicando nella domanda gliulteriori argomenti proposti. La domanda, unitamente alladocumentazione idonea a comprovare la titolarità dellaquota di capitale sociale sopra richiamata, deve esserepresentata per iscritto a mezzo di raccomandata pressola sede sociale del la Società, in Roma, v ia ledell’Esperanto n. 71, ovvero mediante notifica elettroni-ca al l ’ indirizzo di posta cert i f icata“[email protected]”, a condizioneche pervenga alla Società entro il termine di cui sopra;entro detto termine e con le medesime modalità deveessere presentata, da parte degli eventuali Soci propo-nenti, una relazione sulle materie di cui viene proposta latrattazione.Delle eventuali integrazioni all’elenco delle materie che l’As-semblea dovrà trattare a seguito delle predette richieste èdata notizia nelle stesse forme prescritte per la pubblica-zione dell’avviso di convocazione, almeno quindici giorniprima di quello fissato per l’Assemblea in prima convoca-zione. Contestualmente alla pubblicazione della notizia diintegrazione sarà messa a disposizione del pubblico, nellemedesime forme previste per la documentazione relativaall’Assemblea, la relazione predisposta dai Soci richieden-ti, accompagnata da eventuali valutazioni dell’organo am-ministrativo.Si ricorda che l’integrazione non è ammessa per gli argo-menti sui quali l’Assemblea delibera, a norma di legge, suproposta degli Amministratori o sulla base di un progetto odi una relazione da loro predisposta.

Documentazione

La documentazione relativa all’Assemblea sarà messa a di-sposizione del Pubblico entro i termini di Legge con le mo-dalità previste dalla normativa vigente, con facoltà degliAzionisti e di coloro ai quali spetta il diritto di voto di otte-nerne copia. Tale documentazione sarà disponibile pressola sede sociale in Roma, viale dell’Esperanto n. 71 nonchépresso Borsa Italiana S.p.A. e sarà inoltre pubblicata sulsito internet della Società www.beeteam.it (sezione:“Investor Relator” – “Assemblee”).

Il presente avviso di convocazione viene pubblicato, aisensi dell’art. 125 bis del D. Lgs. 58/1998 e dell’art. 84del Regolamento Consob 11971/1999, nonché ai sensidell’art. 8 dello Statuto sociale, sul sito internet dellaSocietà www.beeteam.it (sezione : “Investor Relator” –“Assemblee”), sul quotidiano “Italia Oggi” e altresì invia-to a Borsa Italiana S.p.A.

Il Presidente e Amministratore DelegatoAdriano Seymandi

Il testo della circo-lare su www.italia-oggi.it/documenti

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Page 22: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

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29Martedì 29 Marzo 2011MaLAVORO E PREVIDENZA

Dalla Cnce le regole alle casse edili: necessaria la delega dei subappaltanti

Appalti, imprese in chiaroIl committente può avere accesso diretto al Durc

DI DANIELE CIRIOLI

Più trasparenza tra im-prese negli appalti. La ditta subappaltante, infatti, può delegare la

cassa edile a emettere un Durc mensile e inviarlo per posta elettronica alla ditta commit-tente, al fine di consentire a quest’ultima un controllo in me-rito alla responsabilità solidale che lega le due imprese. Lo spie-ga, tra l’altro, la Cnce in una nota diffusa ieri con che porta allegato il modello di delega per autorizzare le sedi territoriali delle casse edili all’attivazione del nuovo servizio.

I controlli negli appalti. La Cnce (commissione pari-tetica nazionale per le casse edili) spiega la novità come la conseguenza delle numerose se-gnalazioni ricevute dalle casse edili territoriali. Quest’ultime, in particolare, hanno fatto pre-sente di ricevere, da parte di imprese che affi dano lavori in subappalto nel settore edilizia privata, richieste di accesso di-retto ai Durc relativi alle loro imprese subappaltatrici. Tali ri-

chieste, secondo quanto dichia-rato dalle imprese richiedenti, sono motivate dalla necessità di avere controlli mensili in merito alla regolarità dell’im-presa subappaltatrice, nonché al fine di evitare le possibili contraffazioni del documento di regolarità contributiva, an-che in relazione al vincolo della responsabilità solidale che lega la ditta committente l’appalto a tutte le ditte subappaltatrici.

Il Durc è trimestrale. A oggi, spiega la Cnce, queste richieste non sono accettabi-li da parte delle casse edili in ragione dei divieti imposti

dalla normativa sulla privacy, nonché dal fatto che il rilascio del Durc può avvenire esclusi-vamente a favore dell’impresa interessata. D’altro lato, tut-tavia, le ditte committenti non possono nemmeno soddisfare le loro esigenze di controllo sulle ditte subappaltatrici attraver-so il Durc trimestrale (infatti, questa è la validità prevista in edilizia); e la prassi che si va diffondendo, cioè quella di richiedere un Durc ogni mese anche nell’ipotesi di lavori pri-vati (al fi ne di soddisfare le esi-genze delle ditte committenti), richiede alle imprese subap-

paltatrici ulteriore impiego di tempo e di risorse.

La soluzione operativa. Al fi ne di rispondere a queste pro-blematiche, si legge nella nota diffusa ieri dalla Cnce, il con-siglio di amministrazione della Cce ha deciso di dare la possibi-lità alle imprese subappaltatri-ci, attraverso la compilazione, sottoscrizione e presentazione di un modulo (facsimile in pa-gina), di delegare la propria cassa edile, per un determina-to periodo di tempo, a elaborare mensilmente il Durc per lavo-ri privati e a inviarne copia, per conoscenza, all’indirizzo di posta elettronica certifi cata dell’impresa appaltatrice. In questo modo, dunque, vengono superate le criticità operative previste dalla normativa e, allo stesso tempo, è data maggiore effi cacia allo strumento di con-trollo. La commissione, infatti, ritiene che l’istituzione del nuo-vo servizio possa contribuire a un utilizzo corretto e tempe-stivo del Durc, rispondendo positivamente all’esigenza di trasparenza e regolarità posta dalle imprese interessate.

DI CARLA DE LELLIS

Gli arretrati retributivi previsti dall’accordo 9 lu-glio 2010 per il rinnovo del ccnl per l’industria tessile/abbigliamento/moda (40 euro lordi per il periodo dal 1° aprile al 31 maggio 2010) sono utili ai fi ni della deter-minazione delle prestazioni economiche di malattia, di maternità, di congedo matri-moniale e di integrazione sa-lariale. Lo spiega l’Inps nella circolare n. 57/2011. L’una tantum, aggiunge l’Inps, deve essere ridotta propor-zionalmente per i contratti di lavoro part-time, in ragio-ne del minore orario di la-voro svolto. Non è utile agli effetti del computo di alcun istituto contrattuale e lega-le ed è esclusa, inoltre, dalla base di computo del tfr. Per il calcolo delle prestazioni di malattia e di maternità, precisa infi ne l’Inps, l’una tantum potrà rilevare per i soli eventi iniziati tra i mesi di maggio e di giugno 2010.

CCNL TESSILE

Una tantum conteggiata per malattia

chieste secondo quanto dichia dalla normativa sulla privacy

Il modello di delega

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30 Martedì 29 Marzo 2011 GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI

I punti di forza e i servizi dei centri di assistenza fiscale del Cnai

I Caf radicati sul territorioL’assistenza è assicurata anche dalla tecnologia

DI MANOLA DI RENZO

Il valore aggiunto di un ser-vizio sta nella sua affi da-bilità nel tempo. Il centro Caf offre servizi di qualità

grazie a validi professionisti e una presenza capillare sul territorio. Il Caf Cnai srl è il centro assistenza fi scale per i lavoratori e i pensionati, costituito nel 2000. Forte di un’esperienza decennale, è un servizio importante, stra-tegico quanto utile. Il valore aggiunto è senza dubbio quel-lo di sfruttare fi gure profes-sionali di grande spessore e di esperienza comprovata. Se da una parte si offrono servizi che si possono trovare altrove, dall’altra lo si fa garantendo un lavoro di alto livello, forte di un’esperienza perfezionata nel tempo e di competenze ar-ticolate.

Si avvale dell’uso di un effi -ciente call-center per fornire assistenza agli operatori e ai contribuenti, di programmi software costantemente ag-giornati, di una piattaforma

online per dialogare con il Caf e scaricare i programmi. Inoltre i professionisti posso-no contare su un servizio di «newsletter» per l’aggiorna-mento professionale in grado di informare su tutte le novità. La componente telematica è un pilastro irrinun-ciabile: velocità, effi cienza e net-working. Solo a t t raverso i l ricorso sistema-tico alle nuove tecnologie si può offrire un servi-zio di alto livello. Ma la tecnologia senza competenza è inutile, e il nostro centro di assistenza fi scale riconosce l’importanza di ogni componente del suo articolato sistema. Qualsiasi strumento, per quanto avan-zato possa essere, se non è supportato da competenze alla base risulta inutile se non ad-dirittura dannoso.

Fondamentale è la formazio-ne, e a tutto ciò si aggiungono

corsi di formazione e eventi specifi ci, seminari e convegni, per migliorare la conoscen-za dei software applicati, dei nuovi servizi da erogare e so-prattutto delle novità fi scali che ogni anno sono sempre

p r e s e n t i . L’aggiorna-mento deve essere quin-di sempre a f f i anca to da corsi che creino fi gure preparate e d inamiche r ispetto a un sistema in continua

evoluzione. L’attività, nonostante abbia

iniziato solo nel 2001, si posi-ziona già in cima alle classifi -cazioni tra i sistemi più validi ed effi cienti per quanto concer-ne la qualità del servizio.

L’ assistenza offre presta-zioni mirate proponendo ser-vizi di assistenza fi scale per l’elaborazione dei modelli di dichiarazione dei redditi (mod.

730) trasmissioni telematiche delle dichiarazioni, compila-zione ed elaborazione dei mod. Ise, Isee e Iseu, dei mod. Red, dell’Ici, delle Detrazioni, e dei nuovi modelli Icric, Iclav, Acc As/Pp.

Con Caf Cnai le aziende pos-sono offrire ai loro dipendenti un ausilio alla risoluzioni di molti adempimenti fiscali e previdenziali. Collaborare con il Caf non è un valore aggiunto da poco.

Agli enti locali si propone per gestire in out sourcing servizi di certifi cazioni ai fi ni sociali e di fi nanza locale. Il vantaggio è immediato: rispar-mio di tempo, soldi e sfrutta-mento di indubbie capacità e competenze.

Dunque il valore aggiunto

di questo servizio è costituito dal riconoscimento raggiunto negli anni grazie a un lavoro serio e preciso, affi dato a per-sonale serio, preparato e com-petente.

I tantissimi professionisti che con collaborano con il Caf e che hanno deciso di intra-prendere un percorso di lavoro con noi, sono il nostro biglietto da visita.

È un piacere sentito ringra-ziarli uno ad uno su queste pa-gine che normalmente usiamo per parlare, tra l’altro, dell’at-tualità del mondo del lavoro e dell’impresa per aver scom-messo sul Cnai e continuare a credere tutti insieme nei re-ali valori che rappresentano il vero lavoro: serietà, etica e deontologia.

Pagina a cura di Cnai - Coordinamento

nazionale associazioni imprenditoriSede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI

Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538 Web: www.cnai.it E-mail: [email protected]

a è inutile, e evoluzione.

Con Caf Cnai le aziende possono

offrire ai dipendenti un ausilio

alla risoluzioni di mol-ti adempimenti fi scali

e previdenziali

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31Martedì 29 Marzo 2011CONSULENTI DEL LAVORO

Per il presidente del Consiglio nazionale solo il lavoro è la condizione migliore per l’integrazione

Immigrazione, urge nuova rotta Calderone: il sistema delle quote d’ingresso è superato

Il tema dell’immigrazione e della reale capacità dell’Ita-lia di saper accogliere le mi-gliaia di persone che stanno

sbarcando sulle nostre coste è nell’agenda di tutti i tavoli poli-tici e tecnici. L’impatto di questo fenomeno, in molti casi provoca-to da vere e proprie emergenze umanitarie, ha logicamente serie ripercussioni sul sistema econo-mico e occupazionale nazionale.

Il paese è in continua evolu-zione, il tessuto sociale sta cam-biando e si sta modifi cando con l’ingresso sul territorio naziona-le di numerosi nuovi cittadini. I fl ussi migratori, da sempre det-tati da motivi legati al territorio di appartenenza o dalla ricerca di nuove possibilità e opportunità di vita, hanno un infl usso mol-to forte anche dal punto di vista lavorativo.

Il lavoro, d’altronde, è quasi sempre il primo livello di con-tatto tra nuovi e vecchi cittadini e rappresenta di sicuro il primo mezzo di reale integrazione nel-la società dei cittadini stranieri residenti in Italia.

I 2 milioni di lavoratori, che concorrono alla creazione della

ricchezza del sistema Paese e aumentano ogni anno per sup-plire alle carenze della forza la-voro incidono per il 9,5% del pil e producono circa il 3% del gettito fi scale.

Inoltre, il sistema delle piccole e medie imprese nazionali, moto-re trainante della nostra econo-mia, registra un aumento signifi -cativo dell’imprenditoria gestita da cittadini stranieri. Sono quasi 250 mila piccoli imprenditori ti-tolari di aziende individuali che al 30 giugno scorso risultavano iscritti ai registri delle camere di commercio, pari al 7,3% di tutte le aziende di questo tipo.

Ma il connubio tra lavo-ro e stranieri ha anche un lato negativo: il la-voro irregolare. Gli ul-timi dati resi noti sul lavoro sommerso dal ministero del lavoro e dall’Istat sono, sfortunatamente, lo specchio di un mercato colpito in maniera troppo evidente dalla crisi che sta attraversan-do il paese. «I consu-

lenti del lavoro, le istituzioni, le associazioni che si occupano di migrazione combattono quotidia-namente contro questo fenomeno ponendosi tra aziende e lavorato-ri per cercare di diffondere una nuova cultura del lavoro, regolare e dignitoso», ricorda Marina Cal-derone, presidente del Consiglio

nazionale dei c onsu lent i del lavoro. I l lavoro sommerso si concen-tra infatti in settori

come l’agri-

coltura e i servizi (in primis quel-li alla persona) dove la richiesta di manodopera è alta e i datori di lavoro sempre più spesso ten-dono a usufruire dei servizi di la-voratori stranieri, a volte anche non regolari.

«Uno dei mezzi utili per ri-durre il lavoro sommerso è la riduzione della contribuzione sul costo del lavoro, che ha pe-raltro raggiunto un livello di gran lunga superiore alla media europea. Questo implicherebbe per i lavoratori un minor gap tra retribuzione lorda e netta, e per le aziende un incentivo a regola-rizzare i dipendenti impiegati in modo illegale» ricorda la Calde-rone. «Inoltre, andrebbe sponso-rizzato l’utilizzo degli strumenti di fl essibilità come il contratto part-time elastico, i voucher la-voro, i tirocini, l’apprendistato e il lavoro intermittente che oggi consentono di coniugare la tutela dei diritti e l’inserimento regola-re nelle imprese garantendo una concorrenza leale tra i datori di lavoro».

Senza dimenticare il ruolo fon-damentale che hanno i servizi ispettivi per monitorare il mer-

cato in modo puntuale: un’attivi-tà che necessita però di maggior coordinazione, per eliminare le differenti matrici che caratte-rizzano l’azione dei diversi enti incaricati.

Davanti a questa situazione attuale, l’ordinamento italiano deve trovare il modo per adat-tare il proprio sistema giuridi-co vigente alle modifi cate con-dizioni del mercato. E il primo intervento normativo dovrà essere effettuato sul sistema delle quote di ingresso, la cui effi cacia è clamorosamente su-perata dalla realtà che si vive quotidianamente.

La rivista giuridica Leggi di Lavoro, a un anno dal lancio, continua a fare visita presso i consigli pro-vinciali d’Italia con gli esperti della Fondazione Studi. Una serie di convegni che fanno luce sulle novità introdotte dal Collegato Lavoro. Prossimo appuntamento domani a Cremona alle ore 15 (Sala Assoc. Profess. Di Cremona - Via Palestro 66). Per rinnovare l’abbonamento per il 2011 (6 numeri) a € 30,00:1 - con Bollettino Postale, c/c 000057787152 - Cau-sale: «abbonamento Leggi di Lavoro», intestato a Fondazione Studi2 - con Bonifi co Bancario Banco Posta IBAN: IT38 J076 0103 2000 0005 7787 152 - Causale: «abbo-namento Leggi di Lavoro», intestato a Fondazione Studi3 - online su www.leggidiliavoro.it tramite PayPal Per ulteriori informazioni www.consulentidellavoro.it

Leggi di Lavoro, un successo di numeri

Marina Calderone

Il 30 e il 31 marzo prossimi si svolgerà la periodica Conferenza dei rappresentanti regionali presso il Con-siglio nazionale per discutere di riforma della legge n. 12/79 e della tariffa professionale, del regolamento per l’amministrazione, la finanza e la contabilità e del nuovo regolamento sulla certificazione dei contratti di lavoro. I lavori, che inizieranno alle ore 15.00 del 30 marzo e si chiuderanno il giorno successivo, prevedono un am-pio dibattito sui numerosi temi all’ordine del giorno. Il regolamento sulla certificazione, in particolare, co-stituisce il nuovo strumento del quale si doteranno i consigli provinciali per operare in un quadro di regole che consentano maggiore certezza e uniformità nazionale nello svolgimento delle nuove attribuzioni derivanti dal Collegato lavoro, così come stabilito nell’intesa siglata con il ministero del lavoro durante il forum del 18 feb-braio scorso

A fi ne marzo la conferenza dei rappresentanti regionali

Pagina a cura

DELL’UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALE

DELL’ORDINE

DEI CONSULENTI DEL LAVORO

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32 Martedì 29 Marzo 2011 AGENTI DI COMMERCIO

La richiesta unanime di agenti di commercio, inquilini e portieri: va sospeso il progetto Mercurio

Case Enasarco, no alla venditaDalle autorità capitoline una mozione a Sacconi e Tremonti

Si è svolta lo scorso 24 marzo in piazza del Campidoglio a Roma una manifestazione per

chiedere la sospensione del progetto Mercurio, ovverosia la vendita dell’intero patrimo-nio immobiliare residenziale Enasarco, la maggior parte del quale situato sul territorio della capitale. Riportiamo di seguito un signifi cativo stralcio dell’in-tervento del segretario gene-rale Federagenti Cisal, Luca Gaburro:

«La partecipazione di così tanta gente in un giorno lavo-rativo testimonia come questa manifestazione fosse doverosa e come sia necessaria una pausa di rifl essione e un ripensamento complessivo del progetto Mercu-rio. Già nel 2005 la nostra asso-ciazione si oppose alla vendita diretta all’immobiliarista Stefa-no Ricucci. Una dismissione che contestammo con vigore e che rese necessario l’intervento del-la magistratura e che, notizia di questi giorni, ha portato alla richiesta nei confronti dell’ex presidente Confcommercio Sergio Billè e dell’allora presi-dente dell’Enasarco Porreca di una condanna a diversi anni di carcere. L’esigenza della sospen-sione nasce dalla constatazione che la dismissione da sola non basta per garantire un futuro previdenziale alla categoria. Infatti essa è solo una parte di un progetto complessivo che prevede la vendita degli immo-bili col proposito di ricavare 4,5 mld euro da investire in Borsa, con l’obiettivo di un rendimen-to netto del 3,5%, che insieme a un onerosissimo aumento dei contributi che gli agenti di com-mercio dovrebbero versare, sa-rebbe in grado di salvare l’ente. Ma il condizionale è d’obbligo, essendo sorte forti perplessità sia in ordine al ricavo previsto, che secondo uno studio da noi commissionato a una società di valutazione immobiliare sareb-be signifi cativamente più basso, che al raggiungimento del 3,5% in Borsa. Su quest’ultimo pun-to infatti l’Anasf, associazione dei promotori fi nanziari iscritti all’Enasarco, ritiene utopistico tale obiettivo a meno di ricorre-re a strumenti altamente spe-culativi che mal si adattano a un ente che gestisce le pensioni. Cosa che auspichiamo non ac-cada, essendosi l’Enasarco con-traddistinta per l’investimen-to di ben 780 mln euro, senza guadagnarne solo uno, in bond strutturati di un fondo con sede alle isole Cayman garantito dal-la fallita banca statunitense Le-hman Brothers, frangente che le è valso una forte censura da parte delle autorità vigilanti. In questo mare di perplessi-tà, purtroppo l’unica certezza è l’aumento dei contributi da versare e dell’anzianità contri-butiva recentemente deliberato dall’Enasarco, che gli agenti in modo compatto non vogliono a

fronte di pensioni che in media per la stragrande maggioranza dei casi sono pari a circa 500 euro lorde al mese. Sono tut-te considerazioni che abbiamo espresso dinanzi alla commis-sione parlamentare di controllo nello scorso mese di settembre 2010, ove abbiamo sottolineato come la fondazione sia lontanis-sima dal raggiungere il requi-sito minimo di sopravvivenza previsto dalla legge per enti quali Enasarco, vale a dire la capacità di erogare le pensioni per i successivi 30 anni. Diver-se circostanze ci convincono della necessità della confl uen-za dell’Enasarco nell’Inps, sia per risolvere il problema dei cd. «silenti» in modo serio che per sanare l’assurdità di una doppia previdenza di fatto ob-bligatoria visto che l’Enasarco

dopo la riforma non svolge più alcuna funzione di supplenza rispetto alla previdenza Inps. Medesima richiesta di ritor-no nell’alveo pubblico è stata presentata al ministero del lavoro anche da altre associa-zioni di categoria quali Anasf e Ugifai». Proposta che, secondo Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal, «avrebbe il pre-gio di offrire maggiori tutele e garanzie anche agli inquilini e ai portieri dell’ente in caso di vendita gestita dall’Inps, oltre che tutelare la pensione degli agenti, e che la nostra confe-derazione ha da tempo uffi-cialmente espresso innanzi ai ministeri competenti».

Ipotesi assolutamente da ap-profondire secondo Sergio Ba-lestrini del sindacato autonomo inquilini Sai Cisal anch’egli

presente all’incontro, che ha ri-marcato in particolare il diso-rientamento dell’inquilinato a fronte della subordinazione da parte dell’Enasarco dell’acqui-sto dell’immobile all’accettazio-ne da parte dei futuri proprieta-ri del servizio di portierato.

Presenti all’incontro l’On. Ugo Cassone, il presidente del IV municipio Cristiano Bonelli, l’On. Federico Guidi e l’incari-cato del sindaco di Roma alle politiche abitative On. Maurizio Berruti, secondo i quali occorre trovare subito una soluzione che garantisca i diritti di tutte le parti in causa ed eviti una emergenza abitativa sul ter-ritorio comunale. Sono infatti migliaia le famiglie che, non potendo acquistare l’immobile, rischiano poi di doversi confron-tare con i fondi immobiliari che gestiranno l’invenduto secondo il piano predisposto da Enasar-co. È necessaria una attenta rifl essione sulla composizione dell’inquilinato con particolare riferimento ai tanti precari, an-

ziani, monoreddito che vivono nella case dell’ente e che vanno tutelati. Considerazione tanto più valida oggi quando i princi-pali quotidiani nazionali descri-vono lo scandalo affi ttopoli che ha investito l’Enasarco e che viene dipinto come una specu-lazione in grado di favorire chi è già privilegiato, i cd «vip» che abitano negli immobili di pre-gio della Fondazione, a scapito delle tantissime persone co-muni che invece temono per il proprio futuro abitativo. Al ter-mine della giornata diversi con-siglieri comunali della Capitale hanno preso l’impegno di presen-tare una mozione che chieda ai ministri Sacconi e Tremonti di sospendere il progetto Mercurio. «Occorre coinvolgere subito que-sti dicasteri vista la gravità della situazione che investe centinaia di migliaia di individui, siano essi agenti di commercio iscritti alla cassa, inquilini o dipendenti portieri della Fondazione» hanno concluso i promotori della mani-festazione».

Pagina a cura della Federagenti CisalFEDERAZIONE NAZIONALE AGENTI, INTERMEDIARI

E RAPPRESENTANTI DI COMMERCIOSede nazionale:

Via Cristoforo Colombo 115, 00147 Roma.Tel. 06.51530121 - Fax 06.51530536

E-mail [email protected] on line indennità di fine rapporto e contributi Enasarco: www.federagenti.org

Domanda: Il mio contratto di agen-zia sottoscritto nel 2005 era a tempo determinato. Si può ormai conside-rare a tempo indeterminato?

Risposta. Occorre assolutamente veri-fi care il tenore testuale del contratto. Se il contratto prevedeva un termine di ces-sazione e le parti hanno continuato a ese-guirlo successivamente a tale data, l’inin-terrotta prosecuzione lo ha trasformato in un contratto a tempo indeterminato. Se invece il contratto stabiliva la possibilità di rinnovazione tacita, il contratto deve ancora considerarsi a tempo determina-to. Ciò in base al consolidato e pacifi co principio per cui la normativa speciale che limita la stipula di contratti di lavo-ro subordinato a tempo determinato non trova applicazione in materia di agenzia. Le principali ripercussioni possono aversi ovviamente in tema di preavviso (il cui istituto non è applicabile ai contratti a tempo determinato), e di indennità di fi ne rapporto (per le indennità la cui deben-za è legata alla modalità di scioglimento del rapporto). Proprio per tale motivo la contrattazione collettiva interviene su questi aspetti prevedendo la parifi cazio-ne del contratto rinnovato con quello a tempo indeterminato ai fi ni dell’indennità di fi ne rapporto e un termine minimo di preavviso di 60 giorni per i contratti a tempo determinato di durata superiore ai sei mesi.

D. A seguito della cessazione del rapporto la mandante non solo non mi ha pagato l’indennità per il patto di non concorrenza, ma mi ha addirit-tura chiesto il 50% di tale indennità a titolo di penale perché sostiene che sto lavorando per una azienda con-corrente. Ho letto il mio contratto, ma non prevede nulla del genere.

R. Senza entrare nel merito della veri-dicità o meno della contestazione solleva-ta, corre l’obbligo di segnalare che nel caso in cui il contratto individuale sottoscritto richiami come fonte normativa l’Aec in-dustria del 20/03/2002, questo prevede espressamente all’art. 14 la possibilità di applicare all’agente, in caso di viola-zione, una penale non superiore al 50% dell’indennità allo stesso spettante. Se le parti non hanno diversamente pattuito sul punto, la norma dovrebbe considerar-si applicabile, ma poiché essa introduce una «clausola penale» di cui è determina-to solo il possibile ammontare massimo («...non superiore al 50%...»), riteniamo necessario che perché possa considerarsi operativa, essa debba risultare concorda-ta per iscritto, determinata in concreto nell’ammontare e firmata dall’agente per accettazione. Reputiamo quindi in-fondata la richiesta della ditta laddove la clausola non sia stata oggetto di specifi ca contrattazione e determinazione. Rima-ne ovviamente ferma la possibilità della

mandante di agire per il risarcimento dei danni che la stessa dimostri di aver subito per effetto dell’eventuale inadempimento dell’agente.

D. I prodotti da me promossi sono stati ritirati dal mercato con prov-vedimento dell’autorità perché non conformi alla normativa europea. Due domande: posso essere ritenu-to responsabile per eventuali danni derivanti ai clienti dal prodotto «di-fettoso»; posso io chiedere i danni all’azienda ?

R. Anche l’agente può essere chiamato a rispondere dei danni causati dai pro-dotti difettosi quando si provi che fosse a conoscenza dei vizi o avrebbe potuto conoscerli usando l’ordinaria diligenza. Nel caso di specie l’agente risponderà se era a conoscenza della difformità del prodotto promosso rispetto agli standard previsti dalla normativa europea. Nulla può essergli, invece, imputato laddove il preponente abbia fornito specifi che e/o documentazione falsamente attestanti la regolarità del prodotto commercializ-zato. In quest’ultimo caso, anzi l’agente potrà ben risolvere il contratto per fatto imputabile al preponente con richiesta di risarcimento per i danni causati all’im-magine e alla reputazione professionale dell’agente.

di Luca Orlando

NOMERUB

Un momento della manifestazione in piazza del Campidoglio

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33Martedì 29 Marzo 2011

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONEIL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE

ScuolaIN EDICOLA CONCO CO

Azienda

Lavori in corso al ministero, pronto a fare piazza pulita delle code. Si tornerebbe al 2007

Graduatorie, a rischio tre province230 mila prof in attesa, verso l’aggiornamento in una sola lista

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Il primo summit ufficiale con i sindacati è previsto per oggi. I vertici del mi-nistero dell’istruzione, forti

di un giro di consultazioni con Funzione pubblica e Tesoro e di un parere dell’Avvocatura del-lo stato, dovrebbero sciogliere le ultime riserve e spiegare ai sindacati come intendono ri-solvere il caos dell’inserimento in coda dei docenti precari, di-chiarato incostituzionale della Consulta. Molti precari sono in fibrillazione, attendendosi di poter spendere il punteg-gio aggiornato in tutte e 4 le province, quella di titolarità e le tre aggiuntive, in modo da aumentare le chance di assun-zione. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’ipotesi prevalente non è però questa. Almeno da un punto di vista prettamente giuridico, la soluzione presa in esame dai tecnici del ministe-

ro sarebbe quella di procedere all’aggiornamento delle gra-duatorie permanenti, come del resto prevede la legge dopo che non è passato in sede di Mil-leproroghe il congelamento per un anno. Ma a patto che l’aggiornamento venga fatto in una sola provincia , quella di appartenenza. Salterebbero dunque le altre tre province, quelle nelle quali la normati-va sanzionata dalla Corte co-stituzionale prevedeva l’inserimento in coda. L’operazione sarebbe possibile proprio gra-zie alla Consulta, che ha cancellato l’inserimento a pettine e di con-seguenza, è il ragionamen-to, anche le code. Si tornereb-be così a l l a

disciplina del 2007: una sola provincia. È ancora da chia-rire se possa essere però mo-dificata, in modo da garantire un diritto di mobilità minimo sul territorio. Ipotesi questa che è malvista dalla Lega, che teme il sovvertimento dell’ordine di attesa di molte graduatorie di province del Nord. Il vantaggio tecnico dell’aggiornamento

limitato a una sola lista non è di poco conto per il ministero: adempiere la sentenza della Corte costituzionale muoven-dosi però nell’alveo delle nor-me ad oggi date, che parlano di graduatorie aggiornabili ma blindate, perché ad esauri-mento. E dunque, si può fare il tutto con un decreto ordi-nario, senza dover ricorrere a un provvedi-

mento legislativo che com-porterebbe tempi più lunghi e anche, o forse soprattutto, una verifica della coesione della maggioranza che su temi così spinosi non è per niente certa.

In sede di aggiornamento po-tranno essere fatti valere nuovi servizi e titoli di studio e cultu-rali maturati nel frattempo. Le tabelle di valutazione dovreb-bero essere le stesse dell’ul-

tima tornata biennale. Interessati all’operazione sono potenzialmente tutti e 230 mila docenti iscrit-ti in graduatoria. Anche se con l’aggiornamento di una sola provincia, se que-sta dovesse essere l’ipote-si fi nale, il movimento sul territorio sarebbe comun-que notevole. Alla fi ne, di-cono al viale Trastevere, la scelta più che giudirica si conferma di natura squi-sitamente politica.

©Riproduzione riservata

DI ANTIMO DI GERONIMO

Collezionare incarichi di sup-plenza per anni e anni non dà titolo all’immissione in ruolo. Perché la Costituzione prevede

che le assunzioni a tempo indetermi-nato nella scuola devono avvenire per concorso. E in ogni caso, la normativa italiana che vieta la conversione dei contratti non viola la normativa comu-nitaria. Tanto più che lo ha detto anche la Corte di giustizia europea. Così ha deciso la Corte d’appello di Perugia, con una sentenza depositata l’8 marzo scorso (n.524). La pronuncia si pone in netta controtendenza rispetto all’orien-tamento maggioritario della giurispru-denza di merito di I grado. E rischia di mandare in fumo le speranze di miglia-ia di docenti precari, che avevano spe-rato nella via giudiziaria per ottenere l’immissione in ruolo o almeno un risar-cimento in denaro. L’immissione in ruo-lo per sentenza è avvenuta peraltro in casi sporadici. Per esempio nel caso del Tribunale di Siena (sentenza 699/2009). Il risarcimento, invece, è stato dispo-sto nella stragrande maggioranza delle decisioni fin qui adottate dai giudici di merito. Che hanno escluso la possibilità della conversione dei contratti da tem-po determinato a tempo indeterminato,

ma hanno condanna-to l’amministrazione scolastica a pagare ai ricorrenti le dif-ferenze retributive, tra quanto avrebbero percepito se fossero stati immessi tempe-stivamente in ruolo e quanto hanno real-mente ottenuto per effetto dei contratti a termine. La preva-lente giurisprudenza di I grado ha ritenu-to che il risarcimen-to fosse dovuto a ti-tolo di sanzione per l’amministrazione a causa dell’abuso dei contratti.

Mentre altri giudici hanno ritenuto di adottare tale decisione in applicazione del principio di non discriminazione tra lavoratori precari e di ruolo, contenu-to nella normativa europea. In questo ultimo fi lone si inquadra anche una re-cente sentenza del tribunale di Genova che ha disposto un risarcimento di cir-ca 500mila euro in favore di un gruppo di precari. Si tratta però di pronunce di giudici di primo grado. Unica ecce-zione una sentenza della Corte d’ap-

pello di Brescia ( 87/10). Che però ha semplicemente disposto il pagamento delle mensilità di stipendio estive ad alcuni precari ricorrenti, che avevano lavorato solo fi no al 30 giugno. Finora, dunque, la maggior parte dei giudizi non ha ancora affrontato il vaglio dei successivi gradi del procedimento. E la pronuncia della Corte d’appello di Perugia, quindi, è la prima sentenza di II grado che esamina la questione sotto tutti i suoi aspetti. Non solo sotto il profi lo della normativa comunitaria.

In riferimento alla quale esclude la il-legittimità della mancata previsione della conversione dei contratti in caso di reiterazione degli stessi, citando la stessa giurisprudenza della Corte di giustizia (sentenza 07/09/2006, cau-sa C-180/2004 e sentenza 07/09/2006, causa C-53/2004). Ma anche e soprat-tutto entrando nel merito, analizzan-do la natura della reiterazione dei contratti sotto il profi lo sostanziale e alla luce della normativa interna. Il tutto giungendo alla conclusione che l’amministrazione non commette alcun abuso nel conferire ripetuta-mente supplenze «posto che ciascun contratto è svincolato dai precedenti, non costituendone proroga o prosecu-zione, e talvolta attiene alla coper-tura di posti situati i sedi diverse».

Supplenze che, anche se ripetute, sono legittime dal punto di vista giuridi-co, perché la normativa che esclude la conversione dei contatti è di natu-ra speciale. E quindi essa non è stata abrogata dalle successive disposizioni che sanzionano l’abuso dei contratti a tempo determinato nel settore privato. La normativa speciale, infatti, deroga la normativa generale e prevale su di essa limitatamente agli ambiti specifi ci a cui fa riferimento.

©Riproduzione riservata

NEL CAOS GIURISPRUDENZIALE CI SONO TRIBUNALI CHE HANNO OPTATO PER IL RISARCIMENTO

Gelata sui precari storici: senza concorso non si entraSentenza di appello sovverte le pronunce di primo grado che hanno disposto le assunzioni

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34 Martedì 29 Marzo 2011 A Z I E N DA S C U O L A

Così il Consiglio di stato, in base a una norma che nel frattempo è stata cassata da Calderoli

Precario e al lavoro fino a 70 anniIl limite d’età dei 65 vale solo per l’insegnante di ruolo

DI MARIO D’ADAMO

Si può rimanere preca-ri fino a settant’anni, occupare una posizione in una o più graduato-

rie ed essere assunti di tanto in tanto per insegnare nelle scuole statali di ogni ordine e grado. Un’insegnante preca-ria, infatti, docente di lette-re e latino nei licei e istituti magistrali della provincia di Roma, ha ottenuto dal Con-siglio di Stato la conferma del suo reinserimento nella graduatoria per le supplenze, III fascia, classe di concorso AO51, pur avendo superato i sessantacinque anni d’età. In base a una norma, però, che è stata cancellata dal ministro della semplificazione, Roberto Calderoli. Per chi volesse ora seguire le orme della docente di Roma sarà molto più dif-ficile.

La graduatoria dalla quale era stata depenna-ta dall’amministrazione scolastica era relativa al biennio 2004-2005, e la sentenza del Consiglio di stato è la n. n. 764 del 2011, che ha con-fermato la decisione del Tar del Lazio, sez. III bis, la n. 7346/2005, favorevole

all’insegnante. L’esclusione o il successivo depennamento dal-la graduatoria deriverebbero dal regolamento per il confe-rimento delle supplenze e dai periodici decreti ministeriali che ne dispongono l’aggiorna-mento. Essi stabiliscono che non hanno diritto all’iscrizione coloro i quali compiono entro il 1° settembre dell’anno di rife-rimento i 65 anni. Se li compio-no nel primo anno di vigenza della graduatoria sono depen-nati con decorrenza dall’anno scolastico successivo. Contro

la decisione

del Tar, che aveva già deciso in sede cautelare il reinserimen-to dell’insegnante, il ministero dell’istruzione ha presentato l’appello che ora il Consiglio di stato ha respinto. L’ammi-nistrazione, tra gli argomenti a sostegno della sua tesi, ha anche richiamato le norme in materia di cessazione dal ser-vizio del personale della scuola con contratto di lavoro a tempo indeterminato, che pongono a 65 anni il limite di anzianità anagrafi ca per il colloca-mento a riposo d’uf-ficio (art. 1, primo comma, del decreto del Presidente del-la repubblica del 28 aprile 1998, 351). Se a quest ’età un rapporto di lavoro va ri-solto, non lo si può nem-meno in-staurare, è il ragio-namento

dell’amministrazione. Secondo la ricorrente, invece, e i giudici di Palazzo Spada che le han-no dato ragione, tale disposi-zione regolamentare, proprio perché destinata al persona-le della scuola con contratto a tempo indeterminato, non è anche applicabile al perso-nale docente non di ruolo, nei confronti del quale invece deve essere valorizzato lo specifi co stato giuridico contenuto nella legge 19 marzo 1955, n. 160. L’art. 24 dispone infatti che

«non possono essere confe-riti incarichi e supplenze a professori che nell’an-no scolastico precedente abbiano compiuto il 70° anno di età». Dunque li possono ottenere anche dopo aver compiuto i 65

anni com’era il caso della ricorrente.

Il Consiglio di stato ha così c o n f e r m a t o l’annullamen-to dei provve-dimenti ammi-nistrativi che decretavano il mancato inse-rimento dell’in-segnante ma, quanto al rego-

lamento per le

supplenze, ha anche conferma-to che non sussiste la neces-sità di annullarlo, nemmeno nella parte in cui stabilisce il limite dei 65 anni per accedere ad incarichi di insegnamento a tempo determinato, in quanto esso deve essere interpretato nel senso dell’inesistenza di tale limite.

Per dovere di cronaca, oc-corre ricordare che nel frat-tempo, imbracciato il lancia-fiamme, Roberto Calderoli, ministro senza portafogli per la semplifi cazione normativa, ha abrogato la legge 160/1955, che ora non si può più far va-lere (provvedimento n. 70136 in allegato al decreto legi-slativo 13 dicembre 2010, n. 212). Niente paura, tuttavia: chi voglia contestare il limite dei 65 anni può ancora appel-larsi alla seconda legge Bassa-nini, che ha abrogato i limiti di età per la partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni (art. 3, sesto comma, della legge 15 maggio 1997, n. 127).

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mettere tassello: altria rtiocli a .../scuola+pensioni

DI CARLO FORTE

I docenti e i non docenti che si assenteranno per malattia dovranno continuare ad informare tempestivamente la scuola dell’assenza. E do-vranno anche comunicare l’indirizzo di repe-

ribilità, se diverso dalla residenza o dal domicilio abituale, sia alla scuola, che al medico curante all’atto della visi-ta. Così da consentire alla scuola di disporre la visita fi scale. Che secondo le nuove disposizioni impartite con il decreto 206/2009, può essere effettua-ta dalla 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 di ogni giorno, compresa la domenica. È questo uno dei chiarimenti contenu-ti nella circolare n. 4 emanata dal ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, il 18 marzo scorso. La Fun-zione pubblica ha ricorda-to che i certifi cati sanitari non dovranno essere più presentati in formato car-taceo, salvo nel caso in cui il medico sia impos-sibilitato a provvedere alla trasmissione del documento per via tele-matica. Solo in quest’ul-timo caso sarà lo stesso dipendente a provvedere al deposito del certifi cato, che sarà rilasciato in for-

mato cartaceo dal medico curante, come avveniva prima dell’informatizzazione della procedura. In tutti gli altri casi, sarà il medico a provvedere alla trasmissione.

Il dipendente, però, potrà chiedere al medico il numero di protocollo dell’operazione e, se del caso, anche una copia cartacea del certifi cato. In ogni caso, tramite il sito web dell’Inps, il dipendente interes-sato potrà estrarre direttamente da internet la

copia del certifi cato, inserendo il proprio codice fi scale e il numero di protocollo del certifi cato fornitogli dal medico. Inoltre, registrandosi preventivamente al sito dell’Inps, il lavoratore

potrà prendere visione di tutti i propri certifi ca-ti e relativi attestati di malattia, ovvero

chiederne l’invio automatico alla propria casella di posta elettroni-ca certifi cata.

Anche le scuole, se lo riterran-no, potranno estrarre dal sito web dell’istituto nazionale per la previdenza sociale le atte-stazioni di malattia relative ai certifi cati ricevuti, seguendo due modalità. In primo luogo mediante l’accesso diretto al sistema Inps tramite apposite credenziali oppure mediante invio alla casella di posta elet-tronica certificata indicata dalla scuola, come descritto

nella circolare 7 settembre 2010, n. 119, sempre dell’Inps.

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Le ultime direttive per le visite fiscali in caso di malattia

Per i controlli mediciva dato l’indirizzo esatto

DI CARLO FORTE

Le raccomandate di carta diventano elettroniche. Il ministero dell’istruzione ha avviato il processo di attribuzione di una ca-sella di posta elettronica certificata (Pec) a tutte le scuole sta-tali che sono sedi di dirigente scolastico. Ed ha già inviato alle scuole le prime disposizioni (per posta elettronica) il 13 marzo scorso. Alle quali ha fatto seguito una nota ufficiale emanata il 18 marzo scorso (prot.1498). L’amministrazione centrale ha dato in appalto il servizio ad un unico gestore per dare unità al servizio. Che assegnerà una casella ad ogni istituzione scola-stica, il cui indirizzo inizierà con il codice meccanografico della scuola e terminerà con la dicitura: @pec.istruzione.it. La posta elettronica certificata potrà essere utilizzata sia per inviare co-municazioni che per riceverle. A patto, però, che il destinatario che il trasmittente siano dotati al loro volta di un indirizzo Pec. In questo caso, l’invio e la ricezione delle eventuali comunicazioni avrà lo stesso effetto legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno di tipo cartaceo. Perché il gestore rilascerà una rice-vuta in formato informatico ad esito della e-mail. E nel caso in cui la comunicazione non dovesse giungere a destinazione o il ricevente non dovesse scaricarla, il gestore invierà un avviso di mancata ricezione. L’amministrazione ha spiegato ai dirigenti scolastici che le scuole hanno l’obbligo di attivare la casella di posta elettronica certificata, tutte con lo stesso gestore indicato dal ministero. Ma i cittadini potranno comunque inviare le loro comunicazioni scegliendo un gestore qualsiasi. Purché ricono-sciuto. Il ministero si farà carico anche di gestire, almeno nella fase iniziale, le interazioni con l’indice delle pubbliche ammini-strazioni (Ipa). Che rappresenta l’indirizzario generale di tutta la pubblica amministrazione a cui le singole amministrazioni, incluse le istituzioni scolastiche, sono tenute ad iscriversi al fine di poter essere raggiunte via Pec. La gestione unificata di queste informazioni consentirà, in tempi ragionevolmente brevi, di pub-blicare i dati di tutte le scuole secondo uno standard comune che ne faciliti l’individuazione da parte di chiunque voglia contattare la scuola via Pec, e di semplificarne le operazioni periodiche di aggiornamento.

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Raccomandate via pecNella scuola standard comuni

Renato Brunetta

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/scuola+pensioni

Mariastella Gelmini e

Roberto Calderoli

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35Martedì 29 Marzo 2011Martedì A Z I E N DA S C U O L A

Non c’è stata nessuna proroga della misura che consentiva di risparmiare i no a 95 euro

Saltano le detrazioni per i profNiente più agevolazioni per le spese di aggiornamento

DI CARLO FORTE

Le spese di aggiornamen-to e formazione sostenu-te dai docenti nel 2010 non sono più detraibili.

La Finanziaria del 2010, in-fatti, non ha confermato la possibilità della detrazione in-trodotta dall’articolo 1, comma 207, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per i redditi del 2008. E successivamente este-sa anche ai redditi del 2009 dall’art. 2, comma 5 della legge 203/2008. E non ci ha pensa-toia prorogarle neanche il de-creto Milleproroghe. Le spese sostenute dai docenti per l’ag-giornamento nel 2010 dunque non potranno essere scaricate dalle tasse. Una realtà con la quale i prof faranno a breve i conti, in vista delle imminen-ti dichiarazioni dei redditi. Si trattava, peraltro, di un bene-ficio di importo molto modesto. Cioè una detrazione del 19% dall’imposta sul reddito delle persone fisiche, fino a capien-za dell’imposta lorda, a vale-re sulle spese fino a 500 euro, sostenute ed effettivamente rimaste a carico, per l’autoag-giornamento e la formazione. Insomma, nella migliore delle ipotesi, non più di 95 euro. Ma in tempi di magra e, soprattut-

to, con il blocco dei contratti e l’inflazione che si mangia il potere di acquisto dei salari, si traduce comunque in un ulte-riore indebolimento del potere di spesa dei docenti della scuo-la statale. Che si abbatte so-prattutto sugli insegnanti più volenterosi e motivati, ovvero coloro che spendono almeno 500 euro l’anno (un terzo di uno stipendio netto medio di un mese) in libri, riviste, sof-tware didattici, corsi di aggior-namento e seminari. L’elenco, peraltro, è tassativo, in quan-

to contenuto n e l l a c i r -colare 18/E e m a n a t a dall’agenzia delle entrate guidata da Attilio Be-fara. il 29 aprile 2009, per spiega-re ai contri-buenti inte-ressati come fruire del be-neficio. Non di meno,

il numero dei docenti che han-no provveduto diligentemente al proprio aggiornamento con questo genere di strumenti è stato talmente alto da indur-re il ministero dell’economia a chiudere i rubinetti. E quin-

di a cancellare anche questo piccolo incen-tivo. Peraltro in un partico-lare momento storico dove il

legislatore ipotizza con f requenza quasi quoti-diana l’intro-duzione di

meccanismi per premiare il merito. Ma fra il dire e il fare c’è di

m e z z o il mare. S o -p r a t -t u t t o quando il fare impli -ca l’im-

pegno di soldi pubblici.

Un’altra detra-zione cancellata dal

legislatore è quella prevista fino all’anno scorso per l’ab-bonamento ai mezzi pubblici. Che comporterà inevitabil-mente un ulteriore aggravio dei costi degli spostamenti di chi utilizza treni e autobus per raggiungere il posto di lavoro. Restano ferme invece le detrazioni per le spese per l’attività sportiva dei figli e per gli interessi sul mutuo della casa. Il termine per la presentazione della dichiara-zione dei redditi è stato fissato al 2 maggio prossimo, se la si presenta a scuola. Mentre il 31 maggio prossimo è la data ultima per la consegna, se il deposito avviene presso un centro di assistenza fiscale o un professionista. In entrambi i casi bisogna compilare anche il modello 730-1, che serve ad indicare la destinazione dell’8 per mille dell’Irpef alla chiesa cattolica, o ad altre confessioni o in alternativa allo stato, e il 5 per mille ad altre organiz-zazioni umanitarie o ad enti di ricerca.

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DI MARIO D’ADAMO

Il Consiglio di stato annulla la sen-tenza del Tar Lazio n. 3291/2010 che aveva respinto i ricorsi contro il piano programmatico Brunetta-

Gelmini-Tremonti per la razionalizza-zione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico, in soldoni i tagli agli organici e ai fi-nanziamenti. Sembrerebbe una buo-na notizia per i ricorrenti, in realtà è pessima: il Consiglio di stato ha sì annullato la sentenza del Tar ma solo perché i ricorrenti, il 126° circolo didat-tico di Roma e il Cidi, Centro di inizia-tiva democratica degli insegnanti, non avevano titolo per ricorrere. Palazzo Spada impallina giudici di primo grado e ricorrenti e salva il trio e il suo piano (sentenza n. 1540/2011). Il quale era stato adottato a seguito dell’entrata in vigore del decreto legge n. 112/2008, convertito con modificazioni dalla leg-ge n. 133/2008, ed era stato realizzato attraverso gli annuali decreti relativi agli organici, il decreto sulla riorga-nizzazione della rete scolastica e la revisione degli ordinamenti scolastici del primo ciclo (decreti del Presidente della repubblica nn. 81 e 89 del 2009). Tutti provvedimenti di cui i ricorrenti in primo grado davanti al Tar del Lazio avevano chiesto l’annullamento e che il Tar aveva invece mantenuto in vita, respingendo i ricorsi sostenuti anche dalla Lega delle autonomie locali e da

alcuni comuni, tra cui quelli di Genova, Cogoleto, Ovada, La Spezia, Camogli e Sestri Levante, la provincia di Campo-basso e un sindacato, l’Anief.

Il punto in discussione, a proposito dei provvedimenti di cui si richiedeva l’annullamento, era che essi sarebbero stati adottati secondo procedure dele-gificate e dichiarate incostituzionali dalla Consulta con sentenza n. 200 del 2009.

Il Tar del Lazio, tra gli altri argo-menti assunti per respingere il ricorso, aveva ritenuto invece che il piano pro-grammatico non violava alcuna norma

costituziona-le, poiché de-finiva sem-plicemente le linee ge-nerali di in-dirizzo, che la Costituzione riserva allo Stato e che erano già presenti nella legge n. 133/2008, linee alle quali le singole re-gioni si sarebbero poi dovute attenere nella elaborazione dei rispettivi piani. Il fatto che i ricorsi sia del Cidi che del 126° circolo didattico di Roma siano stati presentati non già per tutelare

un interesse concreto, immediato e at-tuale, leso dalle disposizioni contesta-te, ma per censurare il procedimento normativo seguito e giudicato illegale, è utilizzato dal Consiglio di stato per dichiarare inammissibile il ricorso presentato in primo grado e annullare senza rinvio la sentenza dei giudici del Tar. Che avrebbero perso il loro tempo ad argomentare su questioni sulle qua-li i ricorrenti non disponevano della necessaria legittimazione giuridica. Quanto al Cidi, che come associazio-

ne di categoria avrebbe avuto titolo a ricorrere se avesse individuato un reale interesse da difendere, il Consiglio di stato ha affermato che resta preclusa ai sog-getti collettivi la tutela giudiziale della astratta legalità dell’azione am-ministrativa, la difesa dell’ordinamento viola-to essendo semmai un compito della politica.

E quanto al 126° cir-colo di Roma, facendo parte di quella stessa amministrazione che ha adot-tato i provvedimenti, non poteva agire sia per le ragioni contestate al Cidi sia per l’ovvia considerazione che un’am-ministrazione non può agire contro se stessa.

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LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE NON POSSONO AGIRE CONTRO L’AMMINISTRAZIONE

I tagli agli organici made in Gelmini salvati da Palazzo SpadaAnnullata la sentenza del Tar che aveva respinto i ricorsi: le scuole non erano legittimate a farli

Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI

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i ll St t l di R

I magistrati hanno affermato che resta preclusa ai soggetti collettivi la tutela

giudiziale «della astratta legalità dell’azione

amministrativa» essendo semmai questo

un compito della politica

Consiglio di stato

Attilio Befera

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Page 30: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

36 Martedì 29 Marzo 2011 A Z I E N DA S C U O L A

Dal Tar del Lazio un vademecum per visionare e ottenere copia dei certii cati amministrativi

Atti scolastici dall’accesso vietatoI documenti disponibili non possono essere sempre rilasciati

DI ANTIMO DI GERONIMO

L’a m m i n i s t r a z i o n e scolastica può nega-re l’accesso agli atti amministrativi che

possiede in mera disponibili-tà. Perchè non basta averli a disposizione per far insorgere il diritto di accesso. Ma non può sottrarsi all’obbligo di ga-rantire l’accesso in riferimento agli atti da essa stessa forma-ti o che detenga stabilmente. È quanto si evince da una sen-tenza emessa dalla terza sezio-ne del Tar del Lazio, deposita-ta il 15 marzo scorso (2353). I giudici amministrativi hanno indicato la giusta interpreta-zione del comma 2 dell’art. 25 della legge 241/90: la disposizio-ne che regola l’accesso agli atti amministrativi. E ha distinto 3 ipotesi. La prima è che l’am-ministrazione abbia formato l’atto. È il caso, per esempio, delle graduatorie per l’assun-zione dei docenti precari. La seconda è che l’amministrazio-ne scolastica non abbia forma-to materialmente l’atto, ma lo detenga stabilmente. Si pensi, per esempio, ai pareri trasmes-

si dall’Avvocatura dello stato in riferimento a procedimenti in cui la decisione da adottare sia particolarmente complessa. Op-pure ai pareri che l’Avvocatura trasmette alle scuole quando, in sede di contenzioso, decida di non costituirsi. In ciò invitan-do l’amministrazione citata in giudizio ad accogliere in auto-tutela le richieste dei ricorren-ti. Infine, vi è poi l’ipotesi del-la mera disponibilità dell’atto amministrativo. Per esempio: la trasmissione della copia di un provvedimento emesso da un altro ufficio scolastico effettua-ta da un dipendente a conforto di un’istanza. In quest’ultimo caso, a differenza degli altri due, l’amministrazione può negare l’accesso, perché non rientra tra le ipotesi tassative previste dalla legge ai fini dell’accesso. La sentenza è utile alle scuole anche e soprattutto per chiari-re come debbano comportarsi in pendenza di controversie. Si pensi per esempio alle richie-ste di accesso inoltrate da di-pendenti nei confronti dei quali sia stata inflitta una sanzione disciplinare in pendenza di giudizio. Oppure alle richieste

di accesso ai documenti riguar-danti le domande di mobilità. Nel primo caso, le scuole sono tenute a consentire l’accesso anche ai documenti eventual-mente trasmessi dall’ufficio scolastico in riferimento alla controversia. E tale obbligo comprende anche gli even-tuali pareri dell’Avvocatura. Nel secondo caso, le scuole pos-sono negare l’accesso riman-dando alla documentazione trasmessa all’uffi cio scolastico. Intendendo per tale la cessio-ne del possesso dei documenti. Il Tar del Lazio ha ribadito inol-tre, che per individuare l’ammi-nistrazione obbligata all’esibi-zione dei documenti richiesti ai sensi dell’articolo 25 della legge 7 agosto 1990, n. 241, si possono applicare due criteri. Prima di tutto quello della formazione del documento, che resta quello principale e generale. E poi quello della detenzione dello stesso, che assume un rilievo secondario e sussidiario. Pertanto l’am-ministrazione a cui richiedere l’atto (o da convenire in giudizio in caso di diniego) di norma è quella che lo ha confezionato.

E solo nell’ipotesi di successiva trasmissione della detenzione dello stesso a quella che lo de-tiene stabilmente, l’istanza di accesso può essere legittima-mente rivolta a quest’ultima. In altri termini, ha spiegato il collegio: «La disponibilità materiale del documento non costituisce criterio generale di individuazione dell’ammini-strazione obbligata a pronun-ciare sull’istanza di accesso, ma assume rilevanza a detto

fine esclusivamente nel caso in cui sia comprovata una concorrenza dei due criteri». In sintesi: oltre a disporne, l’amministrazione deve averlo formato oppure deve detenerlo stabilmente.

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DI MARIO D’ADAMO

Permessi giornalieri raddoppiati per l’assi-stenza dei disabili. E per gli insegnanti il riposo giornaliero è di due ore. Continua l’opera della magistratura ordinaria e di

quella costituzionale per razionalizzare e dare coe-renza al nostro sistema di welfare. È adesso la volta della Cassazione, sezione lavoro, che interviene in materia di assistenza alle persone con disabilità contemporaneamente al legislatore, la cui opera, guidata quasi unicamente dal criterio del rispar-mio della spesa pubblica, è più spesso orientata a restringere l’area dei diritti e la platea dei relativi fruitori. La Corte di Cassazione, infatti, annullan-do senza rinvio la decisione della Corte d’appello, sezione lavoro, di Brescia, n. 7/2006, ha appena ac-colto il ricorso di un padre lavoratore che, avendo due gemelli riconosciuti portatori di handicap in situazione di gravità e minori di tre anni, chiedeva il riconoscimento del diritto di utilizzare in misu-ra doppia i permessi orari giornalieri (sentenza n. 4623/2011). I quali permessi giornalieri di due ore sono già riconosciuti dall’art. 33, secondo comma, della legge 104/1992 per l’assistenza di bambini in situazione di gravità fi no al compimento del terzo anno di età e in alternativa al prolungamento del periodo di congedo parentale.

Ma la norma non prende in considerazione il caso in cui i portatori di handicap da assistere sono più d’uno. C’è solo l’art. 41 del decreto legislativo n. 151/2001, testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, che prevede, in caso di parto plu-rimo, la possibilità di raddoppiare i riposi di due ore giornaliere entro il primo anno di vita per le esigenze della nutrizione. Ma si tratta di una mi-sura non sovrapponibile all’altra. Se, tuttavia, tale

misura, è il ragionamento della Cassazione, non venisse estesa con un atto interpretativo costitu-zionalmente orientato anche al caso dei genitori con due o più fi gli minori portatori di handicap, si determinerebbe un’irragionevole disparità di trattamento tra genitori di due bambini senza handicap, che fruirebbero di quattro ore al giorno, mentre a quelli di due bambini con handicap ne spetterebbero solo due. Perché destinatario dell’age-volazione è il bambino portatore di handicap, onde evitare che resti privo di assistenza, e se i bambini sono due l’agevolazione va raddoppiata, mentre il riconoscimento del diritto a favore del lavoratore è in funzione del diritto del soggetto svantaggia-to di ricevere adeguata assistenza. E ciò anche se l’attività lavorativa residua che il lavoratore è poi tenuto a prestare diventa inutile per l’azienda o la struttura amministrativa.

Tra i tanti interessi in gioco ed esigenze da va-lutare, compresa quella del datore di lavoro, deve prevalere quella dell’assistenza del minore.

Quanto alla durata del riposo giornaliero che è di un’ora quando l’orario giornaliero di lavoro è inferiore a sei ore o di due quando l’orario è di sei ore o più (art. 39, primo comma, del testo unico n. 151/2001), si tratta, afferma infi ne la Cassazio-ne, di una norma riferita esclusivamente ai riposi giornalieri della madre durante il primo anno di vita del bambino (non portatore di disabilità) ed è una norma evidentemente incompatibile con la ne-cessità dell’assistenza continuativa richiesta dalla presenza di bambini con handicap in situazione di gravità. Che è quanto dire, contrariamente a quanto fi n qui praticato nelle scuole, che anche agli inse-gnanti, che hanno un orario di lavoro giornaliero inferiore a sei ore, spettano le due ore di assistenza per i fi gli portatori di handicap.

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La Cassazione riconosce più permessi al padre di due ragazzi

Possibile raddoppiare le ore dell’assistenza

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&EiNTEk S.p.A.

Sede Legale: Ivrea (TO), Via Camillo Olivetti, 8capitale sociale: € 35.389.362,84 i.v.

Numero iscrizione al Registro Imprese Torino – C.F.e Partita I.V.A. 00470590019

Avviso di offerta in opzione ai sensi dell’art. 2437-quater, comma 2,cod. civ. pubblicato ai sensi dell’art. 84 del Regolamento Consob

n. 11971/1999 e successive modifiche

In relazione alla fusione per incorporazione (la “#;9165-”) di IntekCapital S.p.A. con socio unico inIntek S.p.A. (“$5:-2”, l’”$5+68768*5:-” o anche la “)6+1-:>”) si comunica quanto segue.

'8-4-996 +0-

(i) in dipendenza della Fusione e con decorrenza dalla data di efficacia della stessa, l’Incorporantemodificherà il proprio oggetto sociale; pertanto, è sorto in favore degli azionisti ordinari e dirisparmio di Intek che non hanno concorso all’approvazione della Fusione il diritto di recesso aisensi dell’art. 2437, comma 1, lett. a), cod. civ. (il “"181::6 ,1 (-+-996”);

(ii) l’efficacia della Fusione, e così la stipulazione dell’atto di Fusione, sono subordinate, tra l’altro,alla condizione che il Diritto di Recesso da parte degli azionisti di Intek non sia esercitato daglistessi per una percentuale del capitale sociale complessivo superiore al 15%; poiché il Diritto diRecesso è stato esercitato per complessive n. 9.516.554 azioni Intek, pari al 6,99% del capitalesociale complessivo (congiuntamente le “!<1651”), di cui n. 9.494.900 azioni ordinarie (le “!<1651&8,15*81-”) e n. 21.654 azioni di risparmio (le “!<1651 ,1 (197*8416”), pari rispettivamente al7,28% ed al 0,38% del capitale sociale di categoria, si dà atto che detta condizione si è verificata;

(iii) tenuto conto che l’evento previsto dall’art. 2437, comma 1, lett. a), c.c. si verificherà solo in casodi perfezionamento della Fusione, l’efficacia del recesso è comunque subordinata all’efficaciadella Fusione; pertanto, gli azionisti di Intek che hanno esercitato il Diritto di Recesso riceverannoil pagamento del valore di liquidazione delle Azioni con valuta alla data di efficacia della Fusionee subordinatamente all’efficacia della Fusione;

:;::6 +1? 78-4-996

le Azioni sono offerte in opzione (l’”&..-8:* 15 &7<165-”) agli azionisti di Intek ai sensi dell’art. 2437-*.$-'+ cod. civ., ai termini e alle condizioni di seguito riportati.

&..-8:* 15 &7<165-Le Azioni sono offerte agli azionisti di Intek diversi da coloro che abbiano esercitato il Diritto diRecesso (gli “!3:81 !<16519:1”), ai sensi dell’art. 2437-*.$-'+ cod. civ., in proporzione al numero diazioni dagli stessi possedute, ad un prezzo di offerta (come sotto precisato) corrispondente al valoreunitario di liquidazione delle Azioni determinato in conformità al disposto dell’art. 2437--'+, comma3, cod. civ.

Si precisa che per “Altri Azionisti” si intendono gli azionisti titolari di azioni della medesima categoriadi quelle per le quali è stato esercitato il Diritto di Recesso. Pertanto:

- le n. 9.494.900 Azioni Ordinarie sono offerte agli Altri Azionisti titolari di azioni ordinarie nelrapporto di n. 1 Azione Ordinaria ogni n. 12,7358536688 azioni ordinarie Intek possedute, a paritàdi condizioni, al prezzo unitario di Euro 0,4225;

- le n. 21.654 Azioni di Risparmio sono offerte agli Altri Azionisti titolari di azioni di risparmio nelrapporto di n. 1 Azione di Risparmio ogni n. 261,878775284 azioni di risparmio Intek possedute,a parità di condizioni, al prezzo unitario di Euro 0,6983.

I diritti di acquisto in opzione relativi alle Azioni (le “&7<1651”) non saranno negoziabili sul MercatoTelematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A.

Le Azioni oggetto dell’Offerta in Opzione e le Opzioni non sono state e non saranno registrate negliStati Uniti d’America ai sensi dell’#)(-'& "-$-', "'%.+(-(', !%- del 1933, e non potranno essere offerteo vendute negli Stati Uniti d’America in assenza di un’esenzione. Le Azioni oggetto dell’Offerta inOpzione e le Opzioni non sono state e non potranno essere offerte o vendute nemmeno negli altri paesinei quali l’Offerta in Opzione non sia consentita in assenza di una specifica autorizzazione inconformità alla normativa applicabile, ovvero in deroga alla stessa.

'-816,6 ,-33@&..-8:* 15 &7<165-Le Opzioni dovranno essere esercitate, a pena di decadenza, a partire dal 30 marzo 2011 al 28 aprile2011 (estremi inclusi).

%6,*31:> ,1 *,-9165-L’acquisto delle Azioni mediante l’esercizio delle Opzioni dovrà avvenire, tramite gli intermediariautorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata Monte Titoli S.p.A., mediante sottoscrizione diun modulo di adesione predisposto in coerenza con il facsimile disponibile presso la sede legale di IntekS.p.A. (in Ivrea (TO), Via Camillo Olivetti n. 8), presso gli Uffici Amministrativi in Milano, ForoBuonaparte, 44 e sul sito internet www.itk.it (il “%6,;36 ,1 !,-9165-”) e previo accertamento, da partedei medesimi intermediari, della legittimazione dell’aderente all’acquisto delle Azioni (mediantel’esercizio delle Opzioni ed eventualmente del Diritto di Prelazione, come di seguito definito).

"181::6 ,1 '8-3*<165-Gli Altri Azionisti che eserciteranno le Opzioni, purché ne facciano contestuale richiesta nel Modulodi Adesione, avranno diritto di prelazione nell’acquisto, al prezzo di offerta, delle Azioni dellamedesima categoria che siano rimaste inoptate all’esito dell’Offerta in Opzione (il “"181::6 ,1'8-3*<165-”). Nell’apposita sezione del Modulo di Adesione dovrà essere indicato l’ammontaremassimo di Azioni per le quali si intende esercitare il Diritto di Prelazione.

Qualora il numero delle Azioni richiesto in prelazione sia superiore al quantitativo di Azioni rimasteinoptate all’esito dell’Offerta in Opzione, si procederà al riparto tra tutti i richiedenti in proporzioneal numero di azioni possedute; qualora residuassero Azioni dopo l’assegnazione sulla base delquoziente pieno, le Azioni residue verranno assegnate col criterio del maggior resto.

(19;3:*:1 ,-33@&..-8:* 15 &7<165- - ,-33@*99-/5*<165-Intek provvederà a comunicare i risultati dell’Offerta in Opzione (anche alla luce, se del caso,dell’esercizio del Diritto di Prelazione) mediante pubblicazione di un avviso sul quotidiano “ItaliaOggi”. La comunicazione di avvenuta assegnazione delle Azioni verrà effettuata alla rispettivaclientela dagli intermediari autorizzati secondo le rispettive tempistiche e procedure interne.

%6,*31:> - :-84151 ,1 7*/*4-5:6 - ,1 :8*9.-814-5:6 ,-33- !<1651Il pagamento ed il trasferimento delle Azioni acquistate nell’ambito dell’Offerta in Opzione (mediantel’esercizio delle Opzioni ed eventualmente del Diritto di Prelazione) saranno effettuati con valuta alladata di efficacia della Fusione, e subordinatamente all’efficacia della Fusione, per il tramite dell’in-termediario presso il quale è stato presentato il Modulo di Adesione. La data del pagamento e deltrasferimento delle Azioni sarà tempestivamente comunicata da Intek mediante pubblicazione di unavviso sul quotidiano “Italia Oggi”.

29 marzo 2011

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/accesso+scuola

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37Martedì 29 Marzo 2011

L’ESPERTO RISPONDE/Tensioni in una scuola per la minaccia di misure disciplinari

Il preside ha la sospensione facileMa ha bisogno della colpa graveUn lettore chiede conto degli estremi per applicare le sanzioni

Al soprannumerario conviene la domanda condizionata

Entro di ruolo a settembre 2007,e, dopo l’anno di prova, mi viene assegnata la cattedra su sede defi nitiva. L’anno successivo vengo dichiarata soprannumera-ria e trasferita ad altro comune, da dove vengo trasferita presso la sede di ex titolarità a settembre quest’anno. In base ai calcoli sul-le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, dovrei ridiventare so-prannumeraria (sono penultima in graduatoria ma l’ultima arri-vata).Vorrei sapere come funzio-na la questione della titolarità e che vantaggi ne ricaverei. Vorrei anche sapere se mi conviene presentare subito la domanda di trasferimento o attendere di diventare soprannumeraria.

Valeria Montrone Adelfia (BA)

Il soprannumerario che viene trasferito d’uffi cio non mantie-ne la titolarità della sede dalla quale viene trasferito , ma solo la precedenza a ritornarvi qualora nei successivi 7 anni (dall’anno prossimo diventeranno 8) si do-vesse riformare la cattedra nella sede di precedente titolarità.Tal-volta la contrazione di classi vie-ne compensata con la costituzione di una cattedra orario esterna, formata dallo spezzone residuo più altro spezzone in altra scuola anche di altro comune.

Il vantaggio di tale soluzione consiste nel fatto che il titolare della cattedra orario esterna mantiene il diritto ad essere ri-assorbito d’uffi cio con preceden-za, qualora negli anni successivi dovesse riformarsi una cattedra interna nella sede di attuale ti-tolarità. Quanto all’opportunità

di presentare la domanda subito oppure di attendere di diventare soprannumerari, è ragionevole ritenere che sia conveniente pre-sentare l’istanza solo dopo la de-claratoria di soprannumerarietà. Tale stato consente all’interes-sato di presentare la cosiddetta domanda condizionata: permet-te di conservare il punteggio di continuità attualmente matura-to e di vederlo crescere di anno in anno (a patto che ogni anno si presenti la domanda per ritor-nare nella sede e di ex titolarità indicandola come prima prefe-renza). E in più di conservare la

precedenza per il rientro nella sede.

Antimo Di Geronimo

Il registro di classe fa fede per le assenze

Se vi sono incongruenze sul-le assenze degli alunni in una materia, prevale il registro di classe o quello del professore?

Mario Adamo Napoli

Prevale il registro di classe. Tale registro, infatti, a differenza del registro del professore ( che è un mero promemoria) costituisce atto pubblico anche ai fi ni del-la legge penale. Tanto si evince dalla giurisprudenza della Corte di cassazione secondo la quale il registro di classe costituisce atto pubblico in quanto:«Dotazione obbligatoria di ciascuna classe, sia per le scuole statali che per quelle legalmente riconosciute o pareggiate, è destinato a for-nire la prova di fatti giuridica-mente rilevanti perché attinenti alla vita scolastica secondo la normativa in materia, quali le presenze, i compiti assegnati, le lezioni impartite, i compiti pre-scritti, le interrogazioni effettua-te, gli atti di indisciplina degli alunni.(Cassazione penale, n. 13157/90 ed altre)».

Carlo Forte

Congedo biennale senza convivenza

Vorrei un chiarimento in me-rito ad un requisito necessario per poter usufruire del congedo biennale retribuito(art. 45, c.5 della legge 151/2001) alla luce delle modifi che apportate alla legge 53/2000. Credo di aver capito che la convivenza non è più richiesta. Durante il predet-to congedo si matura il diritto alle ferie?

Amedeo GilottiMatera

La convivenza non è più ri-chiesta per fruire dei benefi ci di cui all’art. 33 della legge 104/92. Continua ad esserla per i benefi ci di cui all’art. 42, c. 5 della legge 151/2001. Per quan-to riguarda le ferie, è in vigore quanto precisato dal MIUR con la nota prot. 8270 del 16 giugno 2009 e cioè che il congedo ex art. 42, c. 5 della legge 151/2001 in-cide negativamente sulla matu-razione del diritto alle ferie.

Tuttavia, l’ultimo periodo del predetto art. 42, c.5 dispone che i soggetti che fruiscono dei per-messi di cui al presente comma per un periodo continuativo infe-riore a sei mesi hanno diritto ad usufruire di permessi non retri-buiti in misura pari al numero dei giorni di congedo ordinario (ferie) che avrebbero maturato nello stesso arco lavorativo, sen-za riconoscimento del diritto a contribuzione fi gurativa.

Franco Bastianini

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I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:

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scolastico minaccia sospensioni disci-plinari a tutto spiano e nella scuola si è innescato un clima di forte tensione anche nei rapporti individuali. Vorrem-mo sapere quali sono le sanzioni disci-plinari applicabili ai docenti e i relativi presupposti.

Lettera fi rmata

Le sanzioni disciplinari applicabili al perso-nale docente sono in ordine di affl ittività: l’av-vertimento scritto, la censura, la sospensione fi no ad un mese ( entro i 10 giorni è irrogabile dal dirigente scolastico) , la sospensione fi no a 4 mesi e la destituzione. Il presupposto della sanzione è il comportamento antidoveroso. In ultima analisi: l’inadempimento contrattuale.

Il grado di affl ittività della sanzione è diretta-mente proporzionale all’entità dell’inadempi-mento. Il tutto con la eventuale aggravante della recidiva ( la ripetizione dello stesso comporta-mento antidoveroso). L’avvertimento scritto e la censura si applicano nel caso di colpa lieve. E non sono propriamente affl ittive perché non comportano danni economici. Le altre sanzioni, invece, previo accertamento della colpa gra-ve o del dolo. La colpa grave è l’effetto di un comportamento imprudente, negligente, oppure derivante da imperizia, che resista alle obie-zioni. Per resistere alle obiezioni è necessario che il comportamento antidoveroso sia del tutto privo di esimenti e che non derivi dal concorso di circostanze ascrivibili a caso fortuito o forza maggiore. Il dolo, invece, è l’effetto di un com-portamento intenzionale.

Antimo Di Geronimo

Martedì 29 Marzo 20

n una scuola per la minaccia di misure disciplina

L E T T E R E

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Page 32: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

> CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA <I Signori azionisti sono convocati in Assemblea Straordinaria e Ordinaria per il giorno 28 aprile 2011 alle ore 10.30, in prima convocazione, in Trieste, presso la Sala Convegni della Ca-mera di Commercio, sita in Piazza della Borsa 14, ed, occorrendo, in seconda convocazione, per il giorno 29 aprile 2011, stessi ora e luogo, per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNOParte straordinariaProposta di adeguamento dello Statuto sociale e di modifica degli articoli 5, 11, 12, 13, 16, 20, 21, 24 (nuovo articolo 25) e 26 (nuovo articolo 27) e introduzione del nuovo articolo 22, con conseguente rinumerazione degli articoli successivi dello Statuto sociale, anche in applicazione delle disposizioni del D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 27 in materia di esercizio dei diritti degli azionisti di società quotate, nonché della Delibera Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, e successive modifiche ed integrazioni, in materia di Operazioni con Parti Correlate - Deliberazioni inerenti e conseguenti.

Parte ordinaria1) Proposta di approvazione del Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2010 - Relazione degli Amministratori sulla Gestione, del Collegio Sindacale e della Società di Revisione - Destina-

zione dell’utile di esercizio e distribuzione del dividendo - Deliberazioni inerenti e conseguenti - Presentazione del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2010.2) Determinazioni inerenti i compensi del Comitato esecutivo - Ratifica della deliberazione del Consiglio di Amministrazione di data 22 giugno 2010 - Deliberazioni conseguenti;3) Determinazioni inerenti l’emolumento del Presidente e dei componenti del Collegio Sindacale relativamente agli esercizi 2011 e 2012 a seguito dell’entrata in vigore del DM

169/2010 in materia di nuova tariffa professionale dei dottori commercialisti - Deliberazioni conseguenti; 4) Proposta di autorizzazione all’acquisto ed alla disposizione di azioni proprie ai sensi degli artt. 2357, 2357-ter Codice civile e 132 del D.Lgs. n.58/98 - Deliberazioni inerenti e conseguenti;5) Proposta di conferimento dell’incarico di revisione legale dei conti per il novennio 2011-2019 - Deliberazioni inerenti e conseguenti;6) Proposta di adeguamento del Regolamento Assembleare e di modifica degli articoli 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9 e 11, anche in applicazione delle nuove disposizioni del D. Lgs. 27 gennaio

2010, n. 27 in materia di esercizio dei diritti degli azionisti di società quotate - Deliberazioni inerenti e conseguenti.

Informazioni sul capitale sociale: Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto Sociale, il capitale sociale è di Euro 283.690.762,80, suddiviso in n. 54.978.830 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 5,16 ciascuna. Le azioni sono indivisibili ed ogni azione dà diritto a un voto. Alla data del presente avviso, la Società non risulta possedere azioni proprie né direttamente né tramite società da essa controllate.Intervento in Assemblea: sono legittimati all’intervento in Assemblea ed all’esercizio del diritto di voto i soggetti a favore dei quali sia rilasciata alla Società da un intermediario abilitato apposita comunicazione sulla base delle evidenze relative al termine della giornata contabile del 15 aprile 2011. Coloro che risulteranno titolari delle azioni solo successivamente a tale data non avranno il diritto di partecipare e di votare in Assemblea.Si richiama l’attenzione su quanto previsto dall’art. 6 del vigente Statuto, visionabile e scaricabile dal sito internet della Società all’indirizzo www.acegas-aps.it alla voce investor rela-tions/corporate governance/Statuto, in materia di limiti all’esercizio del diritto di voto.Ogni soggetto cui spetta il diritto di voto può farsi rappresentare in Assemblea mediante delega scritta, ai sensi di legge, con facoltà di utilizzare, a tal fine, il modulo di delega disponibile sul sito internet della Società all’indirizzo www.acegas-aps.it alla voce investor relations/corporate governance/assemblee. La delega può essere notificata alla Società a mezzo posta presso la sede legale di ACEGAS-APS - S.p.A, Segreteria Societaria, Via del Teatro 5, 34121, Trieste, all’apposita sezione del sito internet della Società www.acegas-aps.it alla voce investor relations/corporate governance/assemblee ovvero mediante posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected]. L’eventuale notifica preventiva non esime il delegato, in sede di accreditamento per l’accesso ai lavori assembleari, dall’obbligo di attestare sotto la propria responsabilità, la conformità della delega all’originale e l’identità del delegante.Inoltre, per l’Assemblea di cui al presente avviso, la Società ha designato, la Servizio Titoli S.p.A. quale rappresentante a cui i titolari di diritto di voto possono conferire, senza spese a carico del delegante, salvo quelle di spedizione, ai sensi di quanto previsto dall’art.135-undecies del TUF, una delega con istruzioni di voto su tutte o alcune delle proposte all’ordine del giorno.La delega al suddetto rappresentante designato dalla Società deve essere conferita entro le ore 24 del 26 aprile 2011, mediante lo specifico modulo che sarà disponibile sul sito internet della Società (www. acegas-aps.it) e pervenire in originale, entro il medesimo termine, presso Servizio Titoli S.p.A, via Monte Giberto, n. 33, 00138 Roma, eventualmente anticipandone copia, con dichiarazione di conformità all’originale all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected] o a mezzo fax al n.ro +39 0688345203.La delega in tal modo conferita avrà effetto per le sole proposte in relazione alle quali siano state indicate istruzioni di voto. Ai fini dell’intervento e dell’esercizio del diritto di voto il conferimento della suddetta delega non esime l’avente diritto dall’obbligo di richiedere all’intermediario la comunicazione attestante la legittimazione all’intervento in assemblea e al-l’esercizio del diritto di voto ai sensi dell’art. 83-sexies TUF La delega e le istruzioni di voto sono revocabili entro il medesimo termine (26 aprile 2011) e con le modalità di cui sopra,Non sono previste procedure di voto per corrispondenza o con mezzi elettronici.I legittimati all’intervento in Assemblea sono pregati di presentarsi in anticipo rispetto all’orario di convocazione della riunione in modo da agevolare le operazioni di registrazione che avranno inizio a partire dalle ore 9.30.Diritto di porre domande: ai sensi dell’art. 127-ter, D.Lgs. n. 58/98, i soci possono porre domande sulle materie all’ordine del giorno, anche prima dell’assemblea, a mezzo racco-mandata A/R presso la sede della Società in Trieste, via del Teatro 5, ovvero tramite posta certificata all’indirizzo [email protected]. I soggetti interessati dovranno fornire informazioni utili per consentirne l’identificazione. Alle domande pervenute prima dell’Assemblea verrà data risposta al più tardi durante la stessa, con facoltà della Società di fornire risposta unitaria alle domande aventi lo stesso contenuto.Integrazione dell’Ordine del Giorno: ai sensi dell’art. 126-bis, D.Lgs. n. 58/98, gli interessati a ciò legittimati che, anche congiuntamente, rappresentino almeno un quarantesimo del capitale sociale possono chiedere, entro 10 (dieci) giorni dalla pubblicazione del presente avviso, l’integrazione dell’elenco delle materie da trattare, indicando nella domanda gli ulteriori argomenti da essi proposti.Si ricorda che l’integrazione dell’Ordine del Giorno non è ammessa per gli argomenti sui quali l’Assemblea delibera, a norma di legge, su proposta degli Amministratori o sulla base di un progetto o di una relazione da loro predisposta, diversa da quelle di cui all’art. 125-ter, comma 1.L’eventuale elenco integrato delle materie da trattare in sede assembleare sarà pubblicato con le stesse modalità del presente avviso almeno 15 (quindici) giorni prima di quello fissato per l’Assemblea in prima convocazione. Le domande dovranno pervenire presso la sede della Società (ufficio Segreteria Societaria) unitamente alle comunicazioni rilasciate da un intermediario abilitato in conformità alle proprie scritture contabili, attestanti il possesso di almeno il 2,5% del capitale ordinario e recanti l’indicazione del diritto sociale esercitabile. I soci che richiedono l’integrazione dell’ordine del giorno devono predisporre una relazione sulle materie di cui propongono la trattazione: detta relazione deve essere consegnata al Consiglio di Amministrazione entro il termine ultimo previsto dalla normativa vigente per la presentazione della richiesta di integrazione. La relazione verrà messa a disposizione del pubblico, accompagnata dalle eventuali valutazioni del Consiglio di Amministrazione, contestualmente alla pubblicazione della notizia dell’integrazione.Documentazione: la documentazione relativa all’Assemblea, ivi comprese le relazioni illustrative del Consiglio di Amministrazione e le proposte di deliberazione sulle materie all’ordine del giorno, saranno depositate - unitamente ai moduli che gli azionisti hanno la facoltà di utilizzare per il voto per delega, come sopra indicato - presso la sede sociale della Società, in Trieste, via del Teatro 5, ovvero presso Borsa Italiana S.p.A. e pubblicate sul sito internet www.acegas-aps.it, sezione investor relations a disposizione di coloro a cui spetta il diritto di voto e del pubblico, entro il termine di pubblicazione dell’avviso di convocazione. I soci hanno facoltà di ottenerne copia a loro spese richiedendola alla Segreteria Societaria (e-mail [email protected], fax 040/7793883).Considerando la composizione azionaria della Società, si prevede sin d’ora che l’Assemblea potrà costituirsi e deliberare in prima convocazione il 28 aprile 2011, alle ore 10,30.

Trieste, 23 marzo 2011

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione dott. Massimo Paniccia

AcegasAps

ACEGAS-APS SOCIETA’ PER AZIONI

Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di ACEGAS-APS Holding S.r.l.Sede legale in Trieste, via del Teatro, 5 - Capitale sociale Euro 283.690.762,80 int. vers. - Iscrizione Reg. Imprese, Cod. fisc. e Part. IVA n. 00930530324

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Page 33: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

39Martedì 29 Marzo 2011

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Generali risponde alle domande avanzate dalla Consob sull’operazione

Nessun obbligo ipo con PpfIl socio dell’Est europeo in jv con il Leone

Dopo la richiesta ricevu-ta da Consob nel fi ne settimana, Generali ha fornito, in una lun-

ga nota, precisazioni in merito agli accordi relativi a Generali Ppf holding tra Generali, da un lato, e Ppf group e Ppf Co1, che fanno parte del gruppo societa-rio che fa capo a Petr Kellner.Gli accordi Generali-Ppf, ap-provati con voto unanime dal cda e dal comitato esecutivo di Generali, ha fatto sapere il Leone di Trieste in una nota, disciplinano una joint venture tra Generali e il gruppo Ppf, che Generali consolida nel suo bilancio, in quanto ne detiene il controllo. Ppf detiene una partecipazione minoritaria del 49% del capitale.

La costituzione della jv si è realizzata con il conferimento di una serie di partecipazioni detenute dai partner in Europa centro-orientale e il pagamen-to da Generali al gruppo Ppf di un conguaglio in denaro, a valori di mercato e senza con-templare alcun premio di mag-gioranza a carico di Generali. L’adempimento degli obblighi del socio di minoranza ai sensi degli accordi Generali-Ppf è ga-rantito dalla capogruppo, Ppf.Inoltre, il socio di minoranza ha un diritto di exit in relazio-ne alla partecipazione Ppf.

Nel periodo compreso tra l’1 e il 10 luglio 2014, se Ppf e Ge-nerali non dovessero raggiun-gere un accordo sul rinnovo della jv e non fosse possibile

ottenere un rifi nanziamento dell’attuale indebitamento fi -nanziario del gruppo Ppf con-nesso all’operazione, il socio di minoranza avrà la facoltà, in alternativa, di richiedere che la società dia corso a un’ipo con-cernente il 75% delle sue azio-ni, per il quale sarà necessario il consenso di Generali, oppure di dismettere la partecipazio-ne, che potrà essere acquistata da un terzo o da Generali, a discrezione di quest’ultima.Nel caso in cui l’acquirente fosse Generali, il prezzo sa-rebbe pari al più elevato tra il fair market value della parte-cipazione Ppf e un fl oor pari a 2,5 mld, con una lunga serie di aggiustamenti tecnici.

Generali ha inoltre precisa-

to di non aver prestato, diret-tamente o tramite società del gruppo, alcuna garanzia a fa-vore di Petr Kellner o del grup-po Ppf, a fronte di affi damenti o anticipazioni comunque con-nesse con la futura dismissio-ne della partecipazione Ppf. Secondo i principi contabili internazionali, in relazione al trattamento contabile adottato nel bilancio consolidato 2010 con riferimento ai menzionati diritti e facoltà di exit del so-cio di minoranza, questi ultimi non sono stati registrati come debiti di Generali, in quanto non rappresentano un obbligo incondizionato da parte della compagnia di acquistare la partecipazione Ppf.

© Riproduzione riservata

Ferrero non ha voluto commentare, ieri, le in-discrezioni di stampa del fine settimana secondo cui la famiglia si starebbe sfilando dalla partita per il controllo di Parmalat. «Non commentiamo più nulla», hanno fatto sapere dal quartier generale di Alba. Le condizioni indicate a suo tempo dalla famiglia era-no che il progetto fosse di lungo termine, industriale e italiano.Secondo alcuni quotidiani, Ferrero starebbe valutando una retromarcia sul dossier dopo il parere negativo espresso dal capostipite, Michele Ferrero. Resta al lavoro Intesa San-paolo, che conta al momento sull’appoggio di Granarolo, pronta a conferire asset e sulla ipotetica dichiarazio-ne di interesse espressa da Giovanni Tamburi. Ma proprio ieri, la Tambu-ri I.P. si è detta non inte-ressata a far parte di una eventuale cordata italiana per Parmalat. Alcune fonti avevano fatto anche il none di Palladio, che potrebbe mettere a disposizione 600 milioni. Intanto il cda di Parmalat, che dovrà rinviare l’assem-blea fissata per metà aprile, ha tempo fino a venerdì per riunirsi, mentre i francesi di Lactalis, in una nota, si sono detti stupiti della tesi tutta italiana secondo cui in Francia l’agroalimenta-re è strategico.

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ANTI LACTALIS

La fragilecordata

Parmalat

Sberbank capital, il ramo investimenti del più grande istituto bancario statale russo,

vuole invitare Fiat a negozia-ti per una possibile alleanza con la casa automobilistica Derways, di cui controlla il 51%. Lo ha scritto ieri il quo-tidiano economico Rbk, le cui fonti, vicine a Sberbank, han-no parlato di una prossima of-ferta anche a General motors.Derways produce 100 mila auto all’anno per il merca-to russo in joint venture con le cinesi Liafan group e Lia-

oling sg automotive group. Produttore automobilistico di Cherkessk, capitale del-la repubblica autonoma di Karachayevo-Cherkessia, nel Caucaso, è tra i maggiori debi-tori di Sberbank. Due anni fa le è stato concesso un credito da un miliardo di rubli e per non accumulare interessi, l’an-no scorso ha ceduto il suo 51% a Sberbank capital. La banca, secondo Rbk, si è impegnata a restituire il controllo azionario, se l’azienda sanerà il debito in pochi anni.

I negoziati per l’alleanza po-

trebbero partire già questa set-timana, secondo le fonti: «Sber-bank invierà una lettera alla

Fiat per iniziare le trattative». Oltre agli italiani, l’offerta di al-leanza potrebbe giungere anche a General motors e a Hyundai-Kia. Nessun commento da Fiat o da Derways, secondo Rbk.Dopo il naufragio della joint-venture con la Sollers, Fiat è alla ricerca di partner in loco. Voci non confermate tra Tori-no e Mosca sostengono che il gruppo torinese possa sceglie-re una strada in solitaria e che per questo stia già valutando terreni dove impiantare una nuova fabbrica.

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MA IN CORSA CI SONO ANCHE GENERAL MOTORS E HYUNDAI

I russi rilanciano: possibile jv Fiat-DerwaysSberbank tenta di vendere la sua quota del 51% della società caucasica

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale.Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 24,543 24,529 0,0140 17,4907

Corona Danese 7,4574 7,458 -0,0006 5,3146

Corona Norvegese 7,8745 7,884 -0,0095 5,6118

Corona Svedese 8,9729 8,9922 -0,0193 6,3946

Dollaro Australiano 1,3678 1,3807 -0,0129 0,9748

Dollaro Canadese 1,3733 1,3778 -0,0045 0,9787

Dollaro N Zelanda 1,8707 1,8749 -0,0042 1,3332

Dollaro USA 1,4032 1,4115 -0,0083 -

Fiorino Ungherese 267,3 266,33 0,9700 190,4932

Franco Svizzero 1,2908 1,2915 -0,0007 0,9199

Rand Sudafricano 9,6642 9,7056 -0,0414 6,8873

Sterlina 0,87825 0,8778 0,0005 0,6259

Yen 114,59 114,57 0,0200 81,6633

Zloty Polacco 4,0007 4,0095 -0,0088 2,8511

Tasso uffi ciale di riferimento 1,00 1,25 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 4,14 4,14 0,00

Tasso Infl azione ITA 2,40 2,10 0,30

Tasso Infl azione EU 2,40 2,20 0,20

Indice HICP EU-12 110,60 110,40 0,20

HICP area EURO ex tobacco 110,57 110,11 0,46

Tasso annuo crescita PIL ITA 1,50 1,40 0,10

Tasso di disoccupazione ITA 7,60 8,30 -0,70

1 sett 0,749

1 mese 0,917

2 mesi 0,973

3 mesi 1,019

4 mesi 1,073

5 mesi 1,132

6 mesi 1,181

7 mesi 1,230

8 mesi 1,277

9 mesi 1,321

10 mesi 1,364

12 mesi 1,445

Preziosi ($ per oncia)Oro 1420,33 1420,88Argento 37 37,03Palladio 742,5 747,5Platino 1745,5 1750,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2583 2583Rame 9545 9546Piombo 2680 2679Nichel 26575 26580

Stagno 31730 31550Zinco 2334 2335Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 226,21 251,51Sterlina (n.c.) 226,21 251,51Sterlina (post 74) 226,21 251,51Marengo Italiano 177,25 202,97Marengo Svizzero 177,14 200,90Marengo Francese 177,14 200,90Marengo Belga 177,14 200,90

1 Sett. 0,808

2 Sett. 0,825

3 Sett. 0,870

1 M 0,932

2 M 1,062

3 M 1,210

4 M 1,309

5 M 1,410

6 M 1,521

7 M 1,596

8 M 1,679

9 M 1,760

10 M 1,828

11 M 1,899

12 M 1,971

S/N - O/N 0,581 0,192 0,559 0,077 0,115

1 sett 0,751 0,228 0,578 0,101 0,130

2 sett 0,795 0,236 0,585 0,116 0,143

1 mese 0,883 0,248 0,618 0,137 0,152

2 mesi 1,015 0,281 0,692 0,157 0,164

3 mesi 1,160 0,307 0,816 0,180 0,200

4 mesi 1,255 0,348 0,899 0,205 0,246

5 mesi 1,358 0,406 1,004 0,227 0,300

6 mesi 1,478 0,461 1,124 0,253 0,346

7 mesi 1,552 0,512 1,207 0,300 0,396

8 mesi 1,628 0,563 1,294 0,345 0,443

9 mesi 1,706 0,617 1,377 0,395 0,488

10 mesi 1,784 0,671 1,458 0,448 0,516

11 mesi 1,855 0,722 1,528 0,500 0,543

12 mesi 1,924 0,780 1,596 0,550 0,569

1 anno 1,829 1,879

2 anni 2,261 2,311

3 anni 2,568 2,618

4 anni 2,797 2,847

5 anni 2,986 3,036

6 anni 3,140 3,190

7 anni 3,268 3,318

8 anni 3,375 3,425

9 anni 3,467 3,517

10 anni 3,549 3,599

12 anni 3,697 3,747

15 anni 3,855 3,905

20 anni 3,936 3,986

25 anni 3,893 3,943

30 anni 3,801 3,851

Fonte: Icap

TA S S I E VA L U T E

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Page 34: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 15/03/2011

Adesso Index Aprile '07 90,810 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,421 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl A2 | A- | A- * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 99,443 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 99,425 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Alti Percorsi Index 1 – 2007 97,741 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 100,304 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 104,440 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carichieti index linked 2006 98,700 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 96,920 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Creberg altiplano marzo 07 95,903 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | A- | A- BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 90,160 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 90,010 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 91,610 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 93,020 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 63,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere 100,630 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D(�) GLITNIR BANKI HF WR | NR | NR SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 92,360 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB+ | BBB+ BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 95,250 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,560 SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 63,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

ExtraFrutti - Index Linked 2008 104,020 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 99,430 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 96,080 SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 89,145 MORGAN STANLEY A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Up 3 - 2005 100,102 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 1 - 2005 103,041 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 2 - 2005 102,560 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 98,980 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 98,538 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 97,972 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 97,672 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 99,200 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 97,464 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 95,997 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 97,741 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazioni dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come dacomunicato disponibile sulla home page del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

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TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

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TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 99,490 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 99,021 BANCA REGIONALE EUROPEA A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 99,584 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 54,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 97,180 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 95,570 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 60,530 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 61,110 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 95,910 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 96,080 MORGAN STANLEY A2 | A | A UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 99,720 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie IX 2007 60,530 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 54,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 97,180 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 95,910 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 95,570 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 98,820 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 98,850 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 96,923 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 96,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 97,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 100,970 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 95,550 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 94,950 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 100,770 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 96,420 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 94,280 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 97,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 100,080 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 96,720 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 97,180 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 99,490 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 95,910 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 99,021 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,280 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Crescita Sicura Serie VII 2007 95,570 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,735 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 98,210 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 88,910 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 96,840 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 95,740 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 97,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 95,010 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 100,770 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 100,970 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 99,290 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ IXIS CORP. AND INVESTMENT BANK Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 96,420 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,280 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 97,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 96,840 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 95,740 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 98,210 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 96,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 96,720 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 96,923 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 97,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 98,980 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANK OF AMERICA NA Aa3 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 98,755 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 98,980 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANK OF AMERICA NA Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 98,755 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,710 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 95,550 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 96,923 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 96,420 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 96,720 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,280 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 98,210 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 97,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 96,840 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 95,740 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 99,021 BANCO DI SAN GIORGIO S.p.A. A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 96,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 95,890 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 88,910 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 95,910 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 97,180 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 95,570 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 94,950 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 94,280 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 100,080 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 100,970 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,735 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 98,875 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 100,770 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 100,970 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 100,080 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 99,021 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 99,490 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 54,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | B- | BB- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 94,380 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 93,870 MORGAN STANLEY A2 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 96,620 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 85,410 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,780 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Classic Markets 95,663 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 93,080 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 93,050 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - FORTIS BANK SA A1 | AA | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 91,830 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 88,910 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 88,910 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 95,890 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

VALORI AL 15/03/2011

VALORI AL 15/03/2011

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Page 35: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

41Martedì 29 Marzo 2011

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

Carismi Più Certezza 10 100,903 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 11 100,210 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 2 Private 101,590 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 3 96,573 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 5 99,380 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 6 106,390 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+

Carismi Più Certezza 7 98,970 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 88,190 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 9 87,810 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

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INDEX LINKED NUMERO 1 103,041 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 99,783 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

BCP Più index serie IV 2005 97,820 MEDIOCREDITO FRIULI VENEZIA GIULIA - | A- | - UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

CRFC INDEX LINKED SERIE XII 98,860 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 99,015 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Il valore dell'energia 99,135 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Index Linked Bull Dividend 92,690 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Linked Select Dividend 94,920 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2006 100,482 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2007 98,277 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Index Up 2 2006 97,410 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

Nikkei Avenue 96,290 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

PROFIT + 99,990 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB+ | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 143,740 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie I 144,710 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie II 143,740 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie III 142,770 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie IV 141,810 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie V 143,880 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Tandem Doppia Opportunità 99,169 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Valore Assicurato 98,150 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 96,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 94,950 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 94,280 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 98,210 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 97,500 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 97,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 96,840 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 95,740 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 100,770 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 100,080 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 99,490 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 100,970 SNS BANK NV A3 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 96,720 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 96,923 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 98,210 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 97,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 96,840 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 96,420 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

VALORI AL 15/03/2011

VALORI AL 15/03/2011

VALORI AL 15/03/2011

VALORI AL 15/03/2011

Borsa italiana - gli indici di giornata Indice Valore Prec. Variazione % Controv. Q.tà prec. 6 mesi 12 mesi (mln) (mlg)

FTSE ITALIA ALL SHARE 22.669 22.643 0,12 7,29 -3,79 2.152 1.008.733

FTSE MIB 22.010 21.985 0,11 7,15 -4,57 1.956 670.064

DJ It Titans 30 2.366 2.365 0,02 7,11 -4,24 - -

FTSE Italia Mid Cap 25.039 24.986 0,21 5,87 -2,01 116 68.555

FTSE Italia Star 11.939 11.871 0,57 9,84 2,99 44 12.879

Mediobanca Generale 61 61 0,03 7,31 -3,23 - -

Comit Globale 1.121 1.120 0,12 8,67 -1,88 2.152 1.008.733

Comit Globale R 1.120 1.119 0,18 8,28 -1,94 - -

Comit Performance R 3.597 3.590 0,18 8,8 1,86 - -

Assicurazioni 3.752 3.744 0,19 2,7 -18,51 100 42.016

Banche 1.085 1.087 -0,14 -2,81 -17,34 943 460.851

TLC e Servizi 1.410 1.405 0,37 7,56 1,6 313 227.513

Finanziarie 297 295 0,83 11,43 8,93 55 50.836

Immobiliari 216 216 0,25 10,7 -2,27 9 15.044

Trasporti e tempo libero 1.594 1.587 0,41 7,13 -3,25 35 16.874

Industriali 591 591 0,05 16,62 8,73 620 156.333

SUB-SETTORI INDUSTRIALI

Alim. e gr. distribuzione 647 648 -0,07 12,66 13,74 58 23.505

Auto-Gomma 1.052 1.057 -0,52 38,85 55,96 182 27.551

Cartiere-Editoriali 456 456 0,13 -7,66 -24,36 24 14.178

Cemento costr. impianti 2.374 2.367 0,29 20,07 12,56 77 7.898

Chimica e petrolchimica 251 251 0,01 10,1 -0,6 167 14.185

Elettron.-Elettromeccanica 451 450 0,28 24 8,15 75 9.783

Farmaceutica-Biomedica 5.220 5.183 0,72 9,13 14,63 28 69.073

Metallurgico/Siderurgico 57 57 -0,07 17,79 2,38 - 441

Tessile abb. e accessori 240 239 0,36 22,97 24,46 34 4.338

I titoli dell’indice Ftse MibTitolo Prezzo Q.tà Var Var % Divi- Yield % P/e Capit riferim. (mgl) % 12 mesi dendo (mln / €)

Indici borse estereIndice Valore Prec. Var. Var.% dal 30/12/10 % 12m Var.% Var.% €

AEX - Amsterdam 364,57 364,65 -0,02 6,04 2,30 -All Ordinaries - Sydney 4.831,90 4.840,30 -0,17 -1,49 -1,12 -5,45Bovespa - Brasile 67.853,44 67.765,94 0,13 -1,21 -2,09 -Cac 40 - Parigi 3.976,95 3.972,38 0,12 -0,30 3,28 -Dax 30 Francoforte Xetra 6.938,63 6.946,36 -0,11 13,38 0,35 -DJ E Stoxx 50 - Ue 2.914,76 2.911,33 0,12 -0,89 3,84 -Dow Jones - New York 12.243,50 12.220,59 0,19 12,84 5,82 0,15Ftse 100 - Londra 5.904,49 5.900,76 0,06 3,53 -1,11 -3,15Hang Seng - Hong Kong 23.068,19 23.158,67 -0,39 9,57 0,30 -Ibex 35 - Madrid 10.751,00 10.710,40 0,38 -2,89 9,05 -Industrials - Johannesburg 26.731,20 26.930,36 -0,74 1,68 -11,83 -19,69Kospi - Seul 2.056,39 2.054,04 0,11 21,13 0,26 -MSCI - World - g.p. 1.325,85 1.325,85 -0,00 11,10 3,66 -Nasdaq Comp. - Usa 2.744,25 2.743,06 0,04 14,58 3,05 -2,47Nikkei - Tokyo 9.478,53 9.536,13 -0,60 -13,80 -7,34 -12,47S&P TSE 300 - Toronto 13.994,57 14.039,39 -0,32 17,04 4,36 0,88S&P 500 - New York 1.315,82 1.313,80 0,15 12,79 4,61 -1,00Swiss Perf. - Zurigo 5.785,24 5.775,40 0,17 -3,17 -0,09 -3,44

I migliori… Prezzo Var. riferim. %

…e i peggiori Prezzo Var. riferim. %

Eurotech 2,4000 20,0Lazio S.S. 0,6200 16,4Alcatel-Lucent 4,0760 7,3Falck Renewables 1,5350 6,0Rcf Group 0,8800 5,9Alerion 0,5795 5,4Nokia Corporation 6,2400 4,3Servizi Italia 6,7150 4,3Sogefi 2,8600 4,0Enel Green Power 1,8760 3,9Arkimedica 0,3998 3,8Tesmec 0,6540 3,8Acque Potabili 1,4760 3,8Telecom Italia Media Rsp 0,3100 3,3Dea Capital 1,5550 3,3Banca Generali 10,8000 3,3Fidia 3,8480 3,2

Cell Therapeutics 0,255 -8,9Centrale del Latte To 3,5 -8,6Milano Ass 0,972 -6,1Tiscali 0,0781 -5,7Banco Popolare 2,254 -5,3Milano Ass Rsp 1,141 -4,2PanariaGroup 1,48 -4,0Apulia Prontop 0,3241 -3,9Mondo HE 0,51 -3,8Damiani 0,9745 -3,6Fondiaria Sai Rsp 3,744 -3,6Ima 13,85 -3,5Retelit 0,535 -3,3Fnm 0,493 -3,3Txt e-solutions 8,265 -3,2Aedes 0,185 -3,1Premafi n 0,577 -3,0

Ansaldo STS 10,43 276 0,3 -15,0 0,280 2,7 13,2 1.252Atlantia 16,12 1.178 0,8 -3,0 0,391 2,4 13,8 9.677

Autogrill 9,78 574,2 -0,8 5,3 0,240 2,5 22,5 2.488Azimut 7,795 1.717,7 2,6 -18,8 0,250 3,2 11,8 1.117

A2a 1,127 9.163,5 0,4 -18,3 0,070 6,2 11,3 3.531B M.Paschi Siena 0,9455 16.333,4 0,8 -16,9 0,013 1,4 31,5 5.194

B Pop Milano 2,834 5.369,7 -1,2 -40,5 0,100 3,5 8,9 1.176Banco Popolare 2,254 70.739,3 -5,3 -40,7 0,058 2,6 10,2 3.975

Bulgari 12,23 962,6 0,1 103,8 0,120 1,0 71,9 3.698Buzzi Unicem 10,57 1.118,1 -0,8 11,8 0,180 1,7 16,5 1.748

Campari 4,694 1.658,9 0,2 14,6 0,060 1,3 17,4 2.726Diasorin 31,45 231,2 2,4 12,9 0,400 1,3 18,8 1.752

Enel 4,31 35.308,9 0,7 4,5 0,180 4,2 9,2 40.528Enel Green Power 1,876 21.554,7 3,9 - 0,027 1,4 22,4* 9.380

Eni 17,31 9.042,1 -0,1 -0,6 0,500 2,9 9,1 69.333Exor 21,02 475 0,0 59,7 0,270 1,3 neg 3.369

Fiat 6,47 19.487,7 -0,8 52,9 0,090 1,4 28,1 7.068Fiat Industrial 9,915 3.686,9 0,2 - - - 36,1 10.830

Finmeccanica 8,99 1.658,3 0,9 -10,2 0,410 4,6 8,5 5.198Fondiaria Sai 6,305 917,3 -1,9 -44,4 0,400 6,3 neg 785

Generali 15,3 4.254,6 0,5 -13,7 0,450 2,9 16,9 23.820Impregilo 2,346 1.973,1 0,3 -8,0 0,060 2,6 17,6 944

Intesa Sanpaolo 2,294 60.482,6 0,6 -18,6 0,080 3,5 12,2 27.182Lottomatica 12,56 641,9 -0,6 -12,5 0,740 5,9 11,7 2.161

Luxottica Group 22,63 376,2 0,8 12,6 0,440 1,9 25,7 10.554Mediaset 4,46 4.384,6 0,3 -30,3 0,350 7,8 12,4 5.268

Mediobanca 7,3 2.013,2 0,6 -9,0 0,170 2,3 15,7 6.286Mediolanum 3,684 1.657,6 0,7 -16,3 0,085a 2,3 12,3 2.700

Parmalat 2,356 17.466 -1,0 14,1 0,036 1,5 21,4 4.095Pirelli e C. 6,235 3.074,6 -0,2 32,2 0,165 2,6 12,8 2.966

Prysmian 14,58 1.319 0,6 -1,6 0,166 1,1 16,0 3.078Saipem 36,17 1.336 -0,2 26,2 0,630 1,7 19,2 15.961

Snam Rete Gas 3,904 4.105,4 0,6 5,3 0,140 3,6 12,2 13.941STMicroelectronics 8,775 3.145,9 0,1 19,6 0,100a 1,1 15,5 7.989

Telecom Italia 1,072 54.621 -1,7 0,7 0,058 5,4 7,3 14.373Tenaris 16,68 1.923,6 0,2 3,0 0,210 1,3 4,4 19.691

Terna 3,342 5.904,9 0,1 3,9 0,080a 2,4 18,6 6.716Tod’s 82,35 52,9 1,4 55,3 2,000 2,4 23,1 2.521

Ubi Banca 6,875 3.411,3 -1,9 -31,5 0,300 4,4 16,5 4.394Unicredit 1,877 296.465,9 0,4 -16,4 0,030 1,6 21,4 36.178

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Page 36: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

42 Martedì 29 Marzo 2011 MERCATI E FINANZA

DI MIRKO MOLTENI

Tempi duri per la nauti-ca italiana, che, gravata da debiti record, guarda sempre più ai grandi in-

vestitori e alla borsa. Lo assicura l’ultimo Osservatorio nautica e finanza, presentato ieri a piaz-za Affari dalla Pentar di Mau-rizio Romiti, che spiega: «A fine 2009 la produzione aggregata del settore era scesa del 24,8% in un anno, da 3,3 a 2,5 miliardi di euro. Perdipiù, per la prima volta dopo dieci anni, la quota italiana sul mercato mondiale è iniziata a retrocedere, dal 51 al 50%. Anche se gli yacht nazionali restano leader, è un primo segna-le preoccupante. L’altro segnale è l’indebitamento delle aziende». Si è tornati ai livelli del 2005, con

l’aggravante che il campione di 53 società esaminate da Pentar totalizza un patrimonio netto di 121 milioni di euro, con un inde-bitamento netto di 320 milioni. Anche se Luca Peyrano (Borsa italiana) ha assicurato l’interesse di piazza Affari per le aziende più solide, un’altra soluzione appare il ricorso al private equity, solleci-tato dal direttore di Pentar, Ales-sandro Santini, secondo cui, però, «nella nautica bisogna ragionare sul medio termine.

Già un gruppo come Monte Pa-schi ha saputo acquisire i cantieri San Lorenzo, dando fi ducia a un piano industriale valido e com-petitivo. È la strada da seguire, unitamente all’aggregazione delle aziende troppo piccole e incapaci di reggere all’estero.

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In calo ordini, fatturati e quote

Nautica in cercadi finanziamenti

Eni. Il ministro ucraino dell’ecologia e delle risorse naturali, Mykola Zlochev-skiy, e l’a.d. di Eni, Paolo Scaroni, hanno siglato a Kiev un memorandum of under-standing per la defi nizione di possibili iniziative di co-operazione nell’esplorazione e produzione di idrocarburi in Ucraina.

Fincantieri. La crisi glo-bale pesa sui risultati di bi-lancio 2010 di Fincantieri, che è tuttavia riuscita a man-tenere la stabilità fi nanziaria grazie a una gestione ordi-naria positiva. L’anno scorso sono stati acquisiti ordini per 1,912 miliardi di euro, supe-riori rispetto al 2009 (1,758 mld), ma inferiori ai livelli record del 2007 (4,238 mld); i ricavi sono stati di 2,876 mld nel 2010, -12%. L’ebitda è stato di 179 milioni (125), l’utile ante oneri non ricor-renti e straordinari di 53 mln (24), la perdita netta di

124 mln (-64). La posizione fi nanziaria netta è stata di 100 mln (-151).

Exor ha chiuso il 2010 con un utile consolidato di 136,7 mln (-388,9 nel 2009) e la capogruppo Exor spa con un utile netto di 151,8 mln (88,8).

Prada ha chiuso il 2010 con l’utile netto più che raddoppiato a 250,8 milio-ni di euro (100,2 nel 2009). I ricavi sono cresciuti del 31,1% a 2,04 miliardi. L’ebi-tda è stato di 535,9 milioni (+84,7%). L’indebitamento fi nanziario netto si è ridotto da 485,3 a 408,6 milioni.

Natuzzi ha chiuso il 2010 con una perdita netta con-solidata di 11,1 mln euro contro i 17,7 del 2009. Le vendite nette sono state di 518,6 mln (+0,6%), il mar-gine industriale di 197,1 mln (185,6) e l’ebit di 0,4 mln (-10,6).

BREVI

Banca di Credito Cooperativo di Cambiano (Castelfiorentino-Firenze) Società Cooperativa per AzioniSede legale e Direzione Generale: Piazza Giovanni XXIII, 6 – 50051 Castelfiorentino (FI) - Tel. 05716891 - Fax 0571689251 - Codice ABI 08425.1 - Iscritta all’albo delle banche della Banca d’Italia al n. 355680 - Iscritta al Registro delle imprese di Firenze al n. 00657440483 – REA FI 196037 - Iscritta all’Albo delle Cooperative a mutualità prevalente al n. A161000 – Codice fiscale e partita IVA 00657440483 - Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, al Fondo Nazionale di Garanzia, al Conciliatore BancarioFinanziario, all’Arbitro Bancario Finanziario - Capitale sociale e Riserve (Patrimonio) al 30/06/2010 € 239.296.623 - www.bancacambiano.it - e-mail: [email protected]

AVVISO RELATIVO AI RAPPORTI DORMIENTI

Si informa che, nel rispetto di quanto disposto dal D.P.R. n. 116 del 22 giugno 2007 recante il Regolamento di attuazione in materia di depositi dormienti, la Banca di Credito Cooperativo di Cambiano ha provveduto ad inviare alla Consap Spa, come da disposizione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, gli elenchi dei rapporti divenuti dormienti ed estinti nel corso del 2010 per la loro pubblicazione sul sito internet della Consap (www.consap.it). Le relative somme saranno versate al Fondo entro il 31 maggio 2011 se i titolari non le rivendicheranno prima del versamento.Gli elenchi sono consultabili presso le Filiali e sono altresì pubblicati sul sito internet della Banca (www.bancacambiano.it).

Castelfiorentino, 29 marzo 2011

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I fatti separatidalle opinioni

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Unidesio 760071 11,145 18/03/2011

Unidesio 760072 10,211 18/03/2011

Unidesio 760073 10,207 18/03/2011

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Unidesio 760075 11,611 18/03/2011

Unidesio 760077 10,678 18/03/2011

Unidesio 760078 10,266 18/03/2011

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Unidesio 760080 10,417 18/03/2011

Unidesio 760082 9,652 18/03/2011

Unidesio 760083 10,699 18/03/2011

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Unidesio 760096 10,260 18/03/2011

Unidesio 760097 10,560 18/03/2011

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Unidesio 760141 10,108 18/03/2011

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Unidesio 760181 10,118 18/03/2011

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Unidesio 760193 9,936 18/03/2011

Unidesio 760198 8,773 18/03/2011

Unidesio 760201 9,889 18/03/2011

Unidesio 760202 9,898 18/03/2011

Unidesio Obblig.

Breve Termine 9,997 18/03/2011

Unidesio Obblig.

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Unidesio Azionario

Internazionale 9,992 18/03/2011

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Page 37: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

43Martedì 29 Marzo 2011MartedMERCATI E FINANZA

Utili in calo, saliti i crediti deteriorati e le sofferenze

Ubi va all’aumentoDa 1 mld. Patrimonio più solido

Nel 2010, Ubi banca ha riportato un utile netto in calo a 172,1 milioni di euro (270,1

nel 2009) e proventi operativi per 3,496 miliardi (-10,5%). Il patrimonio netto consolidato, escluso l’utile di periodo, si è attestato a 10,807 miliardi (11,141).

In calo anche gli oneri ope-rativi, a 2,469 miliardi (-1,8%), mentre la raccolta diretta è salita a 106,8 miliardi (+9,8%) e quella indiretta è scesa a 78 miliardi (78,8). Sono calati poi il margine di interesse, a 2,143 miliardi (-10,7%), le commis-sioni nette (-2,4%), il risultato netto dell’attività finanziaria a 34 milioni (126,8), e il risul-tato della gestione operativa a 1,028 miliardi (1,392).

Quanto agli aggregati pa-trimoniali, i crediti verso la clientela sono cresciuti a 101,8 miliardi (+3,9%), ma sono cresciuti anche i credi-ti netti deteriorati, a 5,3 mld pari al 5,2% dei crediti netti (4,6%). Le sofferenze nette sono state pari a 1,9 miliardi, mentre gli incagli netti sono

stati pari a 2 miliardi (+6,4%).Per quanto riguarda gli indici patrimoniali, il Core Tier 1 era al 6,95%, il Tier 1 al 7,47% e il Total capital ratio all’11,17%.Visti i risultati d’esercizio, il Cdg di Ubi banca proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,15 euro ad azione, con pagamento pre-visto il 23 maggio.

Il Cdg e il Cds hanno an-che approvato la proposta di richiesta di delega per un

aumento di capitale fino a 1 mld euro. Il collocamento sarà garantito da Mediobanca e si svolgerà presumibilmen-te entro l’estate. A seguito dell’operazione, in base a una simulazione svolta dall’isti-tuto sui dati al 31 dicembre, il Core Tier 1 si attesterà all’ 8,01%, il Tier 1 all’ 8,53% e il Total capital ratio al 12,23%, valori entro i limiti previsti da Basilea III.

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È stato un avvio di settima-na senza spunti di rilievo per le borse europee in una seduta caratterizzata

da scambi contenuti. Tra gli ope-ratori ha prevalso la cautela in attesa di novità dal-la centrale nucleare di Fukushima e dal Nord Africa. In cauto progresso anche Wall Street, dopo il dato sui redditi personali a febbraio è cresciu-to meno delle attese (+0,3% contro l’atte-so +0,4%). Più alto del previsto, invece, l’indice dei prezzi re-lativo alla spese per consumi personali (+0,7% contro l’atteso +0,6%).

Il Ftse Mib ha segnato +0,11% a 22.009 punti, il Ftse All share +0,12%, il Ftse Mid cap +0,21%, il Ftse Star +0.57%. A Londra il Ftse-100 ha registrato +0,06%, a Francoforte il Dax -0,13% e a Pa-rigi il Cac-40 +0,12%. A metà se-duta, a New York, il Dow Jones se-gnava +0,19%, l’S&P 500 +0,16%, il Nasdaq Composite +0,08%, ma in seguito si sono rinforzati.

A piazza Affari sugli scudi Enel g.p. (+2,93%) grazie al ritorno di interesse sul settore delle rinno-vabili. In ordine sparso i bancari. Male Banco popolare (-5,29%), Popolare Milano (-1,19%) e Ubi

banca (-1,86%) men-tre hanno chiuso in progresso Banca Mps (+0,8%) e Unicredit (+0,37%). Tra le altre blue chip, in rosso Parmalat (-1,01%). Tra gli altri titoli, in evidenza Eurotech (+20%), As Roma (+2,22%), Ss Lazio (+16,43%) e Rosss (+2,93%). Tra i peg-giori Tiscali (-5,68%).

Quanto all’euro, ha chiuso ai massimi a 1,4106 (massimo a 1,1419) dopo che Trichet ha det-to che l’infl azione è durevolmente sopra il tetto della stabilità dei prezzi nell’Eurozona e dopo i posi-tivi dati sul mercato immobiliare Usa. Euro-yen a 15,25 e dollaro-yen a 81,72. Infi ne il petrolio con il Wti americano a 104,57 dollari al barile contro i 115,75 dollari del Brent a Londra.

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All share +0,12%, euro a 1,4106

Borse positivema senza spunti

Vendita della As Roma al rush fi nale. Ieri mattina l’imprendito-re americano Thomas DiBenedetto, si è recato presso lo studio Grimaldi & associati, accompagnato dagli advisor legali (Studio Tonucci e Studio Bingham), per la trattativa fi nale con Unicredit. Erano presenti il vice d.g. , Paolo Fiorentino e il capo del corpo-rate Italia, Piergiorgio Peluso, con gli advisor legali (Grimaldi & associati e Studio legale Carbonetti), oltre a Rosella Sensi. Il 67% della società in mano alla famiglia Sensi dovrebbe essere ceduto a DiBenedetto e a Unicredit che avrebbero il 60 e il 40%. Unicredit potrebbe poi cedere parte di questa quota a un socio italiano. L’intesa prevedrebbe inoltre il lancio dell’opa sul 33% del fl ottante. Il valore dell’operazione sarebbe di 200 milioni.

La trattativa per As Romaè alla stretta finale

DI SARA SILANO *

Gli investitori tornano in Europa. Secondo gli ultimi dati di Morningstar, a febbraio i fondi che investono nell’area hanno raccolto 2 miliardi di euro a livello continentale. Si tratta del miglior risultato degli ultimi cinque anni, ossia da quando sono arrivati i primi segnali della crisi. Per contro, i mercati azionari emergenti sembrano arrivati a fi ne corsa, complice la crisi in Nord Africa e Medio Oriente, con riscatti superiori ai 3 mld.

I fl ussi sono stati positivi per 7 miliardi di euro, ma di gran lunga inferiori alla media mensile degli ultimi 12 mesi (23 mi-liardi di euro). «Il cambiamento era nell’aria già a gennaio», si legge in una nota di MackayWilliams. «Gli investitori stanno modifi cando i portafogli in un’ottica più difensiva ». L’appetito per le azioni rimane, ma la preferenza va a quelle dei paesi sviluppati e a larga capitalizzazione. Oltre ai fondi Europa, infatti, hanno raccolto molto anche i comparti specializzati sugli Usa (oltre 2,2 mld di euro).

La categoria che in assoluto ha avuto fl ussi maggiori, però, è quella degli obbligazionari high yield, in controtendenza rispetto agli altri fondi obbligazionari, che hanno registrato risultati nega-tivi a causa dei timori di aumento dell’infl azione. In particolare, le vendite hanno colpito i comparti specializzati sul reddito fi sso europeo, ancora penalizzato dagli allarmi sul debito sovrano di alcuni paesi periferici.

L’impostazione più difensiva degli investitori si nota anche nel successo dei fondi bilanciati e a ritorno assoluto, che vengono considerati un riparo dalle tempeste dei mercati, perché adottano strategie fl essibili e spesso svincolate dai trend di borsa.

In termini di rendimenti, a febbraio, la miglior categoria a li-vello europeo è stata quella degli azionari specializzati in metalli preziosi, avvantaggiati dall’apprezzamento dell’oro, bene rifugio per defi nizione. Dall’inizio dell’anno, però, le performance più elevate sono state messe a segno dai comparti che investono in paesi periferici, come la Spagna e l’Italia, e che erano stati for-temente penalizzati dalla crisi l’anno scorso. La maglia nera va invece all’Asia, sia a febbraio sia dall’inizio dell’anno. L’area è disorientata dai segnali che arrivano dalla Cina e dall’India. La crescita è destinata a rimanere elevata, ma gli investitori sono preoccupati per il rischio di infl azione e le politiche attuate per contenerla.

* Caporedattore Morningstar Italywww.morningstar.it© Riproduzione riservata

LA PAROLA ALL’ESPERTO - I FONDI

L’Europa torna di modaA.D. DI EDISON

Edf vuolela testadi QuadrinoLa francese Elecricité de France ha chiesto all’a.d. di Edison, Umberto Quadrino, di dimettersi dall’incarico, «a causa della sua performance al timone della società che è in un cattivo stato», ha af-fermato una fonte, citando i quattro profit warning emessi da Edison, tre nel 2010 e uno quest’anno.Secondo lo statuto di Edison, è prerogativa di EdF nominare o porre il veto sull’a.d. della società di Foro Bonaparte. La decisione di allontanare Quadrino è stato approvata anche dall’altro grande azio-nista di Edison, A2A, capofila del pool di aziende italiane, che si ritrovano in Delmi, se-condo la fonte vicina a EdF.La decisione sarà ufficializ-zata nel corso dell’assemblea generale di Edison di metà maggio, ha concluso la fonte.Edison è controllata al 61% da una holding, Transalpina di energia, formata pariteti-camente da Edf e da una cor-data di ex municipalizzate e di banche (Delmi) a sua volta controllata da A2A. I francesi hanno inoltre un 19% in proprio e, tra quota diretta e quota indiretta, pos-siedono una partecipazione molto vicina al 50%.

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AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA

CSP INTERNATIONAL FASHION GROUP S.p.A.Sede legale in Ceresara (MN), Via Piubega n. 5/C

Capitale sociale € 17.294.850,56 i. v.Iscritta al Registro Imprese di Mantova n. 00226290203

sito internet: www.cspinternational.it

Gli Azionisti della società sono convocati in Assemblea presso la sede legale giovedì 28 Aprile 2011 alle ore 9,00 in prima convocazione e, occorrendo, martedì 3 Maggio 2011 in seconda convocazione, stesso luogo e ora, per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO1. Esame del bilancio di esercizio di CSP International Fashion Group S.p.A. al 31.12.2010, del bilancio consolidato del

Gruppo CSP, della relazione sulla gestione, del collegio sindacale, della società di revisione;2. deliberazioni conseguenti.Ai sensi dell’art. 83 – sexies del T.U.F. 58/98 possono intervenire in Assemblea i soggetti cui spetta il diritto di voto a favore dei quali gli intermediari autorizzati, in conformità alle proprie scritture contabili, abbiano effettuato la comunicazione alla Società sulla base delle evidenze relative al termine della giornata contabile del settimo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per la presente assemblea in prima convocazione.Coloro che risulteranno titolari delle azioni solo successivamente al settimo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per la presente assemblea in prima convocazione, non avranno il diritto di partecipare e di votare in Assemblea.Il titolare del diritto di voto può farsi rappresentare mediante delega scritta, in osservanza delle disposizioni vigenti. A questi fini è utilizzato il modulo di delega per l’intervento all’Assemblea disponibile sul sito internet della società all’indirizzo www.cspinternational.it .Le deleghe potranno essere notificate alla Società tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento inviata all’indirizzo della sede legale all’attenzione del Responsabile Affari Societari o all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected] .Ai sensi dell’art. 135 – undecies del TUF 58/98 la Società ha designato Rappresentante comune degli Azionisti l’Avv. Luigi D’Agosto quale rappresentante a cui i titolari del diritto di voto potranno conferire, entro il 26 aprile 2011, una delega con istruzioni di voto su tutte o alcune delle proposte all’ordine del giorno. La delega al suddetto rappresentante deve essere conferita mediante l’apposito modulo di delega disponibile sul sito internet della Società all’indirizzo www.cspinternational.it . Le deleghe potranno essere notificate alla Società tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento inviata all’indirizzo della sede legale all’attenzione del Responsabile Affari Societari o all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected] .La delega non ha effetto con riguardo alle proposte per le quali non siano state conferite istruzioni di voto. La verifica della legittimazione all’intervento in assemblea ha inizio nel luogo di svolgimento della riunione almeno un’ora prima di quella fissata per l’inizio dell’assemblea. Coloro che hanno diritto di intervenire in assemblea devono esibire al personale incaricato dalla Società, all’ingresso dei locali in cui si svolge la riunione, un documento di identificazione. Come previsto dall’art. 127 – ter del T.U.F. 58/98 gli Azionisti hanno diritto di porre domande sulle materie poste all’ordine del giorno prima dell’Assemblea inviandole con lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo delle sede legale della Società, all’attenzione del Responsabile Affari Societari o inoltrandole all’indirizzo di posta elettronica [email protected] .Alle domande poste dagli Azionisti sarà data risposta al più tardi durante l’Assemblea. La Società potrà fornire una risposta unitaria alle domande aventi lo stesso contenuto.Come previsto dall’art. 126 bis del T.U.F. 58/98, gli Azionisti che, anche congiuntamente, rappresentino almeno un quarantesimo del capitale sociale possono chiedere, entro dieci giorni dalla pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’Assemblea, l’integrazione dell’elenco delle materie da trattare, indicando nella domanda gli ulteriori argomenti da essi proposti.Delle integrazioni all’ordine del giorno è data notizia nelle forme previste per la pubblicazione dell’avviso di convocazione. Le domande devono essere presentate per iscritto con lettera raccomandata con avviso di ricevimento inviata all’indirizzo della sede legale della Società all’attenzione del Responsabile Affari Societari o inoltrandole all’indirizzo di posta elettronica [email protected] . Gli Azionisti che richiedono l’integrazione dell’ordine del giorno, predispongono una relazione sulle materie di cui essi propongono la trattazione da inviare unitamente alla domanda. L’organo amministrativo mette a disposizione del pubblico la relazione, accompagnata dalla proprie eventuali osservazioni, contestualmente alla pubblicazione della notizia dell’integrazione.Si rammenta che l’integrazione dell’ordine del giorno non è ammessa per gli argomenti sui quali l’Assemblea delibera, a norma di legge, su proposta degli Amministratori o sulla base di un progetto o di una relazione da essi predisposta diversa da quelle di cui all’art. 125 - ter del T.U.F. 58/98. Si avvisano gli Azionisti che le relazioni illustrative sui punti all’ordine del giorno, unitamente alla documentazione dei bilanci, sono disponibili al pubblico ventuno giorni prima del giorno fissato per l’assemblea presso la sede sociale, presso Borsa Italiana S.p.A., nonché sul sito internet della società all’indirizzo www.cspinternational.it. Gli Azionisti hanno la facoltà di ottenere copia di tale documentazione.Il capitale sociale sottoscritto e versato è pari a € 17.294.850,56 suddiviso in n. 33.259.328 azioni ordinarie (valore nominale pari a € 0,52 ciascuna) che conferiscono ai loro possessori uguali diritti. Alla data odierna la società possiede azioni proprie pari a n. 174.582.Sul sito internet della Società all’indirizzo www.cspinternational.it sono disponibili le informazioni relative ai diritti degli azionisti di cui sopra nonché le modalità per l’esercizio degli stessi. Il Vice Presidente Maria Grazia Bertoni Ceresara (MN), 29 Marzo 2011

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Page 38: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 74 - 3,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 29 Marzo 2011 • QUOTIDIANO ECONOMICO

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